Ci sono storie, anche nel mondo del pallone, che semplicemente non hanno senso.
Quella di André Schurrle, che fra le altre cose vanta una coppa del Mondo in bacheca vinta con la Germania, è sicuramente una di queste.
Ma andiamo con ordine: Schurrle fin da bambino pare destinato a fare grandi cose con la palla fra i piedi e dopo un brillante inizio carriera con la maglia del Magonza, approda al Bayer Leverkusen. È lì che arriva la consacrazione e la successiva chiamata del Chelsea, che gli permette di approdare in Premier League sotto la guida di José Mourinho.
Anche se il rapporto con lo Special One non sboccia mai veramente (Schurrle ammetterà che Mou gli fece perdere autostima a causa dei suoi metodi) proprio nel corso dell'esperienza londinese, arriverà il picco della sua carriera: la vittoria del Mondiale nel 2014 da protagonista. L'ex attaccante tedesco è decisivo nella vittoria ai quarti di finale, fa doppietta nello storico 7-1 dei tedeschi al Brasile e fa l'assist a Mario Gotze in finale per il gol vittoria. È semplicemente on fire.
Schurrle in quel momento ha 24 anni, una marea di soldi e infinite possibilità all'orizzonte. Ma un tarlo, dentro di lui, inizia a divorarlo lentamente. Partita dopo partita, intervista dopo intervista, un gol dopo l'altro il giovane Andre, semplicemente, si perde.
"Non ho più bisogno degli applausi. Le ombre in questo momento si sono fatte sempre più buie e le luci sono poche. Tutto quello che conta in questo mondo è la prestazione sul campo, debolezza e vulnerabilità non devono mai esistere. Se le cose non vanno bene, se giochi male, non hai neanche il coraggio di uscire. Devi sempre svolgere un certo ruolo per sopravvivere nel calcio".
Queste le parole di un calciatore che, a soli 29 anni, decide di ritirarsi dal calcio giocato per dedicarsi a qualcosa di più profondo, che lo faccia sentire vivo.
E qui arriva la parte stramba della storia: perché invece di aprire un chiosco a Rio, invece di girare il mondo in mongolfiera, invece che addomesticare un orso e tenerlo in casa, l'ex Chelsea, oltre a diventare un businessman e investire in diverse start up (sportive e non) ha deciso di entrare in comunione con la natura nel modo più brutale possibile, ossia ideando e prendendo parte ad imprese veramente strampalate.
Basta scorrere il suo Instagram per averne la prova: Schurrle è diventato un pazzo scatenato.
Hanno migliaia di likes i suoi video in cui nuota nelle acque di un ghiacciaio che registra la temperatura di un solo grado centigrado, per non parlare di quando ha deciso di scalare in canottiera una delle montagne più alte della catena dei Sudeti, in Polonia.
Ma il meglio è arrivato questa estate: con il raggiungimento della vetta più alta dell'intera Germania, posta ad oltre tremila metri di altitudine, il tutto con un equipaggiamento...beh, sicuramente non troppo adatto all'occasione.
La sua caption, però, non ammette repliche: "2 del mattino, silenzio, completamente esausto, ancora 5 ore alla vetta, freddo, milioni di domande nella mia testa..."
Che una di queste milioni di domande fosse un banale "ma chi me lo ha fatto fare?" lo scartiamo subito, perché magari è solo una nostra impressione, ma il sorriso sulla sua faccia ci racconta di un uomo che ora, finalmente, ha trovato un senso per la propria vita.
Facci sognare, André!