Calcio

Germania-Svezia, da 4-0 a 4-4: lo sgomento e la gioia

Quando in occasione delle qualificazioni ai Mondiali di Brasile 2014 si è visto nel tabellone la sfida tra Germania e Svezia, si dava largamente per scontata una sfida a totale egemonia dei tedeschi.

Tuttavia, come spesso accade nel calcio o nello sport più in generale, si è rivelato come uno dei match più divertenti, entusiasmanti ed imprevedibili di quelli in programma.

Il bel gioco della Germania e l'imprevedibilità della Svezia

Nel corso della prima ora di gioco, la Germania, composta da assoluti campioni, ha messo in campo una vera e propria lezione di calcio. Quanto mostrato dai teutonici può definirsi al limite del sublime ed il tutto è stato giustamente coronato da ben 4 reti. Due gol di Klose, degno di nota il primo ovvero un sinistro a chiudere di ragguardevole fattura, uno di Mertesacker ed il quarta porta il nome di Mesut Ozil.

I più avranno probabilmente ad una partita ormai chiusa, totalmente in mano alla gestione e che avrebbe al massimo provato ad incrementare il numero delle reti. L'indiziato principale per segnarne un quinto era indubbiamente Klose. L'ex Lazio era difatti in quel momento ad un solo gol di distanza dal raggiungimento del record di 68 marcature detenuto da Gerd Muller con la maglia della nazionale.

Benché ci fossero tutti i presupposti per una goleada ancora più consistente da parte dei tedeschi, dopo l'ora di gioco la Germania ha spento l'interruttore, ammutolendo il pubblico di casa che dopo ben 4 gol di vantaggio ne aveva ben donde ad essere particolarmente su di giri.

A suonare la sveglia è Zlatan Ibrahimovic che riapre il match con un colpo di testa perfetto al 62'. Il portiere teutonico non può nulla e la difesa rimane spiazzata nel vedere il balzo e la precisione dello svedese. Da questo momento in poi, cambia la musica per la Germania. Si passa da un meccanismo perfettamente oliato ad un cortocircuito che proseguirà persino oltre il 90'.

Il secondo gol degli svedesi rivela da un lato l'eccesso di zelo degli stessi che gli sta permettendo una rimonta quasi insperata, dall'altro che la Germania ha peccato di superbia e sottovalutato un discreto avversario nell'ultima mezz'ora di gioco. Al 64' a segnare è Lustig, il quale approfitta senza troppi complimenti di una pesante leggerezza di Neuer.

Ci pensa poi Elmander al 76' a sedere tutta la difesa della Germania. Ancora più increduli rispetto all'occasione del gol di Ibrahimovic, i tedeschi tentano una qualche incursione per attenuare la foga degli svedesi. Benché gli undici in campo fossero all'incirca gli stessi, il rendimento era l'opposto. Tant'è che questo supplizio teutonico si conclude con tre minuti di recupero e la rete di Elm per il 4-4 della Svezia.

Svezia al settimo cielo, Germania bacchettata

Se il differente potenziale tra le due Nazionali non è in dubbio, lo è stato di certo il modo atipico con cui la Germania ha gestito il largo vantaggio conquistato nei primi sessanta minuti di gioco. Lo stesso Loew, al termine del match, non è stato in grado di fornire ai propri interlocutori una spiegazione razionale e plausibile di quanto accaduto.

La Germania imparò la lezione e nessuno dei giocatori si permise più di pensare che al 60' una partita possa definirsi conclusa. Insegnamento utile e prolifico, dato che poi sono stati proprio i teutonici ad alzare la coppa in occasione dei Mondiali di calcio in Brasile nel 2014.

D'altro canto, la Svezia non ha potuto far altro che godersi le luci della ribalta per quella sera. Gli uomini di Erik Hamren non si sono fatti influenzare da una sorta di ordine prestabilito per il quale in un certo qual modo dovessero accettare passivamente lo strapotere teutonico.

Questo risultato alla vigilia del match pareva davvero impronosticabile. Un doppio poker è sempre difficilmente immaginabile, basti pensare che al termine della prima frazione di gioco la scommessa esito parziale/finale 1/X era dato a 20,00.

Per quanto è dato sapere, la Svezia si è più volte mostrata capace di imprese illustri. Nulla da eccepire quindi se dovesse rendersi nuovamente protagonista di un'altra impresa.