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Vuelta a España 2023, presentazione e protagonisti

Ultima grande corsa a tappe di quest'anno, eccezionalmente dopo il campionato mondiale e non prima. La Vuelta a España 2023 congiungerà, anche se a tre settimane di distanza, le due città principali del paese iberico: Barcellona e Madrid.

Ormai da qualche tempo ahinoi il parterre dei partecipanti è più ricco di nomi, più pesante rispetto al Giro d'Italia. In questa edizione poi il nome di spicco è quello di Jonas Vingegaard, freschissimo trionfatore al Tour de France, che tenterà l'assalto alla Maglia Rossa assieme al compagno di squadra Primoz Roglic, che di Vuelta ne ha già vinte tre, dal 2019 al 2021.

Jumbo che quindi non vuol mollare il colpo, per cercare un pieno inedito a questi livelli: vincere tutte le tre grandi corse a tappe nello stesso anno, visto che "Rogla" a maggio aveva conquistato il Giro d'Italia.

Chi potrà mettere i bastoni tra le ruote a Vingegaard e allo sloveno? Il belga Evenepoel campione in carica? In tal senso la Vuelta ha sempre riservato qualche sorpresa negli ultimi anni.

Vuelta 2023, le tappe da non perdere

Si comincia con con una cronometro a squadre a Barcellona (un tipo di gara che negli anni è andata via via scemando), ma già alla terza tappa si dovrebbero vedere i fuochi d'artificio, con l'arrivo in quota ad Arinsal, ad Andorra.

Prima settimana abbastanza tranquilla in realtà, dove qualche nome non abituale potrebbe indossare la Maglia Rossa. Si correrà al sud, quindi attenzione al caldo che anche ai primi di settembre picchia duro laggiù, tra la Comunità Valenciana e quella di Murcia.

Il 5 settembre seconda e ultima cronometro, stavolta individuale, per le strade di Valladolid. Tutto in piano, abbastanza breve (25 chilometri), test per vedere un po' i big a che punto di forma stanno. Se Vingegaard e Roglic vanno come al Tour e al Giro gli altri possono anche alzare bandiera bianca.

Tappe da cerchiare in rosso, invece, quelle dell'8 e 9 settembre in cui il gruppo sconfinerà in Francia per affrontare nientemeno che il Tourmalet e le rampe di Larra-Belagua, nei Pirenei della Navarra. Frazioni relativamente corte ma in cui il recupero sarà fondamentale. L'anno scorso in quelle tappe a chiudere la seconda settimana ci fu il doppio exploit di un Carapaz già fuori classifica, con l'attacco di Roglic a un Evenepoel fin lì perfetto. Insomma, momenti-chiave della corsa.

Ultima settimana con il temibilissimo nord della Spagna, il solito tremendo Angliru con le sue rampe oltre il 20% e La Cruz de Linares. Anche qua, un back-to-back tra il 13 e il 14 settembre che rischia di fare malissimo. Probabile che la sera del 14 sapremo già più o meno come sarà il podio di Madrid. A meno di rivoluzioni nella penultima tappa, un continuo saliscendi sulla Sierra de Guadarrama alle porte della capitale spagnola.

Sulla carta comunque Vuelta molto mossa con poche tappe per gli sprinter, forse 4 o 5, e moltissime adatte alla fuga. Una quarantina di chilometri a cronometro, montagne insidiose non tante ma davvero dure, con Andorra, Tourmalet e Angliru sugli scudi.

Vuelta 2023, tutti contro la Jumbo

Il tema vero sarà: Jumbo padrona o no? L'anno scorso nessun loro corridore della Jumbo salì sul podio a Madrid. Roglic, che era secondo, si era dovuto ritirare dopo 17 tappe. E pensare che l'inizio della Vuelta 2022 era stato tanto per cambiare all'insegna dei "gialli", con la cronosquadre vinta e il nostro Affini addirittura in Maglia Rossa.

Poi la crescita esponenziale di Evenepoel, trionfatore alla fine, davanti a Enric Mas e a Juan Ayuso. Già, Ayuso: è da dodici mesi che il valenciano sta preparando questa Vuelta dopo il terzo posto del 2022. Sarà sotto pressione? Senza dubbio. La Uae lo ha scelto come capitano indiscusso affiancandogli Almeida, che al Giro d'Italia si è dimostrato in grado di arrivare fino in fondo alle grandi corse a tappe.

La Spagna punta tutto su di lui, dopo aver scoperto al Tour de France quel Carlos Rodriguez che si candida pure lui a un posticino sul podio a Madrid. Accanto al "vecchio" Geraint Thomas, secondo al Giro, la Ineos potrebbe puntare fin da subito alla Maglia Rossa, visto che come l'anno scorso si comincia con una cronometro a squadre e nel 2022 dietro alla solita Jumbo erano arrivati i ragazzi della Grenadiers: con Filippo Ganna al via, traguardo fattibilissimo.

E poi c'è Evenepoel, campione in carica e come abbiamo visto a Glasgow in formissima almeno a cronometro, dove ha sbaragliato la concorrenza, compreso il nostro Ganna. Non si dovrebbe uscire, per quanto riguarda il podio, dal circolo ristretto formato dal belga, dai due della Jumbo, da Ayuso e da Geraint Thomas.

Difficile pensare a un inserimento di Carapaz, capitano della EF e reduce da un Tour durato pochi chilometri (caduto nella prima tappa di Bilbao in discesa, come Mas), o dei due della Bora, Vlasov e Kamna, troppo irregolari per mantenere alto il livello lungo tre settimane.

Il nostro Damiano Caruso può puntare alla top ten, tenendo conto che la sua Bahrain-Victorious sta correndo nel ricordo dello sfortunato Gino Mader, morto al Giro di Svizzera, e che al Tour con Pello Bilbao ha dato veramente spettacolo.