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La pazzesca vittoria dei Saint Louis Cardinals alle World Series 2011

La finale delle World Series del 2011, ci ha regalato quella che a parere unanime è probabilmente una delle cinque serie più belle della storia del Baseball, ma anche una delle gare più incredibili e pazze che si siano mai viste sul diamante.

Di fronte, i Texas Rangers che avevano dominato il campionato e che si presentavano per la seconda volta consecutiva a giocarsi il titolo, contro i St. Louis Cardinals, che da cenerentola dei playoff è poi arrivata miracolosamente a vincere il suo undicesimo titolo in MLB.

Il cammino dei Texas Rangers

La squadra allenata da Ron Washington, aveva confermato tutte le attese della vigilia, raccogliendo la vittoria dell'American League West Division per il secondo anno consecutivo e stabilendo anche un nuovo record di vittorie per la franchigia (96 in stagione e 66 le sconfitte, per una media di 0.593).

L'obiettivo era chiaro, arrivare nuovamente in finale alle World Series per cercare di acciuffare il primo titolo sfuggito l'anno prima contro i Giants.

La forza della squadra è sicuramente l'attacco, con ben cinque giocatori sopra i 25 Home Run e tre oltre i 30: Kinsler (seconda stagione di fila oltre i trenta), Beltrè e Napoli, oltre a Cruz (29) e Hamilton (25). Anche Micheal Young in grande evidenza, chiudendo la regular season con 41 "Double hit" (il migliore dei suoi), 6 3B (Triple valide) e un totale di 213 valide che rappresenta il miglior dato in assoluto per l'American League.

I Rangers nei Playoff

Legittimo quindi puntare alla seconda finale consecutiva, aiutati forse anche dal tabellone dei playoff che li ha visti approdare a un esordio piuttosto agevole contro Tampa Bay, lasciando sull'altro lato la sfida tra gli Yankees (miglior percentuale in regular season in American League) e i Tigers.

Proprio Detroit è protagonista della prima sorpresa stagionale, eliminando New York alla fine di cinque combatte partite tra cui la vittoria esterna per 3-2 nella sfida decisiva. I Rangers dal canto loro, aprono la serie contro Tampa in maniera terribile (0-9 in casa), salvo poi riprendere il ritmo e aggiudicarsi tutte e tre le partite successive.

Lo scontro con i Tigers in semifinale parte decisamente meglio, tanto che dopo le due vittoria in apertura davanti al proprio pubblico, i Rangers vanno a vincere anche la quarta gara a Detroit (7-3) chiudendo poi la serie in maniera perentoria con un 15.5 in gara sei e approdando in finale alle World Series per il secondo anno di fila.

Il cammino dei St. Louis Cardinals

Di tutt'altro tenore la stagione regolare per i Cardinals, che fino a fine agosto di quell'anno, ovvero con un mese appena di gare ancora da giocare, si trovavano virtualmente fuori dai playoff, con un distacco di 10.5 da recuperare nei confronti di Atlanta, seconda in East Division dietro un imbattibile Philadelphia.

Poi a settembre, la squadra di Tony La Russa compie il primo miracolo di stagione, compiendo una delle più grandi rimonte della storia in MLB: 32 partite con un bilancio di 23 vittorie e solo 9 sconfitte, raggiungendo e superando la media dei Braves proprio all'ultima giornata e conquistando una Wild Card per i playoff.

Certo i Cardinals si presentano con il minor numero di vittorie tra le contendenti (90) e dovranno affrontare subito i favoriti assoluti per il successo finale (i Philadelphia Phillies che chiudono al primo posto la National League con un 0.603 di media), ma intanto, il sogno continua.

Merito di una compagine con un attacco comunque molto bilanciato guidato da Albert Pujols (37 fuoricampo in stagione) e Lance Berkman (31 homerun per lui), ma anche di un David Freese che si rivelerà poi decisivo nei momenti salienti. Così come l'esperienza di La Russa, che in questa stagione varcherà la soglia delle 5000 partite in MLB e sarà determinante nel mantenere la squadra concentrata fino all'ultimo secondo (e anche oltre).

I Cardinals nei Playoff

La sfida contro i Phillies sembra improba, soprattutto dopo la sconfitta iniziale per 11-6 nella serie. Poi però i Cardinals si stringono al meglio, soprattutto in difesa dove concedono pochissime valide agli avversari.

Vincono la seconda in trasferta per 5-4 perdendo però poi in casa per 3-2 la terza partita. Nella quarta i Cardinals trovano nuovamente una vittoria ma è nella quinta e decisiva partita che compiono un vero e proprio miracolo: i Phillies vanno sotto per 1-0 nel primo inning abbattendosi poi nella ferrea difesa dei Cardinals che non concede praticamente niente fino alla fine, mantenendo quel risultato che vale il passaggio del turno.

Un successo che amplifica esponenzialmente la convinzione degli uomini di La Russa, che si liberano poi dei Milwaukee Brewers in maniera netta con un 4-2 finale che li porta incredibilmente a giocarsi la finale di World Series contro i Rangers.

Le World Series

Già molte delle cose accadute in questa stagione, basterebbero a considerarla un'annata veramente incredibile. Ma non siamo nemmeno agli inizi di quella che verrà ricordata come una delle finali World Series più pazze di sempre.

