C'era una volta, un Europeo da quattro squadre. Come? Sì, tutto vero. E tutto magico, a suo modo.
Il primo "campionato d'Europa" vinto dall'Italia, nel lontano 1968, era proprio così: quattro super squadre. Non al bar, ma in campo. Comunque a contendersi una vittoria importante, che inevitabilmente aveva un peso tutt'altro differente rispetto al Mondiale.
Ecco, la storia dell'Europeo è stata sempre cangiante. Ha saputo soprattutto adattarsi ai tempi e alla crescita del calcio europeo. Il più bello e il più forte. Valeva la pena mostrarlo in tutto e per tutto.
Il Campionato Europeo di Calcio ha radici che affondano nel lontano 1960, concepito dall'ingegno del dirigente sportivo francese Henri Delaunay. L'evento, organizzato dalla UEFA, si svolge ogni quattro anni, divenendo sostanzialmente una celebrazione del calcio continentale.
La prima edizione, proprio nel 1960, vide la partecipazione di soli quattro squadre nella fase finale, un trend che persistette fino al 1976. Dal 1980, la UEFA introdusse una nuova dinamica: la selezione di una nazione ospitante qualificata di diritto.
Questo cambio di approccio portò inizialmente ad un torneo con otto squadre, successivamente ampliato a sedici nel 1996 e infine a ventiquattro dal 2016. Le qualificazioni coinvolgono tutte le nazionali affiliate alla UEFA, impegnate in un lungo torneo a gironi nei due anni precedenti la fase finale.
La sedicesima edizione, celebrativa del sessantesimo anniversario, si distinse per un'organizzazione paneuropea. Per la prima volta dal 1980, nessuna nazionale si qualificò automaticamente alla fase finale. Vent'anni (o meno, a seconda dei paesi ospitanti) furono assegnati attraverso le qualificazioni, mentre i restanti quattro posti furono determinati tramite la UEFA Nations League. Inizialmente programmata per giugno-luglio 2020, l'edizione fu posticipata di dodici mesi per permettere il completamento delle coppe europee e dei campionati nazionali, sospesi a causa della pandemia di COVID-19 in Europa. Un segno tangibile del calcio che si adatta e prevale, anche di fronte alle sfide globali.
Nel corso degli anni, dunque, si sono susseguiti vari format che hanno cambiato la fisionomia della competizione.
Una modesta partecipazione, quasi simbolica. La prima competizione paragonabile all'Europeo fu di sole 4 squadre. La competizione prevedeva semifinali e finali, un format che ha caratterizzato i primi tornei fino al 1976.
Nel 1980, il torneo si è ampliato a 8 squadre, divise in due gruppi da 4. Le prime classificate di ogni gruppo disputavano la finale, mentre le seconde giocavano la finale per il terzo posto, aggiungendo un elemento di competizione e intrattenimento al torneo.
Dal1984 a 1992, il formato con 8 squadre è rimasto invariato, ma la competizione ha abbandonato la finale per il terzo posto. Le squadre si sono sfidate nei gruppi e successivamente nelle semifinali e nella finalissima.
Un cambiamento significativo è avvenuto nel 1996 con l'introduzione di 16 squadre partecipanti. La competizione è stata organizzata in quattro gruppi, seguiti da semifinali e finale. Questo formato ha portato a una maggiore diversità di squadre e partite emozionanti.
Con il passaggio a ventiquattro squadre nella fase finale a partire dal 2016, si sono introdotti - per la prima volta - gli ottavi di finale. Le quattro migliori terze classificate partecipano anche agli ottavi, seguiti dai quarti di finale, semifinali e finale.
In ogni edizione, indipendentemente dal numero di partecipanti alla fase finale, il torneo inizia con gironi all'italiana. Le squadre che avanzano da questa fase procedono poi al tabellone a eliminazione diretta.
Con l'evolversi del torneo, la UEFA ha adottato criteri sempre più sofisticati per gestire eventuali parità di punteggio tra le squadre. Dall'edizione del 2016, sono stati introdotti i ripescaggi delle terze classificate dei gruppi e gli ottavi di finale, portando il numero di partite necessarie per vincere il titolo da sei a sette.