La notizia è arrivata da Trigoria come un fulmine a ciel sereno, perché nonostante l'avvio non proprio brillante della Roma, nessuno si immaginava che Daniele De Rossi venisse esonerato dopo appena quattro giornate di campionato.
L'incontro con Dan e Ryan Friedkin sbarcati nella capitale proprio per parlare con il mister, non ha evidentemente dato i frutti sperati e ora i giallorossi devono mettersi al lavoro per cercare fin da subito un sostituto all'altezza di una rosa che, visti gli investimenti fatti durante il mercato estivo, si valuta ampiamente in corsa per la zona Champions.
Le ultime interviste di DDR avevano senza dubbio aperto il campo a più di qualche problema interno in casa giallo rossa, che già aveva vissuto un'estate turbolenta fatta di un grande mercato in entrata, ma anche di qualche episodio più grigio come la possibile partenza di Dybala (poi rigirata come scelta di cuore ma con qualche zona d'ombra rimasta) o l'esclusione di Zalewski per il mancato trasferimento.
Non bastasse, è arrivato anche quel litigio in campo con uno dei suoi fedelissimi, Cristante, anche in questo caso con De Rossi che poi smorza i toni e anzi si mette a difesa del suo trio di centrocampo Pellegrini, Paredes e lo stesso Cristante, sotto il fuoco delle critiche.
Piccoli sismi interni che sono diventati scossoni quando i risultati sul campo portavano in dote una sentenza non proprio entusiasmante: mai così male dopo quattro partite da quattordici anni a questa parte. Tre punti appena frutto di altrettanti pareggi (Cagliari, Juventus e Genoa) e una sconfitta pesante in casa contro l'Empoli.
Per questo il necessario confronto tra società e mister, che però onestamente nessuno poteva pensare finisse in questo modo.
Malgrado tutti i problemi esposti, c'era almeno un trittico di partite perfette per mettere alla prova la Roma e De Rossi. La prossima contro l'Udinese (capolista in Serie A al momento), quella contro il Venezia e la prima uscita in Europa League (contro il Bilbao).
A quel punto e solo allora si sarebbe tirato un primo bilancio della stagione, con DDR certamente sul banco degli imputati. La serata con i Friedkin però non deve aver preso la giusta piega, tanto che è arrivato subito il comunicato ufficiale con l'esonero di Daniele De Rossi dopo appena 30 panchine con i giallorossi in due spezzoni di stagione.
Quasi profetiche a questo punto le parole di Francesco Totti, a proposito di bandiere romaniste, che solo qualche giorno fa aveva sottolineato proprio come DDR avrebbe potuto fungere da capro espiatorio nel caso in cui le cose si fossero messe male.
Una scelta improvvisa che peraltro non sarà presa benissimo dai tifosi, che dopo l'esonero di Mourinho si erano compattati con il vecchio capitano nonostante tutto e che ora si trovano nuovamente orfani di qualsiasi scelta di cuore.
Messo da parte qualunque discorso su DDR, ora tutte le energie sono indirizzate sul trovare la prossima guida tecnica di questa squadra che, ricordiamolo, ha investito quasi cento milioni nell'ultimo mercato e ha obiettivi precisi da portare a termine in stagione.
Diciamo subito che il timing non è stato dei migliori, visto che proprio quella che sarebbe potuta essere una prima scelta alternativa, Stefano Pioli, è appena partito per l'Arabia Saudita con un contratto da quasi 10 milioni ad attenderlo in quel del Al-Nassr (a casa di Ronaldo).
Certo la firma sul contratto non c'è ancora e chissà che non possa essere proprio l'ex Milan il primo nome nella lista dei Friedkin. Avrebbe dalla sua parte la giusta esperienza per impostare al meglio un discorso tecnico con questa rosa, ma soprattutto la giusta pazienza per riprendere in mano il controllo di una situazione probabilmente sfuggita di mano (dentro e fuori dallo spogliatoio).
La sensazione comunque è che se Pioli ha preso quell'aereo, è perché probabilmente ha già fatto anche la sua decisione (e magari è stato anche già contattato prima di salire).
Sul mercato dei disponibili però, non mancano le alternative interessanti. Si fa tanto parlare del nome di Massimiliano Allegri, che di certo ha il carisma necessario per tenere a bada sia gli animi dei giocatori, sia le attese societarie. Sarebbe poi una bella rivincita per lui, tornare subito in Serie A a giocarsi un posto in Champions probabilmente proprio con la Juventus affidata a Motta.
Un altro dei punti a favore di Allegri, sarebbe poi il modulo con la difesa a tre che ora sembra quello perfetto per la rosa a disposizione e per i nomi presenti in difesa al momento (Mancini, Hummels, Hermoso sarebbe davvero tanta roba).
Più complicate le piste che portano ad altre figure disponibili come Maurizio Sarri e Sergio Conceicao (tutti e due ex laziali in qualche modo, per cui probabilmente non molto ben visti dai tifosi in questo momento già molto teso), mentre c'è da fare molta attenzione a profili internazionali come Thomas Tuchel (il cui ingaggio però è piuttosto alto) o la sorpresa che potrebbe arrivare da Xavi, ex allenatore del Barcellona che potrebbe provare la nuova sfida proprio con i giallorossi.
Nel caso, il passaggio a un 4-3-3 più classico avvantaggerebbe forse il ritorno in auge di alcuni (da Soulè a Dovbyk) ma sarebbe più complicato trovare poi la giusta sistemazione per uno come Dybala.
Insomma i giochi sono aperti ma il tempo non è molto, visto che fin da subito c'è da preparare la prossima sfida in casa (da vedere come reagiranno i tifosi) e contro la prima in classifica (l'Udinese).