Calcio

I rigori condannano l'Inter. L'Italia del pallone non ha più squadre in Champions League

Il primo elemento che salta all'occhio è quello che, con l'uscita dell'Inter dalla Champions League, non vi sono più squadre a mantenere alto onore e ranking dell'italico pallone in questa stagione.

O almeno non ci sono più nella massima competizione europea, visto che agli ottavi di finale approdano tutte squadre che non provengono da quello che una volta veniva chiamato "Il Bel Paese", tre spagnole, due tedesche, due inglesi e una francese.

Un brutto colpo per il calcio italiano, che adesso deve sperare nella Roma, nell'Atalanta, nel Milan e nella Fiorentina, per conquistare uno dei due posti utili nella classifica del ranking per presentare 5 squadre nella rivoluzionaria Champions della prossima stagione.

Brutto risveglio

Se però siete entrati a leggere questo pezzo, con ogni probabilità vi interessano le dinamiche che hanno originato l'eliminazione dell'Inter, uscita in modo sorprendente per mano dell'Atletico Madrid, che si conferma per l'ennesima volta, squadra ostica e difficile da affrontare.

La verità è che i nerazzurri partivano favoriti alla luce della rete di vantaggio e di un momento di forma strepitoso, che perdurava dalla prima partita del 2024, addirittura 13 vittorie consecutive, senza quasi mai un'esitazione.

Il problema arriva però proprio dalla partita di andata, quando l'Inter non è riuscita a concretizzare in maniera congrua una predominanza tecnica e territoriale che nessuno può smentire.

Inzaghi aveva indirizzato il match come spesso ha fatto in altre occasioni, con il pressing alto, atto a togliere le fonti del gioco madridista, fatto, come ormai da tempo, di infiniti passaggi e la ricerca spasmodica del pertugio giusto che porta alle occasioni da rete, mai copiose, ma di qualità.

Il problema per Simeone era quello che dall'altra parte della metà campo, c'era l'Inter, la difesa meno battuta d'Italia e una delle meno battute d'Europa, formata da una retroguardia che, fino alla partita del ritorno, sembrava palesare meccanismi perfetti.

Il ritorno

E in effetti anche la partita del Wanda Metropolitano sembrava instradata verso un canovaccio visto e rivisto: sfuriata iniziale degli avversari, momento in cui l'Inter prende piano piano campo e, infine, zampata di uno dei realizzatori dei nerazzurri, in questo caso Dimarco, finalizzatore di un'azione bellissima che lo metteva a tu per tu con Oblak.

Già, infine.

Paradossalmente quell'episodio, da essere la pietra tombale della partita e della qualificazione, diventa il trampolino di lancio di quella che è la clamorosa rimonta degli avversari, che però nasce da una scintilla.

Non è mai bello mettere sotto processo un singolo giocatore o una singola azione, ma il liscio di Pavard nell'occasione della rete di Griezmann, grida vendetta.

L'azione è convulsa e si sviluppa sulla destra dell'attacco dell'AM, versante dal quale arriva un cross che viene messo fuori dalla difesa dell'Inter, prima che il difensore francese sbucci il pallone, servendo l'assist perfetto al suo compagno di nazionale, che batte senza problemi Sommer.

Il resto della partita

L'Inter non demerita nell'arco del match, tutt'altro.

Sfiora a più riprese il vantaggio e dà sempre e comunque l'impressione di poter imprimere il proprio ritmo alla partita, esattamente come ha fatto in tantissime occasioni quest'anno e nel resto della stagione.

Questa volta, però, le occasioni, almeno due clamorose, non vengono convertite da Thuram e Barella e il match rimane in bilico, con quel gol di vantaggio che non garantisce alcuna sicurezza.

Il patatrac arriva a quattro minuti dalla fine, dopo l'uscita di Barella che spariglia le carte e mette in crisi gli equilibri fino a quel momento ben riusciti alla squadra di Inzaghi, che prima non riesce più a uscire dalla propria metà campo, per poi farsi schiacciare inesorabilmente fino alla rete di Depay, che erano un paio di anni che non faceva una prestazione così notevole.

Il match del Wanda Metropolitano si chiude così con i rigori, che decretano la qualificazione dell'Atletico Madrid.