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Cosa significano le maglie del Tour de France

Quella gialla rispecchia il leader, la bianca è riservata al miglior giovane, ma la più iconica forse è quella a pois del re della montagna. Ecco tutti i "maillot" della Grande Boucle

Ogni maglia nel ciclismo ha il suo significato. Al Tour de France ciascuna è simbolo di un qualche primato: la gialla, la verde, quella a pois, la bianca.

Andiamo a conoscere però tutti i segreti di questi maillots, come li chiamano i nostri cugini d'Oltralpe, in attesa che decolli l'edizione 2024 della Grande Boucle.

Maglia Gialla del Tour, da dove viene

Il leader è in maglia gialla, anzi con la maiuscola: in Maglia Gialla. Il Giro d'Italia ha naturalmente la Rosa, ma il Tour la Jaune, le Maillot Jaune. Per la Vuelta di Spagna invece c'è la Rossa.

Sappiamo tutti bene o male per esempio da dove venga la Maglia Rosa del Giro, dai colori dell'organizzatore originario della corsa che si disputa sulle nostre strade, il quotidiano "La Gazzetta dello Sport".

La Maglia Gialla esiste dal 1919 e anche qua c'entra qualcosa con l'organizzatore (all'epoca) del Tour de France, il giornale "L'auto", con le sue pagine gialle. "L'Auto" che è il "papà" dell'odierno "L'Equipe", il maggior quotidiano sportivo francese.

Si dice che il primo in assoluto ad aver indossato le Maillot Jaune del leader della classifica generale, Eugene Christophe, amasse poco quella maglia perché al suo passaggio gli spettatori imitavano il verso dei canarini.

Dal 1987 la banca Credit Lyonnais sponsorizza la Maglia Gialla, omaggiando ogni vincitore di tappa anche di un leoncino in peluche.

Maglia a pois, la più iconica: perché c'entra il cioccolato

L'ultimo ad averla indossata sul podio di Parigi nel 2023 è stato il nostro Ciccone: un italiano "in maglia a pois", sfondo bianco e tanti pallini rossi. È il simbolo del vincitore della classifica degli scalatori del Tour de France e una delle maglie più iconiche nel mondo del ciclismo.
Qua invece la storia è leggermente più complessa, o quantomeno non così immediata. La classifica degli scalatori al Tour esiste dal 1933 ma fino al 1975 non è esistito un riconoscimento visibile per i re delle montagne.

Quell'anno uno degli sponsor della Grande Boucle, i cioccolatieri Poulain, che davano la loro partnership alla classifica della montagna, chiesero ufficialmente alla direzione del Tour una maglia dedicata al miglior "grimpeur", come si chiamano in francese gli scalatori.

E il direttore della corsa, il giornalista Felix Levitan, decise di omaggiare uno dei suoi migliori amici, pluricampione di Francia nelle gare in pista prima della Seconda Guerra Mondiale: Henri Lemoine.

Caratteristica di Lemoine, la sua divisa, simile a quella dei fantini dell'ippica: una divisa a puntini, naturalmente, bianchi e rossi. Soprannome di Lemoine, peraltro, era "Petit pois", il "Pisellino", perché "pois" significa appunto pisello.

I cioccolatieri Poulain in seguito avrebbero cambiato il loro packaging e le loro confezioni sarebbero diventate a pois, come la maglia del Tour.

La maglia a verde e il grande equivoco

All'inizio della sua storia, nel 1903 la prima edizione, il Tour de France dovette passare in mezzo a modifiche anche sostanziose del regolamento: dalla classifica generale "classica" coi distacchi per minuti e ore a quella "a punti", in base ai piazzamenti senza stare lì a guardare le differenze di tempo.

Dal 1912 in poi la situazione si sarebbe stabilizzata, ma nel 1953 si decise di introdurre la classifica a punti per chi si fosse piazzato meglio durante le tappe, al netto dei tempi. Classifica a punti con maglia di un colore diverso dal Giallo, simbolo del leader della generale.

E il tono scelto fu il verde, lo stesso di uno degli sponsor della Grande Boucle,"A la belle jardinière". Un nome che potrebbe trarre in inganno, letto così sembrerebbe qualcosa legato al giardinaggio ma non è così.

"A la belle jardinière" infatti era una catena di negozi che si occupava di vestiti su misura e il cui "colore sociale" era il verde, appunto. Certo, poi con quel nome ci si sarebbe potuti confondere con il giardinaggio e molti sono caduti nell'equivoco collegandolo col verde.

Nel 1968 un nuovo sponsor (la Sic, marchio di bevande gassate) decise di apporre il suo colore, il rosso, per questa classifica a punti, ma il cambio durò solo un anno: dal 1969 ad oggi il leader della classifica a punti veste di verde. Curiosamente nel 1968 in rosso finì il nostro Franco Bitossi.