I Rangers si presentano da favoriti ovviamente, ma la prima gara dimostra subito come per conquistare il titolo ci vorrà forse più del previsto. Sono i Cardinals, infatti, ad aggiudicarsi la prima in casa (avendo ottenuto il vantaggio del campo dopo la vittoria della NL nell'All-Star Game) per 3-2, salvo poi perdere la seconda con un 2-1 che mette in mostra la grande prestazione difensiva dei lanciatori Jaime Garcia (per i Cardinals) e Colby Lewis (per i Rangers), capaci di tenere fermo il risultato sullo zero a zero nei primi sei inning.

La gara tre però, ribalta completamente l'idea di due solide difese, dando invece sfogo a una spettacolare partita dei due attacchi. In particolare, a uno straordinario Albert Pujols, capace di mettere a segno ben 3 fuoricampo in questa partita, eguagliando le gesta e i record alle World Series di Babe Ruth e Reggie Jackson. Si chiuderà con un pazzesco 16 a 7 per St. Louis proprio in casa dei Ranger.

Una "scossa" che però evidentemente fa bene ai ragazzi di Ron Washington, che nelle successive due partite casalinghe regolano i Cardinals rispettivamente con un 4-0 e un 4-2 che riaprono la sfida e concedono due partite ai Rangers per provare ad aggiudicarsi il titolo. Una vittoria a cui vanno decisamente vicini, in una gara 6 letteralmente incredibile.

Gara 6: una partita pazzesca

La sesta partita della serie, merita un discorso a parte, perchè parliamo probabilmente di uno dei match più folli che si siano mai visti su un diamante durante le World Series.

Partita combattutissima nei primi sei inning, con un risultato altalenante ma di totale parità (4-4). La prima svolta arriva al settimo, quando i Rangers riescono a prendere il largo segnando 3 punti (due fuoricampo di Beltrè e Cruz più una corsa di Kinsler).

Nell'ottavo i Cardinals riescono a limare un punto, ma all'inizio dell'ultima fase offensiva al nono, due punti da recuperare sembrano davvero tanti. Per di più se al lancio c'è Naftali Feliz che dopo aver concesso una doppia a Pujols (che poteva essere alla sua ultima battuta con i Cardinals, visto che sarebbe andato via a fine stagione), trova sul piatto di battuta David Freese con due Out all'attivo. I Rangers sono di fatto a un solo strike dal titolo. Peccato che quella palla Freese non solo la prende, ma la fa volare lungo la linea destra per una tripla che vale due punti e il pareggio al nono sul 7 a 7.

Servono gli extra-inning. E qua le cose si fanno ancora più incredibili. Perchè i Rangers si rimettono all'opera in attacco, con un fuoricampo da due punti per Josh Hamilton che ancora una volta sposta la partita verso Texas che si mette in difesa pronto a vincere il titolo, tanto che lo stesso La Russa, raccomanda ai suoi di ringraziare i tifosi al termine della partita, per questa stagione comunque esaltante.

Peccato che i suoi ragazzi non ne vogliono sapere di mollare, e dopo aver ridotto lo svantaggio si ritrovano con Berkman in battuta con un punteggio di 2 e 2. Ancora una volta manca solo uno strike per vincere, ma ancora una volta la palla diventa invece una valida per i Cardinals che con un singolo riescono a segnare pareggiando (di nuovo) la partita proprio all'ultimo respiro.

Una botta che i Rangers accusano all'undicesimo inning, dove non riescono a trovare punti in attacco, trovando invece in difesa un David Freese ancora decisivo nel suo turno di battuta, con un fuoricampo che consegna la vittoria a St.Louis.

La vittoria delle Series

Dopo una gara del genere, era impensabile non vedere spostati radicalmente gli equilibri della sfida, che infatti i Cardinals sfruttarono appieno nel settimo match, chiuso con un netto 6-2 lasciando i Rangers a secco dal secondo inning in poi (merito anche di un Chris Carpenter sul monte di lancio, alla sua terza partenza di fila).

Per St.Louis fu l'undicesima vittoria alle World Series, riuscendo nell'impresa di recuperare per ben due volte un avversario a un solo lancio dalla vittoria (in precedenza solo i New York Mets nel 1986 erano riusciti a recuperare dal 5-3 a fine decimo), nonchè la seconda a vincere partendo come wild card nei playoff (prima c'erano riusciti i Boston Red Sox nel 2004, proprio contro i Cardinals peraltro).

Fu anche l'ultima stagione di Tony La Russa, che si ritirò dall'attività dopo oltre 5000 partite, 33 stagioni in MLB e tre titoli WS. Ma anche di Albert Pujols e CJ Wilson, entrambi passato poi al Los Angeles per la stagione successiva.

Per i Rangers, restò solo tanta amarezza e il record negativo di essere tra le poche squadre a perdere il titolo per due anni di fila: prima era già successo agli Atlanta Bravers (91 e 92) e ai New York Yankees (63 e 64). Per rivedere Texas di nuovo a competere per il titolo, bisognerà aspettare fino alla stagione 2023, dove però, finalmente, è arrivata anche la sua prima vittoria alle World Series (contro Arizona).

Ma questa, è un'altra storia.