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Calcio

Il Chievo di Del Neri: la favola del calcio italiano nel nuovo millennio

La seconda squadra di Verona, nata nel 1929 nell'omonimo quartiere alle porte della città e fino alla fine degli anni '90 sconosciuta ai grandi del calcio (per via dei numerosi anni passati in serie minori), si ritrovò nella stagione 2001/02 a giocarsi i tre punti con squadre del calibro di Inter, Milan e Juve. Questa storia ha tutte le caratteristiche per essere considerata una favola da raccontare.

E allora...

C'era una volta

Tutto ebbe inizio nell'estate del 2000, dopo aver assaggiato ogni categoria e aver speso sei stagioni nel piacevole purgatorio della Serie B, il presidente del Chievo, Luca Campedelli, decise abilmente di suscitare l'entusiasmo della sua gente trasformando agli occhi dei tifosi la promozione in A da sogno irraggiungibile ad unico obiettivo della stagione gialloblù.

Sartori, il direttore sportivo, assembla così una rosa di tutto rispetto per cercare di centrare la promozione. Dal Bologna arriva Eriberto, o meglio Luciano (il suo vero nome si saprà solo due anni dopo ma questa è davvero un'altra storia). Dal Genoa arriva una rivelazione del campionato per la corsia sinistra: Christian Manfredini. Altri due colpi di mercato furono Simone Barone, futuro campione del mondo, e Bernardo Corradi, che a 24 anni era reduce da una fallimentare stagione al Cagliari in Serie A.

In più arrivarono Marazzina e Zanchetta a completare uno dei migliori undici del torneo. Il marchio di fabbrica lo metterà il tecnico che siederà in panchina e scriverà la storia di questo club: Luigi Delneri.

Sotto la sua guida in Serie B, il Chievo perderà solo sei partite fino al 3 giugno 2001, data che sancisce l'aritmetica certezza della Serie A grazie alla vittoria con la Salernitana per 2 a 0 davanti al proprio pubblico.

La prima volta non si scorda mai

È il 26 agosto del 2001 quando, a Firenze, più precisamente al Franchi, parte il cammino del Chievo nella massima serie del nostro campionato. Al Franchi, la partita finirà 2 a 0 per gli ospiti, con le reti di Simone Perrotta (primo storico marcatore dei "Mussi Volanti") e Marazzina. Ma i gialloblù non smettono di sorprendere perché vincono 2 a 0 contro il Bologna e costringono la Vecchia Signora a rimontare lo svantaggio di ben due reti per strappare i 3 punti.

Tutta l'Italia, ormai, parla dei Mussi Volanti: il Musso in veneto è l'asino, soprannome che giocatori e tifosi del Chievo si caricano volentieri sulle spalle perché erano proprio i cugini dell'Hellas a dire che "quando i Mussi voleranno, il Chievo avrebbe giocato in Serie A". Che fosse una sorta di bellissima anomalia del sistema lo dimostrava anche il suo portiere, Cristiano Lupatelli, scuola Roma, tra i pali con la maglia numero 10.

Delneri non inventò nulla, ma la sua struttura diede l'idea, fin dalle prime partite, di essere solida, rodata e abbastanza temibile, nella sua essenzialità, dal punto di vista offensivo. L'equilibrio del Chievo si reggeva sulla compattezza dei reparti, con un approccio scolastico ma estremo della marcatura a zona integrale, che prevedeva un innalzamento esasperato della linea difensiva e un grande sfruttamento della tattica del fuorigioco. Il 4-4-2 del tecnico rivelazione del nostro calcio, con due esterni super offensivi, in sostanza un 4-2-4 sorprendente e arrembante, portò i veronesi alla ribalta del campionato.

Questa mentalità fece sì che, dopo otto giornate, il Chievo fu addirittura solo in testa al campionato dove ci rimase fino a dicembre. Nel mezzo ci fu il derby con l'Hellas, il primo storico derby giocato in Serie A. Una battaglia dove successe di tutto ma che, infine, vedrà i clivensi perdere 3 a 2 facendosi rimontare. L'apice di questa fantastica storia ci fu il 15 dicembre, quando i ragazzi di Delneri batterono l'Inter di Vieri e Ronaldo per 2 a 1 facendo sognare i tifosi veramente in grande.

Il girone di ritorno sarà ben più triste per i ragazzi di Delneri, non solo per il calo di rendimento ma anche per un fatto tragico che scosse tutto l'ambiente. A marzo l'attaccante Mayelè perde il controllo della sua auto, perdendo la vita in un incidente stradale a soli 26 anni.

L'epilogo di quella stagione rimane il migliore della storia del Chievo in Serie A. Quinto posto con 54 punti sfiorando l'accesso alla Champions e prendendosi un clamoroso e inaspettato pass per la Coppa Uefa. Raramente si era vista nella nostra serie A una neopromossa così in alto.

L'Europa e l'epilogo di Delneri

In seguito, proprio del quinto posto del 2002, ci fu l'esordio nella Coppa Uefa (l'attuale Europa League). Il primo turno preliminare ci fu il 19 settembre del 2002 e l'esordio non fu per niente facile. Infatti, si giocò di fronte allo Stella Rossa in uno degli stadi più caldi d'Europa, il Maracanà di Belgrado. Il tabellino recitò 0 a 0 che fece ben sperare in un primo momento per il ritorno, ma questo fu deludente perché il Chievo perse malamente 2 a 0 davanti al proprio pubblico.

Nell'esperienze successive, Delneri ha cercato di riproporre il suo iconico 4-4-2 basato sulla difesa a zona e sulla verticalità raccogliendo un settimo posto e un nono posto. Attraverso uno stile di gioco non particolarmente innovativo, ma senz'altro rapido, convinto e convincente, Delneri contribuì a scrivere una delle storie più belle del calcio italiano, consegnando ai libri di storia una stagione straordinaria da ogni punto di vista, sia individuale che, soprattutto, collettivo.