Un capitolo tra i più pruriginosi che scatena sempre grandi polemiche tra le squadre e i loro tifosi è senza dubbio quello delle rivalità storiche tra i club e una di queste ha radici ben riconoscibili: è quella tra Cagliari e Napoli.
Due squadre per certi aspetti simili, che giocano per i loro tifosi all'interno di due contesti in cui il calcio ai massimi livelli nazionali è visto spesso come una leva per emergere, un compromesso che si eleva tra tifo calcistico e appartenenza territoriale, dove l'amore per la propria squadra viene spesso prima di ogni altra cosa.
Le differenze vanno rimarcate per via di un bacino d'utenza che non può essere quantitativamente il medesimo, ma ciò che contraddistingue il tifo più acceso di Cagliari e Napoli va ricercato nella passione di chi da una parte rappresenta tutta una regione e dall'altra una delle città più popolate dello stivale.
In realtà le diatribe alle volte dialettiche, altre volte più concrete, non sono nate tantissimi anni fa e se si vuole andare ancor più nel profondo, si tende a localizzare la nascita della rivalità tra Cagliari e Napoli, nel momento in cui Daniel Fonseca, giocatore che ha militato nel Cagliari a partire dal 1990 fino al 1992, venne ceduto al Napoli, secondo le cronache dell'epoca, per preciso e unico volere del giocatore, che si attirò così le ire del pubblico del Sant'Elia.
Il tutto venne corroborato da un episodio che vide protagonista l'attaccante uruguaiano, che all'ottava giornata, il 17 ottobre del 1993, portò la propria squadra a vincere per 1-2 al Sant'Elia grazie a una sua doppietta, ma fu notato un po' da tutti il gesto dell'ombrello che Fonseca fece rivolgendosi alla curva dei tifosi del Cagliari.
Non fu un gesto molto elegante, questo sarebbe giusto sottolinearlo, ma che una situazione di questo tipo poi sfuggisse di mano, beh, questo è tutto un altro paio di maniche.
Ma la verità è che l'episodio di Fonseca era solo una piccola scintilla rispetto a ciò che accadde qualche anno dopo, quando il Cagliari fu chiamato a giocare lo spareggio di Serie A contro il Piacenza, il pomeriggio del 15 giugno del 1997.
Lo stadio scelto fu proprio il San Paolo, sede non esattamente in cima alle preferenze dei tifosi sardi e della dirigenza, che chiese a più riprese un'altra città, come Bari o Palermo, ma il potere decisionale fu del tutto irremovibile.
Le ragioni erano incentrate sul fatto che chi decide questo tipo di questioni, non si deve curare, o almeno nel limite del possibile non deve farlo, di rivalità nate da un gesto, seppur sfortunato e poco consono, di un tesserato di una delle squadre in cui gioca la squadra di casa della sede dello spareggio.
Un nutritissimo gruppo di tifosi del Cagliari, approdò al porto di Napoli per assistere al match, con una motonave Tirrenia carica di sogni e di speranze, ma, soprattutto, di tifosi rossoblù ammassati all'inverosimile all'interno degli spazi della motonave, ma già all'approdo al porto, qualcosa andò storto, perché per un un lunghissimo lasso di tempo, i tifosi rossoblù non furono fatti scendere per ragioni di ordine pubblico.
Il cronista deve limitarsi a mettere nero su bianco i fatti che sono successi a quell'epoca ed è sempre difficile giudicare un episodio come questo.
Per chi l'ha vissuta in prima persona, è facile dire che qualcosa di più si potesse fare in quel frangente, anche perché i dati del pubblico in uscita dal porto di Cagliari per approdare al San Paolo, non erano certo un segreto che poteva rendere sorprendente una situazione come quella.
Insostenibile anche per il caldo, quella situazione portò il nervosismo alle stesse e non furono pochi a mettere sul tappeto le proprie rimostranze, anche con una certa veemenza.
La partita non fu certo d'aiuto per il popolo sardo, che vide sfaldarsi la squadra allenata dal compianto Carletto Mazzone, che all'epoca perse così la sua sfida contro il Piacenza di Mutti per 3-1,in virtù delle reti di Luiso in apertura, di Berretta ( autorete ) e di Luiso al 90°, dopo il 2-1 segnato da Tovalieri a metà ripresa e che dette speranze al Cagliari.
Altro elemento da non mettere in secondo piano, fu il tifo palesato dai tifosi del Napoli a favore del Piacenza, che fu da molti cronisti poi ridimensionato per via di un'altra questione legata all'allenatore più che per il tifo a favore del Piacenza.
Qualche giornata prima, infatti, si era fatta avanti l'ipotesi di un arrivo sulla panchina del Napoli di Bortolo Mutti, in quel momento impegnato a salvare il Piacenza, cosa che effettivamente accadde nella stagione seguente.
In parecchi dissero che i tifosi del Napoli accorsi alla partita, fecero qualche applauso e nulla più al loro neo allenatore e nulla più.
Da quegli anni la rivalità tra Cagliari e Napoli si è fatta spesso accesa, anche alla luce di qualche scontro tra le tifoserie che si sono affrontate in più occasioni sia a Cagliari che a Napoli.
Due delle partite che più hanno riacceso gli animi e che si sono giocate in Sardegna, ridestano ricordi felici per l' una e per l'altra squadra.
La prima è a favore del Cagliari, che riprese per i capelli una partita e una stagione che sembravano, già a gennaio, irrecuperabili.
Parliamo della 20esima giornata di campionato 2007/08, con il Cagliari che riceve al Sant'Elia il napoli in una situazione di classifica disastrosa e i tre punti, servono come il pane, visto che a fine anno è arrivato il nuovo allenatore Ballardini e sta cominciando il girone di ritorno.
In quell'occasione Marek Hamsik mise a segno la rete del vantaggio al 15° della ripresa e la squadra rossoblù, nonostante una reazione veemente, non riusciva a trovare la via del pareggio, fino a quando, ben oltre il 90°, una reta di Matri prima in tap in e un colpo di testa di Daniele Conti all'ultimo respiro, ribaltarono il risultato a favore dei sardi.
Tra i dispiaceri che il Napoli ha invece inferto al Cagliari, è ben più recente e riporta la data del 16 dicembre 2018, quando gli azzurri portarono via tre punti dal fortino sardo, vincendo per 0-1 grazie alla rete di Milik su punizione allo scoccare del 90esimo minuto.
Era il Napoli di Zielinski con l'appena citato Milik di punta e giocatori come Ounas, che poi giocò anche nel Cagliari, Ruiz, Diawara e Allan. In quel Cagliari giocavano ancora Barella e Joao Pedro.
Oggi la rivalità tra le due squadre non è forse così accesa come all'epoca, ma la necessità primaria è sempre quella che non succeda mai nulla che vada oltre lo sport.
E che vinca il migliore.