Calcio

Chelsea sul tetto d'Europa nel 2012: la scalata di Di Matteo in corso d'opera

Il destino ha un ruolo strano in ogni aspetto della vita umana, probabilmente nello sport e più nello specifico nel calcio, ciò ha trovato la sua sublimazione. Non sempre i migliori sono coloro che vincono e quando questo succede, è possibile dare vita ad alcune delle più entusiasmanti storie sportive.

Nella stagione 2011/2012 il Chelsea ha mostrato al mondo che è possibile cambiare in corsa, redimersi e conquistarsi a ragion veduta le luci della ribalta. Il calcio è uno sport collettivo, la cui sola guida al comando, quindi l'allenatore, deve minuziosamente operare per far sì che tutti i pezzi del mosaico combacino e diano vita all'opera nella sua interezza.

Villas-Boas arranca e il Chelsea tenta di non affogare

Che negli ultimi vent'anni la Premier League sia uno dei campionati più ostici nelle top 5 serie europee è indubbio. Grandi campioni che vedono nel calcio inglese il proprio El Dorado. Non sempre è così. A volte i giocatori peccano di superbia, volano troppo vicino al sole e proprio come Icaro rischiano di bruciarsi. Nel caso del Chelsea, ad esserne affetto è stato proprio Villas-Boas. Talmente convinto delle sue idee, da ignorare talvolta la ricchezza tecnica della rosa a disposizione.

I risultati in Premier League sono spesso altalenanti nonché deludenti e l'allora presidente del Chelsea Roman Abramovich mostra in più occasioni la sua insofferenza. Tuttavia, a salvare almeno in una fase embrionale la stagione è l'impegno in Champions League. I Blues vengono sorteggiati nel Gruppo E assieme a Bayer Leverkusen, Valencia e Genk.

Il Chelsea gioca la prima sfida del girone a Stamford Bridge contro il Leverkusen. Nella compagine tedesca, è presente Michael Ballack che affronta il suo passato. Nonostante ciò, i Blues non fanno sconti e all'ex. Il match termina 2-0 in favore dei padroni di casa, grazie alle reti Luiz e Mata.

La seconda sfida ha luogo allo stadio Mestalla contro il Valencia. Nonostante un iniziale vantaggio del Chelsea ottenuto grazie ad un gol di Lampard, uno dei simboli della squadra e della stagione, gli spagnoli trovano il pari grazie ad una rete di Soldado realizzata su rigore.

Il terzo match ha visto contrapposti Chelsea e Genk. In quest'occasione è stato possibile vedere un Kevin de Bruyne alle prime armi ma già con qualità fuori dal comune. Nonostante ciò i Blues non hanno fatto sconti ed hanno schiantato il club belga con un roboante 5-0.

Il girone di ritorno ha visto il Chelsea affrontare nuovamente il Genk, sfida conclusa sull'1-1. Successivamente il Leverkusen in Germania, dove i Blues incassano la prima sconfitta nella competizione. Infine si chiude in bellezza con un 3-0 casalingo ai danni del Valencia.

Termina così la fase a gironi del Chelsea che si piazza al primo posto nel girone con 11 punti. Sin qui si è potuta vedere una netta dicotomia tra le delusioni rimediate nei confini nazionali e le soddisfazioni europee.

La sterzata del Chelsea con l'approdo di Di Matteo

Gli ottavi di finale paiono alquanto equilibrati. Il Chelsea si trova di fronte il Napoli di Mazzarri, avversario alla portata ma non da sottovalutare. La prima sfida la si gioca al San Paolo ed i partenopei si rivelano particolarmente ostici. Un 3-1 scaturito da un ambiente infuocato, con tifosi parte integrante della coreografia complessiva. Il dispotismo dei padroni di casa è stato evidente e la fine dell'esperienza in Champions League sembrava in procinto di termine.

Dopo questa roboante sconfitta in terra italiana, ne arriva un'altra in campionato in trasferta contro il West Bromwich. Un 3-1 senza appello, specie per Villas-Boas. Dopo questa ennesima debacle, il portoghese viene messo alla porta da Abramovich, senza particolari complimenti. Al suo posto subentra Di Matteo. Da questo momento in poi, la stagione dei Blue prende tutta un'altra piega.

Al momento della sfida di ritorno contro il Napoli, il Chelsea ha un atteggiamento completamente diverso. Lo Stamford Bridge è una bolgia, sebbene sia risaputo che la possibilità di staccare il pass per il quarto di finale è piuttosto risicata. Tuttavia, a salire in cattedra sono i veterani. Drogba, Terry e Lampard, quest'ultimo su rigore, accorciano le distanze pur avendo subito al 55' un gol prodigioso di Inler.

Al termine dei tempi regolamentari non è ancora deciso chi delle due prenderà parte ai quarti di finale. Inizialmente sembra tutto in equilibrio ma a capovolgere la situazione è Ivanovic. Il serbo è colui che spesso ha l'abilità di rovesciare la staticità in favore del Chelsea. È accaduto nuovamente anche in questo caso e così facendo, i Blues spengono le mire d'Europa del Napoli e passano al turno successivo.

