Sapete quale sia il reale paradosso? Che tutti i migliori attaccanti degli ultimi venti anni siano diventati ormai esterni. O centravanti tipici, pensando ad Haaland. Giocano da soli, spesso per sé e altrettanto spesso per la squadra. Nell'era del 4-2-3-1, la formula offensiva non prevede più la doppia punta, un must degli anni Novanta e inizio Duemila.
Certo: c'è chi si affida ancora al 3-5-2, e infatti in Italia troviamo ugualmente coppie di livello. Eppure... eppure nella classifica delle coppie gol più divertenti di tutte, con un cuore e una grossa menzione per il calcio italiano di tempo fa, non troverete Messi, Ronaldo, Benzema, Haaland, Suarez, Neymar o Mbappé.
Pronti a ri-tuffarvi nella nostalgia? Si parte da un ricordo: quello di Luca Vialli.
Vialli e Mancini, quasi un binomio indissolubile dalla metà degli anni '80 fino all'inizio degli anni '90. La coppia, assemblata da Mantovani per la giovane e spregiudicata Sampdoria, rappresentava perfettamente l'essenza di quella squadra: Mancini, con il suo innato talento per gli assist più che per i gol, e Vialli, il cui scopo principale era gonfiare la rete. Il tutto si svolgeva in un contesto frizzante che emanava giovinezza e innovazione.
Il Mancio è stato uno dei giocatori più talentuosi nella storia del calcio italiano, probabilmente il miglior assist-man di sempre (basta chiedere a Chiesa e Montella per conferme), capace di individuare linee di passaggio anche dove sembrava non esistessero. A esaltare la sua creatività c'era Vialli, dotato di abilità acrobatiche e coraggio che raramente si riscontrano in altri attaccanti della storia italiana.
Il loro periodo di fioritura coincide con l'arrivo di Boskov, un uomo del calcio e del mondo. Trascinata da Roberto e Luca, la Sampdoria diventa una squadra straordinaria. Nonostante la delusione della sconfitta in finale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona a Berna, trovano la rivincita l'anno successivo nella finale di Goteborg contro l'Anderlecht.
Poi arriva il trionfo dello scudetto, con l'apice nel 1991. L'epopea culmina nell'amara sconfitta nella finale di Champions League del 1992, chiudendo un cerchio ideale con un'altra sconfitta in finale, questa volta per mano del Barcellona.
Dal 2000 al 2010, David Trezeguet e Alessandro Del Piero sono stati uniti dalla maglia della Juventus, conquistando due scudetti (gli altri due tolti nei processi di Calciopoli).
La coppia d'attacco bianconera non si è separata nemmeno durante l'anno in Serie B, nella stagione 2006-07. Insieme, hanno contribuito a segnare un impressionante totale di 276 gol, con 138 reti di David (di cui 20 durante la Serie B) e altrettante di Del Piero (con 15 sigilli in quella stagione 2006-2007). La loro lunga e fruttuosa collaborazione ha reso la coppia uno dei pilastri storici del club bianconero.
La coppia del Triplete. E di una nuova dimensione nerazzurra. Diego Milito e Samuel Eto'o diventano grandi quando un'ombra dietro di loro scompare, direzione Barcellona: il Principe diventa sì Re, soprattutto perché Ibrahimovic lascia il ruolo di stella della squadra e Samuel ne approfitta per mettersi totalmente a disposizione di Mourinho.
La convivenza dei due è una storia di sacrificio, di disciplina, e poi naturalmente di tecnica. Sarà per sempre legata all'anno del triplete, al genio di Mou. A quella volta in cui, insieme, sembravano davvero impossibili da fermare.
"Giocare in coppia con lui, all'inizio, non è stato facile. Mi sono dovuto adattare, partendo più indietro rispetto a lui, che ha avuto un grande fiuto del gol". In un'intervista a DAZN, Sheva era stato chiarissimo: dividere lo scettro con Pippo Inzaghi era tutt'altro che un gioco da ragazzi. Anzi: spesso era proprio un fare da uomini, perché da buon bomber super Pippo non lasciava neanche le briciole.
Il talento dell'ucraino però venne fuori e inevitabilmente i due dovettero dividersi l'attacco rossonero, facendo la fortuna dei tifosi e in particolare di Carletto Ancelotti, allo stesso modo e tempo supportato da una squadra fantastica. Coppia atipica, però fenomenale. Con un centrocampo pazzesco alle spalle.
Ruud Gullit e Marco van Basten hanno condiviso il campo da gioco dal 1983 al 1993, formando una delle coppie olandesi più potenti nella storia del calcio, all'interno di uno dei Milan più vincenti di tutti i tempi.
Durante questo periodo, hanno conquistato insieme 13 trofei, tra cui Scudetti e la Champions League. Complessivamente, hanno giocato 147 partite insieme tra club e Nazionale, registrando 122 reti e 71 assist. Questi dati mettono in luce la straordinaria sinergia e dominanza della coppia olandese durante gli anni in cui indossavano la maglia rossonera.
