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I migliori film sul basket da guardare tutti d'un fiato

Quando su Netflix è venuto fuori quel piccolo gioiellino chiamato 'Hustle', nello scrigno dei ricordi si è spalancato un cassetto: ma quanti bei film sono stati realizzati sul basket?

Tanti, tantissimi. E tutti diversi. Da un romanzo di formazione come Coach Carter alla spensieratezza di Space Jam (il primo, il secondo proprio no), fino alla trama intricata di The Way Back, con Ben Affleck.

Insomma: ne sono arrivate, di gemme. E hanno saputo appassionare tutto il mondo, spesso con una storia tipicamente americana. È la forza delle emozioni e il basket ne ha sempre regalate tantissime, anche se si ferma ai singoli documentari: inutile lo spoiler di 'The Last Dance' in questa classifica, ma giusto segnalare anche il racconto di Untold su Tim Donaghy, l'arbitro della Nba che scommetteva e "aggiustava" le partite che arbitrava. Brividi.

Va da sé: non è stato facile stilare questa classifica. Ci sono però grandi classici e piccole chicche: prendetela con i guanti, prima d'infilare la tripla dal divano.

White Men Can't Jump (1992)

Uno dei migliori esempi di basket sul grande schermo, questa volta incentrato su una commedia che si ispira anche a film classici come Lo spaccone.

In White Men Can't Jump abbiamo un leggendario trio di protagonisti con Wesley Snipes, Woody Harrelson e Rosie Perez, che contribuiscono a sostenere tutte le sezioni di questo film fenomenale.

Con un tono leggero e facile da capire, ci porta nel particolare rapporto di due grandi talenti del basket di strada, uno bianco e uno nero, che cercano di ottenere denaro attraverso trucchi e giochetti da marciapiede.

Ci sarà una lotta di ego, conflitti razziali - anche se niente di "riflessivo" - e problemi economici che dovranno essere risolti, mentre i due mostrano passione e talento in campo.

He Got Game (1998)

Uno dei ruoli più iconici e trascendentali di Denzel Washington è stato quello costruito per lui da Spike Lee, che ha anche dato al giocatore di basket Ray Allen l'opportunità di apparire sul grande schermo.

He Got Game permette al regista di sfruttare la sua passione per il basket - è un tifoso dei New York Knicks - e di continuare a esplorare la condizione degli uomini di colore ai margini della società.

Denzel interpreta un detenuto che ha la possibilità di uscire di prigione se riesce a convincere suo figlio, Jesus Shuttlesworth (Allen), a giocare per la squadra locale. Jesus è uno dei migliori talenti del Paese e ce l'ha fatta prendendosi cura di se stesso e di sua sorella da solo. Ora si trova a dover scegliere se accettare una borsa di studio universitaria o fare il salto nell'NBA.

Coach Carter (2005)

Un classico ricorrente di questo argomento è Coach Carter, un dramma scolastico e poco convenzionale con Samuel L. Jackson, in uno dei suoi ruoli più stellari.

Il film segue tutti gli aspetti che ci si aspetta da un film di questo tipo, ma lo fa in modo sobrio ed efficace, lasciando spazio anche a un cast giovane che include un precoce Channing Tatum.

La trama è basata sulla storia vera di Ben Carter, un allenatore di basket della Richmond High School in California. Nel 1999 è in una striscia vincente impressionante, per un totale di 14 vittorie consecutive, ma decide di interromperla per imporre un regime rigoroso ai suoi giocatori, per abbassare i loro umori e le loro manie di grandezza e insegnare loro ad avere rispetto e amore per lo sport.

High Flying Bird (2019)

Ecco un'interessante mossa di Steven Soderbergh, che ha girato questo esclusivo dramma originale Netflix con gli iPhone.

High Flying Bird non abbonda in minuti di pallacanestro o di rimbalzi, ma è un'esplorazione approfondita dell'NBA come business e come struttura, e di come questo influisca sui giocatori che vi entrano.

Il film ci introduce nel bel mezzo di un lockout, in cui i proprietari dei club e i giocatori sono in stallo fino a quando non viene raggiunto un accordo economico reciprocamente favorevole.

Nel mezzo, un agente sportivo (André Holland) deve cercare di provvedere al suo cliente, la grande promessa dell'ultimo draft (Melvin Gregg), ed elabora un elaborato piano che Soderbergh esegue come se fosse uno dei suoi classici film di rapina.

The Last Dance (2020)

Uno dei fenomeni inaspettati degli ultimi anni è stata la miniserie The Last Dance, che esplora in 10 episodi l'"ultima stagione" di Michael Jordan con i Chicago Bulls, dopo la quale si è ritirato dalla pallacanestro per la seconda volta - sarebbe poi tornato a giocare per i Washington Wizards.

Anche se è un po' troppo parziale per ingigantire il mito e la prospettiva della grande icona del basket, la docuserie è un favoloso esercizio di narrazione, che assembla rapidamente filmati d'archivio del passato con le imprese della stagione 1997-1998 e nuove interviste rilasciate da Jordan. Un mito che è andato oltre il campo da basket, nel bene ma anche nel male.