Calcio

Ciccio Caputo, l'uomo qualunque del gol

Della nostra rassegna di bomber di provincia, Francesco "Ciccio" Caputo è l'unico ancora in attività nel 2023.

Ed è un po' un messaggio di continuità che diamo a questo calcio dove è sempre più difficile per un attaccante italiano trovare spazio nelle squadre di medio-bassa classifica.

Trovarlo e sfruttarlo, perchè di occasioni ce ne sono a pioggia, ma solo alcuni ormai riescono a sfruttarle. Ciccio non ha mai tradito e si merita un posticino in questa galleria di immagini, di esemplari in via d'estinzione.

Bari, croce e delizia

Caputo dove lo metti sta, tendenzialmente facendo gol. Sembra quasi che il pallone lo segua e non viceversa, le reti gli fioccano addosso fin da quando giocava tra i dilettanti con l'Altamura o in C-2 con il Noicattaro. Doppia cifra, sempre e comunque: anche in B, pronti via, con il "suo" Bari, trascinato in Serie A nel 2008-09 con Antonio Conte in panchina.

Che squadra, quella squadra: 4-2-4 estremo, quattro punte vere compreso Ciccio, arrivato molto più che in sordina e divenuto presto insostituibile. "Mi ha cambiato la carriera, abbiamo un bellissimo rapporto", dirà l'attaccante a proposito dell'allenatore salentino. Si vocifera anche di un presunto interessamento dell'Inter per Caputo, quando Conte andrà all'Inter nel 2019, ma non si concretizzerà nulla.

Un legame, quello tra i due, che si ripresenterà a Siena nel campionato 2010-11: Ciccio è in prestito dal Bari, la Serie A l'ha assaggiata appena segnando il suo primo gol in un 1-1 al Cesena, ma la categoria forse gli è ancora troppo larga. Accetta di scendere di nuovo, prima a Salerno e poi appunto a Siena, dove Conte sta cercando di portare alla promozione i bianconeri. Sei mesi appena, ma sufficienti per segnare tre gol e guadagnare di nuovo la Serie A.

A 23 anni Ciccio si è trasformato in una stella della B, il Bari ne fa il centravanti titolare senza se e senza ma. Fino a quando non arriva un "ma" enorme, lo scandalo che aveva fatto tra le sue vittime più illustri proprio il capitano dei pugliesi, Andrea Masiello, squalificato addirittura per due anni. Accusato di essersi venduto nientemeno che il derby contro il Lecce, sacrilegio assoluto.

Caputo è ancora un ragazzino, tuttavia la giustizia sportiva lo ritiene colpevole di "frode sportiva per omessa denuncia", con una condanna in primo grado di tre anni e mezzo poi ridotti a uno. Una stagione intera, la 2013-14, dopo che col Bari aveva segnato 26 gol in due campionati. Fermo, per dodici mesi, che sembrano pochi e sono invece un'eternità.

Vorrebbe addirittura lasciare il calcio, ma il suo procuratore e soprattutto la nascita di suo figlio lo convincono a proseguire. "Era una situazione molto più grande di me - ricorderà Ciccio alla "Gazzetta dello Sport" -. Ma io sapevo di essere innocente e quello a cui tenevo davvero era l'assoluzione nell'inchiesta penale, che arrivò puntuale già in primo grado. La giustizia sportiva invece è strutturata in modo tale che difendersi è difficile. E questo aspetto andrebbe rivisto, è un problema serio che genera rabbia e amarezza. Quell'ingiustizia mi ha dato una grande forza".

Rientra con il Bari, ma la situazione non è facile. I tifosi non l'hanno perdonato e nonostante altri 10 gol in campionato nell'estate del 2015 arriva la cessione.

Per ripartire davvero ci vuole un club "alla periferia dell'impero", come per azzerare tutto. "Quando mi offrirono la fascia di capitano alcuni tifosi ipotizzarono che l'avessi voluta io. Capii che il rapporto si era rovinato e chiesi la cessione. Non provo rancore, solo dispiacere", spiegherà Caputo, che da Bari va nel Tigullio, alla Virtus Entella.

