Calcio

Il Cesena in Coppa Uefa

Riviviamo l'incredibile stagione 1975-76 dei romagnoli, che riuscirono per la prima e unica volta nella sua storia a qualificarsi per le coppe europee.

Il Cesena in Coppa Uefa: detta oggi sarebbe qualcosa da lasciare con la bocca aperta. Per due motivi, naturalmente: il primo è che la Coppa Uefa non esiste tecnicamente più e al suo posto c'è l'Europa League, il secondo è che i romagnoli da tanto (troppo) tempo non fanno parte dell'élite del calcio italiano.

Eppure nel 1975-76 al termine di una stagione irripetibile riuscì ad arrivare sesto in Serie A, meritandosi un posto nelle successive competizioni europee.

Il Cesena di Pippo Marchioro

Boranga, Oddi, Ceccarelli, Danova, Bittolo, Zuccheri, Rognoni, Cera, Frustalupi, Urban e Bertarelli: in panchina, Giuseppe Marchioro detto Pippo. E chi se li dimentica quei nomi, ancora oggi, tra i tifosi del Cesena?

Con alcuni giocatori davvero di livello per una squadra teoricamente nuova per la Serie A, visto che la promozione era arrivata solamente nel 1974. E invece nel giro di due stagioni oltre a una comoda salvezza ecco scodellata la stagione del sesto posto.

Oddi e Frustalupi, campioni d'Italia con la Lazio; Cera, tricolore con il Cagliari, Rognoni che col Milan aveva vinto anche una Coppa Campioni seppur da comprimario. Insomma, tutti giocatori che seppur in là con gli anni avevano ancora molto da dire.

E come allenatore uno dei nomi più "pop" degli anni Settanta, quel Pippo Marchioro che predica un calcio a zona quasi rivoluzionario per l'epoca. Milanese, è reduce da un crescendo irresistibile al Monza (dove ha lavorato con Liedholm e Radice), all'Alessandria e al Como: grande pressing, calcio in velocità e il futuro teoricamente dalla sua parte.

Nel Cesena che arriva sesto è impressionante il girone d'andata, dove i romagnoli perdono appena una volta, contro il Napoli, 2-0. Poi arrivano i 3-3 a Torino con la Juventus, per esempio, lo 0-0 a San Siro con l'Inter o il 2-1 al Milan. Insomma, una rivelazione.

Nella fase di ritorno il ritmo cala, ma è sufficiente per arrivare a pari punti con il Bologna, sesto però grazie alla differenza-reti favorevole. Nel frattempo un grande amico di Marchioro, Gigi Radice, conquista lo scudetto con il Torino: ed è veramente un trionfo per tutti.

Ritorno sulla Terra

Durerà poco quell'euforia, perchè l'anno successivo il Cesena non solo esce subito dalla Coppa Uefa contro il fortissimo Magdeburgo della Germania dell'Est, ma senza Pippo Marchioro bensì con Giulio Corsini in panchina.

Rimane comunque mitico anche quel viaggio oltrecortina, il 15 settembre 1976 contro una squadra che solo due anni prima aveva vinto la Coppa della Coppe proprio battendo i rossoneri. Viaggio "della speranza" per circa 800 tifosi giunti da Cesena e sconfitta 3-0 quasi ribaltata al ritorno in casa, un 3-1 inutile. Quello stadio, il La Fiorita, poi ribattezzato con il nome del presidente artefice del miracolo cesenate, Dino Manuzzi.

Stagione segnata in negativo da quel doppio confronto. Come spesso succede, infatti, certe squadre non sono preparate per un doppio fronte e non c'è dubbio che anche l'addio dell'allenatore abbia influito: totale, arriva anche un'amara retrocessione nonostante la bella stagione dell'attaccante "hippy" De Ponti.

Intanto Marchioro è finito al Milan dove però non è ancora tempo per la rivoluzione: dopo il girone d'andata il buon Pippo viene esonerato, curiosamente dopo un pareggio contro il Cesena. Al suo posto il ritorno di Nereo Rocco, per una salvezza tranquilla e per la restaurazione.

Ma già dall'anno successivo Marchioro tornerà al Cesena, in Serie B.