Prendetela come una bonus track: quello che avrebbero potuto dare, solo a pensarci... C'est la vie.
La coppia Vieri-Ronaldo, formata nell'Inter di Moratti durante la stagione 1999-2000, è stata un'idea affascinante, ma purtroppo, a causa delle frequenti fragilità fisiche di Ronaldo, non abbiamo potuto godere appieno del loro potenziale. L'intento era quello di creare un attacco esplosivo, unendo due attaccanti di classe mondiale, entrambi con il numero "9" sulle spalle e capaci di segnare decine di reti.
Sulla carta, avrebbero potuto essere una delle migliori coppie-gol nella storia del calcio. Tuttavia, la realtà è stata diversa, e le loro apparizioni insieme sono state limitate a soli 14 match in un periodo di tre anni, a causa delle continue problematiche fisiche del talentuoso attaccante brasiliano.
La coppia Cassano-Pazzini, con l'ambizione di emulare le gesta di Mancini-Vialli, è riuscita a suscitare sogni appassionati tra i tifosi della Sampdoria tra il 2009 e il 2011. Fantantonio, fantasista dotato di una straordinaria facilità nel creare assist, e il "Pazzo", capace di trasformarli in gol, hanno formato una coppia che ha segnato 44 reti in due stagioni, contribuendo al successo della squadra blucerchiata.
La collaborazione tra i due giocatori è giunta a una svolta nel gennaio 2011, quando il mercato li ha portati entrambi a Milano, Cassano al Milan e Pazzini all'Inter. Questo ha segnato la fine della loro partnership alla Sampdoria. Tuttavia, le loro strade si sono incrociate nuovamente nel 2012, quando hanno scambiato le maglie, diventando protagonisti di un affare di mercato tra Milan e Inter.
Graziani e Pulici. La prima coppia di gemelli del gol nel calcio italiano.
Per i tifosi granata, rimangono la coppia per eccellenza, raggiungendo l'apice nella splendida stagione dello scudetto del 1976. Questi due attaccanti sembravano praticamente identici, entrambi forti fisicamente e capaci di sfruttare la loro potenza per sfondare le difese avversarie. Pulici, forse, era il finalizzatore più secco, acrobatico e letale sotto porta, mentre Graziani, un attaccante laborioso, era bravo con entrambi i piedi e molto coraggioso.
A partire dal 1973, i gemelli del gol hanno costretto gli allenatori a schierarli sempre insieme. Pulici era il finalizzatore, mentre Ciccio voleva giocare di più, spesso andando a prendersi la palla e gestendola con destrezza. Supportati da una squadra ricca di intelligenza e abilità tecnica, con giocatori come Pecci, Zaccarelli e Claudio Sala, hanno squarciato le difese avversarie più e più volte, diventando il braccio armato di quel fervore granata impostato da Gigi Radice in panchina.
I freddi numeri rendono solo in parte giustizia a ciò che hanno rappresentato questi due attaccanti: con la maglia del Toro, Graziani ha segnato 97 gol in 222 partite, mentre Pulici ha realizzato 169 reti in 431 gare.
Baggio e Borgonovo, nella stagione 1988/89, formano la celebre "B2" della Fiorentina, contribuendo a segnare 29 dei 44 gol totali della squadra. Con 15 reti a nome di Baggio e 14 a nome di Borgonovo, questa prolificità ha giocato un ruolo chiave nel posizionare la Viola di Eriksson al 7° posto in campionato. La loro partnership offensiva è stata fondamentale per il successo della squadra in quella stagione.
In mezzo a tanti campioni, può sembrare strano vedere questa coppia così insolita: non ci sono trofei alzati o epiche battaglie da raccontare, ma semplicemente una coppia gol che sembra costruita in laboratorio per quanto era affiatata e complementare in campo.
Giuseppe Signori era già stato un impareggiabile alfiere di uno dei tridenti più letali della Serie A e, verso la fine della sua carriera, si trova a fare coppia in avanti con Andersson, uno svedese lungo e capace di arrivare con il colpo di testa dove gli altri non riuscivano nemmeno a sognare. Per un paio di stagioni, questa coppia è stata praticamente indifendibile: se giocavano sulla profondità, Signori ti massacrava; se coprivi, mettevano la palla lunga su Andersson e sulla spizzata, il sinistro di Beppe-gol diventava una sentenza.
Prima trascinarono il Bologna operaio di Mazzone a un passo dalla finale di Coppa UEFA nel 1999, e poi si tolsero belle soddisfazioni in campionato, rifilando qualche sonora batosta alle grandi. I due, con la maglia dei felsinei, hanno totalizzato 122 reti: 38 di Kenneth e 84 gol di Beppe. Uguale a tanta storia del Bologna.