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Calcio

Allegri vs Pioli: l'estro toscano e la pacatezza emiliana si sfidano sul terreno di gioco

Meritevoli di attenzione sono i dati che vedono contrapposti i duelli tra Massimiliano Allegri e Stefano Pioli.

Il primo può essere tranquillamente definito come la bestia nera del secondo ed i dati in tal senso rappresentano una sentenza.

Da promessa del calcio giocato a certezza in panchina

Massimiliano Allegri nasce l'11 agosto nel 1967 ed inizia a muovere i primi passi nel mondo del calcio nel 1984 tra le fila del Cuoiopelli.

La sua carriera da calciatore è spesso passata in secondo piano e le esperienze degne di nota in tal senso sono piuttosto esigue. Anzi, negli anni 90' il suo nome è riecheggiato più sulla cronaca rosa che sul rettangolo verde.

La sua cifra stilistica è indubbiamente rappresentata dall'accento livornese e da un atteggiamento sprezzante, tipicamente toscano. Sulla sua carriera da professionista, nel 2011 Giovanni Galeone dirà: "Lui da giocatore ha fatto meno, molto meno di quanto meritasse".

La sua rivalsa arriva grazie alla carriera di allenatore che inizia nel 2003 all'Aglianese. La prima chiamata importante arriva nel 2008, dopo l'ottima stagione disputata sulla panchina del Sassuolo. Cellino, all'epoca presidente del Cagliari, decide di puntare sul tecnico toscano che aveva già rappresentato i colori della città sarda nel corso della sua carriera da giocatore.

I due anni trascorsi in Sardegna sono stati all'insegna dell'instabilità. Il primo anno dopo zero vittorie nelle prime cinque partite, al termine del campionato conquistò il nono posto. Partenza in salita anche l'anno successivo: zero punti nelle prime quattro ed esonero alla 33a giornata.

In seguito all'esperienza sarda, fu l'ex presidente del Milan Silvio Berlusconi a notare le sue capacità e rimanere affascinato dal suo modo di giocare. Lo volle sulla panchina rossonera dopo l'esonero e la scelta fu vincente, almeno per gran parte. Con Allegri in panchina il Diavolo riuscì a mettere in bacheca il 18° scudetto e la 6a Supercoppa Italiana della sua storia. Il livornese dopo tre anni e mezzo venne sollevato dall'incarico ed al suo posto subentrò Clarence Seedorf.

Successivamente si trasferì a Torino, sponda bianconera. La sua esperienza qui iniziò dopo che Conte si dimise improvvisamente dall'incarico. La sua esperienza si divide in due cicli ma è indubbiamente la prima ad essere rimasta nella storia. Allegri se ne andò nel 2019 dopo aver aggiunto nel palmares della Vecchia Signora cinque scudetti, quattro Coppe Italia ed aver disputato per due finali di Champions League, poi perse. Il tutto nell'arco di soli cinque anni.

La lunga via della pazienza: il successo tardivo di Pioli

Proprio come Massimiliano Allegri, anche Stefano Pioli ha iniziato la sua carriera nel mondo del calcio da calciatore. Pure per lui, l'esperienza da giocatore è caratterizzata da più bassi che alti. Esordio con il Parma, città d'origine e della quale si è sempre dichiarato tifoso, gioca nel ruolo di difensore.

I momenti di maggiore lustro li ha vissuti tra le fila della Juventus, unica top tre di Serie A che non ha mai allenato. È proprio in questo periodo che il club lo fa esordire nella Coppa dei Campioni - ora Champions League - all'età di 18 anni e 335 giorni ed è ancora ad oggi il più giovane ad aver debuttato nella massima competizione europea con la maglia bianconera.

Per il resto della sua carriera ha calcato campi di campionati minori anche con discreti risultati ma senza mai arrivare ai livelli raggiunti alla Juventus. Non appena terminata l'esperienza da calciatore professionista, ha deciso di intraprendere quella da allenatore. Ho scelto come meta il Bologna, nello specifico la sezione allievi nazionali. Tornerà ad allenare la compagine emiliana dal 2011 al 2014.

In seguito siederà sulle panchine di Lazio, Inter e Fiorentina. Qui vivrà anche la traumatica esperienza della morte di Davide Astori. Infine sarà il turno del Milan, squadra della quale è tuttora tecnico. Tra e fila rossonere è riuscito a riportare il club ad alti livelli, giocandosi una semifinale di Champions League e vincendo il 19° scudetto da inserire nel palmares del Diavolo.

La sua esperienza al Milan sta continuando tra alti e bassi. Lo scorso anno i rossoneri hanno raggiunto il quarto posto grazie al decurtamento di 10 punti subito dalla Juventus. Pure questa stagione è caratterizzata da un andamento scostante ed al momento si trova a rincorrere le prime due.

I precedenti tra Pioli e Allegri

Partite giocate 22
Vittorie Allegri 15
Pareggi 5
Vittorie Pioli 2
Gol Allegri 37
Gol Pioli 15

Nonostante abbiano iniziato la carriera da calciatori negli stessi anni, non si sono mai incrociati. Eppure sarebbe potuto succedere in più di un occasione. Pioli ha giocato nel Padova nel corso della stagione 95/96 e Allegri è entrato a far parte dell'organico della compagine veneta nel 1997.

Ad essere interessante è il modo in cui si sono succeduti su due panchine di Serie A. Negli anni in cui Pioli era al Bologna (2011/2014), Allegri guidava il Milan e permetteva ai rossoneri di tornare sul tetto d'Italia.

Al termine del 2019 Allegri decise di lasciare la Juventus e prendersi un po' di tempo per sé ed in quel momento Pioli iniziò la sua avventura al Milan dopo alcuni anni nei bassifondi. Anche lui riportò il Milan al primo posto in classifica, vincendo lo scudetto della stagione 2021/2022.

Durante la loro carriera da allenatori si sono affrontati complessivamente 22 volte. Il bilancio è nettamente a favore del livornese. Difatti, i numeri dicono 2 vittorie per Pioli, 5 pareggi e ben 15 ko.

A causa di ciò, Allegri è stato considerato da sempre la bestia nera del tecnico rossonero.

Altra curiosità riguarda il numero di numeri che questi due si sono affrontati. Gli scontri, come già detto, ammontano a 22 pertanto Pioli è il secondo allenatore di Serie A che Allegri ha affrontato più volte.

Il primo in questa particolare classifica è Gian Piero Gasperini con il quale si è confrontato in ben 27 occasioni.