Ai quarti di finale l'avversario del Chelsea è il Benfica. Anch'esso probante, seppur alla portata. Questa fase si rivela più semplice se non sul piano del gioco, almeno dal punto di vista del risultato. 0-1 all'andata e 2-1 al ritorno, entrambi a favore dei Blues. Ora resta lo scoglio Barcellona.

In semifinale il Chelsea avrà di fronte i Campioni d'Europa in carica. Il Barcellona di Guardiola è pericoloso ed al contempo desideroso di riconfermarsi. La formazione blaugrana può vantare tra le proprie fila dei fuoriclasse, uno su tutti Lionel Messi.

Il match di andata si è svolto a Stamford Bridge e tutti i pronostici sono stati completamente ribaltati. Il Chelsea è uscito vincitore dal match casalingo. Drogba se ne esce al 47' del primo di tempo con un colpo di genio che solo un campione del suo calibro può inventare. Così terminerà la sfida ed i Blues possono presentarsi a Barcellona con un gol di vantaggio.

Il ritorno inizia in salita per il Chelsea. Al 43' il Barcellona è in vantaggio di due gol, messi a referto da Busquets e Iniesta. Gran parte del primo tempo è totale dominio blaugrana, nulla a che vedere con quanto mostrato a Stamford Bridge. Al 46' Ramires accorcia le distanze.

La ripresa è alquanto equilibrata e se il tutto rimanesse invariato, si andrebbe ai tempi supplementari. Da sottolineare che dal 37' il Chelsea si ritrova in 10 uomini a causa dell'espulsione di John Terry e Lionel Messi sbaglia il rigore che avrebbe potuto far propendere il match a favore dei blaugrana. Tuttavia, Di Matteo, fondamentale nel percorso europeo, ha capito quali cambi fare e quando. All'80' esce Drogba ed al suo posto subentra Torres. Sarà proprio lo spagnolo a regalare ai suoi l'accesso alla finale grazie ad un gol indimenticabile.

La finale è del Chelsea. Di Matteo e i suoi uomini affronteranno il Bayern Monaco a Monaco. I bavaresi si ritroveranno quindi coccolati dal tifo casalingo e vogliosi di vendicare la finale persa nel 2010 contro l'Inter.

All-in: il Chelsea si gioca la stagione

È il 19 maggio 2012 quando Chelsea e Bayern Monaco si trovano contrapposti. Una finale così sembrava impronosticabile se non addirittura anacronistica a pensarla qualche tempo prima. Eppure, come talvolta accade, il calcio è imprevedibile e sono per lo più gli uomini ad essere artefici del proprio destino.

Il Bayern Monaco approccia la partita con la classica sfacciataggine e propositività. I bavaresi dominano e sbagliano più di quanto dovrebbero. Il Chelsea tuttavia cerca di non farsi sopraffare dagli avversari e prova in più occasioni a farsi vedere davanti alla porta di Neuer. Nemmeno questi tentativi hanno dato esito positivo.

Nella ripresa l'equilibrio la fa da padrone. Botte e risposte continue che non alterano la parità. A smuovere le acque è nientemeno che Thomas Muller. All'83' il tedesco potrebbe aver messo a referto il gol utile a portare in bacheca il trofeo. Dare per spacciato il Chelsea sarebbe un errore che di fatto i bavaresi, già in procinto di festeggiare, compiono.

A riportare la parità sarà Didier Drogba. L'ivoriano ha indubbiamente un ruolo essenziale nella storia del club e nel percorso europeo verso la vittoria finale. Questa rete fa sì che la partita si prolunghi ulteriormente.

Tempi supplementari scevri di particolari colpi di scena. Se non uno, il rigore di Robben parato da Cech. Le due squadre coinvolte sono allo stremo delle forze ed a fare la differenza sarà la mentalità. Aspetto sul quale Di Matteo conta parecchio, nonché quello che gli garantirà il successo.

Arriva il momento dei rigori. Presentarsi davanti al dischetto ed essere consapevoli di fare la storia in un senso o nell'altro porta con sé un carico emotivo non indifferente. Ad inaugurare la sequenza di penalties sarà il Bayern Monaco.

Lahm si presenta sul dischetto per primo e centra la porta, Mata invece, dopo essere stato sin qui fondamentale, sbaglia. L'esordio, in tal senso, non è per niente positivo per il Chelsea ma Di Matteo dalla panchina continua a professare concentrazione e tranquillità.

Gomez e Neuer non falliscono ed a loro rispondono David Luiz e Lampard. A sbagliare è chi non ci si aspetta. Sia Olic che Schweinsteiger mancano l'appuntamento con la storia. A presentarsi puntuali, saranno prima Cole e poi Drogba.

È finita. Il Chelsea, al netto di ogni pronostico, è Campione d'Europa per la prima volta nella sua storia. Drogba e Di Matteo hanno preso sotto la propria ala questa squadra l'hanno portata dove nessuno avrebbe pensato potesse arrivare.