Empoli e Sassuolo, due grandi amori

Ci vuole, quello stacco netto. Ci vuole perchè l'Entella è in B, gioca per salvarsi e ha un pubblico piccolo ma caloroso: Chiavari poi è un luogo ideale per vivere il proprio lavoro a misura d'uomo.

La Virtus punta tutto su Caputo in una squadra di onesti mestieranti, sembra un declassamento per uno che è stato protagonista di due promozioni in A ed è nel pieno della maturità, ma Ciccio ha bisogno di questo, soprattutto: ritrovarsi.

Maglia numero 9, striscioni semplici ma efficaci come "Belin, che Ciccio!" e subito gol a raffica. Del resto a segnare non si disimpara. Arrivato per 250mila euro come un reietto, l'attaccante pugliese saluta Chiavari dopo due anni, due salvezze e 35 gol.

Lo vuole l'Empoli, che ha bisogno di un punto di riferimento per il suo gruppo di giovani stelline: spende 3 milioni, cifra pure questa abbastanza modesta visto il peso specifico del giocatore e che al contempo è la più grande mai incassata in un colpo solo dalla Virtus Entella. Sarà un caso, poi, ma la squadra del Tigullio senza di lui retrocederà subito in C.

A Empoli Caputo pare ringiovanito di dieci anni, anche se in realtà ha già scollinato i 30. Assieme a un'altra vecchia lenza della B come Alfredo Donnarumma trascina i toscani alla promozione: Ciccio va a bersaglio 26 volte e nonostante il cambio di allenatore in corso d'opera nessuno si sogna di levargli spazio.

Una squadra semplicemente perfetta, quella, con Di Lorenzo in difesa, Bennacer e Krunic in mezzo e Provedel in porta. Tutta gente che adesso è protagonista in Serie A.

Caputo grazie all'Empoli riesce a farsi vedere tra i grandi. Ha 32 anni, ma per lui è la prima stagione da titolare nella massima categoria dopo le comparsate con il Bari.

La fiducia viene ripagata subito, con 16 gol, ma è solo l'inizio di una scalata che prosegue di fatto fino all'ottobre del 2020 quando Ciccio gioca la sua prima partita in nazionale: a 33 anni e due mesi è il più anziano debuttante ad andare in rete, contro la Moldova.

In quel periodo indossa la maglia del Sassuolo, con cui ha sfondato quota 20 gol in Serie A, alcune di queste prima della chiusura totale per via del Covid-19.

Una sua esultanza, il 9 marzo del 2020 durante la partita contro il Brescia, fa il giro del mondo: in uno stadio deserto per evitare qualsiasi tipo di contagio l'attaccante pugliese prende un cartello e lo mostra alle telecamere, sopra c'è scritto "Andrà tutto bene, restate a casa". È una sorta di ultima immagine, quasi rassicurante, prima dell'incubo del lockdown.

Però Ciccio è così, il ragazzo della porta accanto che gioca in Serie A, l'uomo qualunque capace di fare la differenza per le squadre medio-piccole anche adesso che le primavere sono 36, che esulta facendosi passare un bicchiere di birra dagli spalti, lui che è pure produttore di una "bionda". Sassuolo, poi Sampdoria e infine il ritorno a Empoli, l'ennesima salvezza ottenuta dai toscani grazie ai suoi gol, come la doppietta alla Juventus.

Lunga vita a Caputo, dunque. Sperando che arrivi a quarant'anni (almeno) sempre con la stessa faccia furba e lo stesso fiuto micidiale sottoporta. La dimostrazione che non è mai troppo tardi per raggiungere certi obiettivi; del resto Ciccio si è diplomato nel 2022 dopo aver interrotto gli studi all'epoca, agli esordi da calciatore.