L'infortunio di Nicolò Barella ha scosso l'Inter e i suoi tifosi. Il centrocampista sardo, pilastro della squadra di Simone Inzaghi, ha riportato una distrazione al retto femorale della coscia destra durante il derby di Milano.
Gli esami effettuati presso l'Istituto Humanitas di Rozzano hanno confermato la diagnosi, e i tempi di recupero stimati lo tengono lontano dai campi per circa un mese. Questo significa che salterà partite importanti come quelle contro Udinese, Stella Rossa e Torino, e potrebbe tornare disponibile solo dopo la pausa per le Nazionali.
L'assenza di Barella rappresenta un duro colpo per l'Inter, che si trova ora a dover fare a meno di uno dei suoi giocatori chiave in un momento della stagione in cui le partite si susseguono a ritmo serrato. Simone Inzaghi ha a disposizione diverse soluzioni per sostituirlo, tra cui l'opzione di Davide Frattesi, che ha già dimostrato di poter essere una valida alternativa. Frattesi ha già sostituito Barella in alcune occasioni in questa stagione e ha mostrato buone prestazioni anche con la maglia della Nazionale. Un'altra possibilità è quella di affidarsi a Piotr Zielinski, nuovo acquisto dell'Inter, che sta cercando di ritagliarsi il suo spazio nella squadra nerazzurra.
Diciamo che i due giocatori insieme possono sopperire alle caratterstiche principali di Barella: dinamismo e supporto alla fase offensiva Frattesi, intelligenza tattica e conclusione da fuori Zielinski. Dovrà essere bravo Inzaghi a capire in quali situazioni sarà più utile uno e in quali l'altro (considerando poi che anche Mkhitaryan dovrà essere gestito). Entrambi i giocatori avranno l'opportunità di guadagnare minuti preziosi in un periodo in cui le rotazioni saranno fondamentali per gestire la stanchezza e prevenire ulteriori infortuni.
L'infortunio di Barella si inserisce in un contesto più ampio di numerosi giocatori di alto livello che stanno subendo stop fisici, spesso dovuti all'eccessivo carico di lavoro. Il numero crescente di partite giocate ogni stagione, tra competizioni nazionali e internazionali, sta mettendo a dura prova i calciatori.
Solo negli ultimi giorni, diversi nomi importanti del calcio europeo hanno dovuto fermarsi per infortuni seri: Rodri del Manchester City si è rotto il legamento crociato, Marc-Andrè ter Stegen ha subito una lesione al tendine rotuleo, e Malinovskyi del Genoa è stato vittima di un infortunio grave che lo terrà fuori dai campi per il resto della stagione. Anche Kylian Mbappé, stella del Real Madrid, ha subito un infortunio al bicipite femorale della gamba sinistra, aggiungendosi alla lunga lista di campioni fuori per problemi fisici.
Questi episodi stanno sollevando interrogativi sempre più pressanti sulla sostenibilità del calendario calcistico attuale. Come sottolineato da Rodri, i giocatori, soprattutto quelli di livello mondiale, sono sottoposti a un carico eccessivo di partite. Non si gioca più solo per i club, ma anche per le Nazionali, e le pause che un tempo servivano a ricaricare le energie sono ormai ridotte al minimo. Le preparazioni estive, che dovrebbero essere il momento per costruire la condizione fisica ideale, sono spesso troppo brevi, e le vacanze diventano sempre più una rarità. Il rischio è che i giocatori arrivino al punto di rottura, non solo fisicamente, ma anche mentalmente.
Non si tratta solo di un problema italiano: anche nei principali campionati esteri la situazione è simile. Il Barcellona, ad esempio, deve fare i conti con una lista di infortunati che include Dani Olmo, De Jong, Araujo e Christensen, oltre a Ter Stegen. Il Bayern Monaco ha diversi giocatori ai box, tra cui Neuer e Stanisic, mentre il PSG ha visto recentemente aggiungersi Gonçalo Ramos alla sua lista di infortuni, che già comprendeva Lucas Hernandez e Kimpembe. In Italia, oltre a Barella, giocatori come Scalvini, Scamacca, Bennacer e Milik stanno affrontando lunghi periodi di recupero, segno che il problema è diffuso e riguarda tutte le squadre.
Le cause di questa "ecatombe" di infortuni sono ormai note: si gioca troppo. Le leghe e le competizioni internazionali si sono moltiplicate, con tornei come la Nations League e la nuova Champions League a 36 squadre che aumentano ulteriormente il numero di partite. Il Mondiale per Nazioni, passato da 32 a 48 squadre, e la Coppa del Mondo per club, che ospiterà 32 squadre a partire dal 2025, sono ulteriori esempi di come il calendario calcistico stia diventando sempre più saturo.
Il calcio moderno, con i suoi ritmi forsennati e il calendario sempre più fitto, sta spingendo i limiti fisici dei giocatori al massimo. Ridurre il numero di partite sembra al momento una soluzione irrealizzabile, e dunque sarà fondamentale lavorare sulla prevenzione e la gestione delle energie per evitare che infortuni come quello di Barella diventino la norma piuttosto che l'eccezione.