Calcio

Cosa ci ha detto la Copa America 2024

Nella notte tra domenica e lunedì andrà in scena la finale della Copa America 2024 tra i campioni in carica dell'Argentina e gli sfidanti della Colombia, ma possiamo già tirare le somme sui temi più interessanti che ha sollevato la competizione.

Dalle squadre partecipanti ad alcuni episodi che hanno segnato alcuni passaggi del torneo, ecco cosa ci ha detto di interessante la Copa America 2024

La sinergia tra Nord e Sud America offre maggiore varietà alla competizione.

Uno dei difetti della Copa America è sempre stato il numero limitato di squadre iscritte alla CONMEBOL, la confederazione calcistica sudamericana. Con 10 sole nazionali nel continente, le qualificazioni al torneo non sono necessarie e bene o male si ripetono sempre gli stessi incontri.

Negli anni scorsi si sono spesso invitate squadre di altre federazioni in maniera da portare almeno a 12 le partecipanti e formare quindi tre gironi da quattro squadre. Quest'anno si è scelto di organizzare la competizione in sinergia con la CONCACAF, organizzando il torneo negli Stati Uniti e aumentando il numero di partecipanti a 16, con quattro squadre qualificate attraverso la Nations League nord-americana.

In questa maniera si sono aggiunte squadre come Stati Uniti, Messico, Costa Rica, Panama, Canada (vera e propria sorpresa de questa edizione) e Giamaica, che hanno ampliato la platea di pubblico interessato all'evento mantenendo comunque alto il livello del torneo e rimanendo comunque all'interno dell'ambito "americano", a differenza di edizioni passate in cui si sono visti ospiti "improbabili" come Giappone e Qatar.

Il format di quest'edizione statunitense (che era già stato testato nell'edizione "Centenario" del 2026) è stato un successo ed è facile immaginare che possa diventare la norma anche per le prossime edizione, rendendo le qualificazione attraverso la Nations League nordamericana un elemento che contribuisce anche a valorizzare di più la competizione CONCACAF.

Il VAR avrà anche difetti, ma tornare indietro sulla tecnologia è impensabile

Il clamoroso errore del VAR che ha convalidato il gol in fuorigioco di Mathias Olivera in Stati Uniti-Uruguay, eliminando di fatto i padroni di casa dal torneo, ha acceso nuovamente i riflettori sul livellamento tecnologico degli strumenti arbitrali.

È impensabile che in una competizione del massimo livello come la Copa America non sia stato integrato il SAOT, il fuorigioco semi-automatico che è la norma in tanti campionati professionistici, come in Italia.

La sua introduzione nel Mondiale del 2022 in Qatar ha contribuito a evitare grossolani errori che possono anche capitare in sala VAR, quando i tecnici devono fermare l'immagine e tracciare "manualmente" le linee.

È comprensibile che non tutti i campionati nazionali possano essere allineati tecnologicamente, ma nel caso delle maggiori competizioni internazionali dovrebbe essere sempre messa in campo l'avanguardia della tecnologia disponibile.

L'Argentina sta crescendo all'ombra di Messi

In molti avevano pronosticato che dopo la vittoria del Mondiale 2022 Leo Messi potesse dire addio alla nazionale albiceleste, come peraltro aveva fatto in passato salvo poi tornare sui suoi passi.

Il fuoriclasse argentino invece è ancora il capitano e il totem della Seleccion, ma non è più l'unico faro di una squadra che dopo la vittoria in Qatar è maturata in termini di convinzione ed esperienza in tutti i suoi uomini chiave.

Dopo anni in cui sembrava non riuscire a replicare in nazionale i successi raccolti con il Barcellona, la Pulga si gode queste partite con l'Albiceleste in cui sta ricevendo tutto l'affetto del suo popolo. Ma può tranquillamente pensare anche ad un futuro in cui godersi le partite dell'Argentina da bordocampo, visto come stanno crescendo i vari Lautaro Martinez o Julian Alvarez e giovanissimi come Valentin Carboni e Alejandro Garnacho.

Brasile: forse Ancelotti ora è un rimpianto

Critiche durissime in Brasile per la prematura uscita dalla competizione della Seleçao allenata da Dorival Junior.

Anche una leggenda carioca come Rivaldo ha contestato il gioco dei verdeoro, la mancata coesione del gruppo e la fragilità di troppi giocatori chiave nei momenti decisivi.

Per valore e profondità della rosa il Brasile risultava come la nazionale favorita, con solo l'Argentina sullo stesso livello prendendo in esame l'undici titolare e la caratura internazionale dei suoi uomini.

Eppure la Seleçao ha vissuto un torneo fatto di alti e bassi, tra i due deludenti pareggi contro Costa Rica e Colombia, il roboante successo per 4-1 contro il Paraguay e la sconfitta ai rigori contro l'Uruguay che ha sancito l'uscita di scena dei verdeoro già ai quarti di finale.

Un risultato nettamente al di sotto delle aspettative che in patria molti imputano a Dorival Junior, ritrovatosi quasi "per caso" sulla panchina della Nazionale dopo i tanti ribaltamenti politici ai vertici della federazione che hanno fatto saltare l'arrivo già definito di Carlo Ancelotti. A riprova del fatto che anche avendo quello che è probabilmente il miglior serbatoio di talento al mondo anche il Brasile ha bisogno di commissario tecnico capace e legittimato da tutti, in grado di portare avanti un progetto con convinzione e personalità.