Ci sono date che segnano e modificano incontrovertibilmente la storia del calcio. Lo è il 16 luglio 1950, il giorno del Maracanazo. Lo è il 22 giugno 1986, quando Maradona realizza la "Mano de Dios" e il gol del secolo. Per noi italiani, lo è il 9 luglio 2006, quando Cannavaro alza al cielo azzurro di Berlino il quarto Mondiale vinto dal Belpaese.
Per il Brasile, per la Germania, ma un po' per tutti gli appassionati di questo sport, lo è anche l'8 luglio 2014. Il giorno del Mineirazo. Quando i tedeschi annichilirono i quasi 60.000 mila tifosi verdeoro presenti allo stadio di Belo Horizonte, appunto, il Mineirão, costringendo gli uomini di Scolari a subire un'onta umiliante.
Il Brasile, in quanto paese ospitante (ovviamente come nel 1950), è automaticamente qualificato al Mondiale del 2014. I verdeoro battono la Spagna e vincono la Confederations Cup 2013, diventando di fatto i favoriti per la vittoria finale del torneo iridato.
Il cammino del Brasile tuttavia, forse per la pressione di giocare di fronte al proprio pubblico (elemento che si è rivelato una lama a doppio taglio), non è entusiasmante. La Selecao vince seppur soffrendo il proprio girone con Messico, Croazia e Camerun.
Nella fase ad eliminazione diretta, però, i piccoli problemi visti durante la fase a gironi diventano importanti lacune. Solamente la superiorità tecnica del Brasile rispetto agli avversari permette loro di non salutare anzitempo il Mondiale casalingo.
Agli ottavi di finale, il Brasile supera solamente ai calci di rigore il Cile nel derby sudamericano. Poi, ai quarti, la Selecao trova l'imprevedibile Colombia. I verdeoro superano la prova, imponendosi 2-1, ma perdono il loro miglior elemento per infortunio.
Neymar, capocannoniere in quel momento del torneo e trascinatore del Brasile, viene steso da un colpo infertogli da Zuniga e si frattura una vertebra. Quel Mondiale termina lì per il fenomeno carioca, ma anche per Thiago Silva, squalificato per somma di ammonizioni.
La Germania tramortisce in 29' un Brasile mai sceso in campo. Seppur senza Neymar e Thiago Silva, la Selecao viene strapazzata dalla selezione teutonica, che non si ferma e umilia i padroni di casa con un perentorio 0-5.
Sin dal primo tocco di palla la Germania mette in pratica il suo classico pressing alto, continuo e asfissiante. L'undici titolare del Brasile, rivisitato da Scolari, fatica a prendere le misure e finisce in balia delle onde avversarie.
Apre Muller al 11', raddoppia Klose al 23'. Poi, il Brasile si spegne. Non passano nemmeno sessanta secondi dal gol dello 0-2 che Kroos inizia il suo show personale e cala il tris dei tedeschi. Nel completo silenzio del Mineirao la Germania prosegue il suo assalto e, dopo nemmeno due giri d'orologio, trovano pure il poker.
Ancora una volta a bucare Julio Cesar è Toni Kroos, ma la festa teutonica non è ancora finita. L'incubo verdeoro prosegue, perché un minuto prima della mezzora di gioco arriva anche il pokerissimo della Germania. Khedira taglia la difesa verdeoro come se fosse burro, scambia con Klose e realizza facilmente il 5-0.
Una doppietta nella ripresa di Schurrle e il gol della bandiera al 90' di Oscar chiudono la partita sul risultato di 1-7. Quanto visto al Mineirao è un dominio tecnico, mentale e fisico della Germania. I tedeschi assumono enorme autostima e consapevolezza della propria forza da questa impresa, eliminando i favoriti padroni di casa del Brasile con un risultato storico.
Questo passaggio si rivela il preludio dell'esito finale del torneo, con la Germania che alza al cielo il trofeo e vince il suo quarto mondiale della storia. I tedeschi, però, sono riusciti in un'impresa ancor più grande: far iniziare a piangere il pubblico brasiliano per la disfatta a più di 60' dalla fine della partita.
Il giorno dopo, il Brasile si risveglia disperato. Non è uno scherzo. Quel risultato così negativo, quell'onta così pesante, grava sull'umore e sulla quotidianità di tutto un paese. La home page del sito O Dia è completamente nera, in segno di lutto. Catastrofe, umiliazione, vergogna, titolano in prima pagina i giornali.
Un'intera Nazione piange e soffre per quello che si rivela il peggior risultato calcistico di tutti i tempi. Il paragone col 1950 è immediato e in tutto il Brasile la rabbia porta a disordini e scontri. Addirittura la presidente Dilma Rousseff manifesta grande dispiacere e vicinanza ai connazionali.
La motivazione è principalmente una: il Brasile non aveva mai subito sette gol in una partita valida per il Mondiale. Figuriamoci cosa voglia dire incassarli di fronte al proprio pubblico. Inoltre, anche lo scarto di sei reti dei verdeoro è il più alto mai evidenziato dal paese ospitante.
Il Mondiale si è giocato in Sudafrica, Svezia, Messico, ma incredibilmente i verdeoro riescono a doppiare il record di tre reti di scarto. Non solo, il parziale di 0-5 all'intervallo è il più ampio divario mai registrato in una partita ad eliminazione diretta. Scolari si assume tutte le responsabilità al termine del match, chiedendo scusa.
Per concludere, oltre al danno, la beffa. Col gol segnato Miroslav Klose supera Ronaldo (idolo dei brasiliani) nella classifica dei migliori marcatori del Mondiale, raggiungendo quota 16 gol totali in 4 edizioni disputate. Una vera e propria tragedia sportiva, che resterà per sempre indelebile.