Nazionale a Napoli

Calcio

Quando l'Italia gioca a Napoli

Ecco: quella "da tre punti", al San Paolo di allora e oggi al Maradona, manca dal 15 novembre 1997. Italia-Russia, uno a zero, gol di Casiraghi al minuto 53, in una partita di qualificazioni Mondiali a Francia 1998. Era lo spareggio, il ritorno decisivo dopo l'andata terminata per 1-1 in trasferta.

Era la squadra di Cesare Maldini, ancora da costruire per una Coppa del Mondo che ci costerà parecchie lacrime. Davanti a Peruzzi, Pessotto con Ferrara, Costacurta e Cannavaro, più Paolo Maldini. Dino Baggio e Albertini, con Di Matteo, in mezzo. Davanti: la corsa di Ravanelli e Casiraghi, con Del Piero dal primo minuto.

Bei ricordi insomma. Molto meno gli ultimi: sono dieci anni dall'ultima volta con l'Armenia. Finì 2-2: al vantaggio di Movsisyan, la risposta di Florenzi. Al vantaggio di Mkhitaryan, la risposta di Balotelli. E Prandelli, dopo un Europeo da protagonista, rispolverava la sua Italia per il mondiale brasiliano, poi finito male. Malissimo.

Ecco; era un'altra Nazionale, quella. Ed era una Napoli che si stava risvegliando anche a livello europeo. La prossima partita sarà invece un altro racconto: a casa della capolista, tra entusiasmi ritrovati e un feeling comunque importante tra la città e la maglia azzurra.

Lo stesso feeling che si pensava spezzato nel 1990, ai Mondiali, in casa: in tanti, nella semifinale Italia-Argentina, raccontano del tifo partenopeo nei confronti di Maradona, capitano e leader naturalmente del Napoli. Ma è andata proprio così?

Italia Novanta e la maledetta semifinale con l'Argentina

La semifinale tra Italia e Argentina è forse il ricordo più vivido se si pensa alla Nazionale in campo a Napoli. Intanto, passo indietro: cosa ci si giocava? Praticamente tutto.

Un posto nell'epilogo del Mondiale in casa, una missione che Vicini aveva preso in eredità e che stava per portare a termine. Gli azzurri, quegli azzurri, erano semplicemente i più forti. E dopo 17 minuti si trovarono in vantaggio con l'uomo baciato dal destino, Totò Schillaci. Al 68', Caniggia pareggiava i conti, portando la gara ai supplementari e il destino a sciogliersi ai calci di rigore. Decisivi gli errori di Donadoni e Aldo Serena.

In tanti, anche tra i calciatori presenti, arrivarono a parlare del tifo in quella partita: surreale. Ai tempi già Maradona aveva aizzato il suo popolo, spesso non esattamente trattato coi guanti dal resto dei tifosi italiani. "Ora tutti chiedono al popolo napoletano di essere italiani e di sostenere la Nazionale...", ammiccò Diego, che ebbe una risposta chiara dalla sua Napoli: in tanti erano dalla sua parte.

Beppe Bergomi, presente in quel match, ricorda sempre la partita con l'Argentina con molto dolore: "Allora il Napoli aveva come avversari il Milan di Sacchi e la mia Inter, quella dello scudetto dei record con Trapattoni nel 1989. La Nazionale era composta in gran parte da milanisti e interisti. Non dico che i napoletani abbiano tifato contro, però quella sera al San Paolo non sentivamo lo stesso entusiasmo di Roma".

L'errore di Zenga ha fatto la storia. Ferri si era perso Caniggia. Bergomi avrebbe potuto stringere su Diego. Quell'Italia, in generale, meritava forse altra sorte. A prescindere dal tifo.

Le partite più importanti

Napul'è, però, un sole amaro negli ultimi anni.

E terra anche di pareggi: ben 5 nelle ultime otto partite, a partire proprio da Italia 90 e la sfida con l'Argentina. In particolare negli ultimi anni, sono arrivati i pari con Armenia, Lituania, Serbia Montenegro. Prima di un ko indolore durante le qualificazioni agli Europei del 2000 (altra amarezza finale) che l'Italia ottenne in maniera assolutamente incredibile. Dopo il vantaggio di Fuser e il raddoppio di Bobo Vieri, al 40' la partita sembrava finita. Prima Jorgensen, poi Wieghorst e infine Tomasson, chiusero i conti con gli azzurri di Dino Zoff, fatti a pezzi in un secondo tempo da incubo.

In generale, l'Italia ha subito sempre diversi gol a Napoli: sono sette i gol nelle ultime quattro partite. Dato in controtendenza rispetto alle prime, quando nel doppio numero di match - quindi otto - aveva preso appena tre reti.

Le partite più importanti?

Italia-Russia, tanto per iniziare: anche l'ultima vittoria, e portò ai Mondiali in Francia.

Oltre a Italia 90, però, c'è stata un'altra gara di una competizione internazionale importante: è stato l'Europeo del 1968, gli azzurri affrontavano l'URSS.

In campo, per la formazione di Valcareggi, una squadra d'antologia: Zoff, Burgnich, Facchetti, Bercellino, Castano, Ferrini, Domenghini, Juliano (proprio napoletano), Mazzola, Rivera, Prati. Finì 0-0, era la semifinale: l'Italia passò grazie al sorteggio, andando a pareggiare la prima partita con la Jugoslavia e vincere la seconda allo stadio Olimpico, due giorni dopo.

La coppa finì agli azzurri. E tutto nacque da un bacio della monetina, a Napoli.