Calcio

L'Empoli da coppa Uefa di Gigi Cagni

20 settembre 2007. Ora: se passate da Empoli, quella data ha un significato ben preciso.

La squadra toscana mise per la prima volta il nome tra i libri della storia del calcio europeo.

Sul terreno dello Stadio Carlo Castellani si disputò una partita memorabile contro lo Zurigo, la prima e finora unica gara europea ospitata nell'impianto empolese.

Era la sfida di andata dei preliminari di Coppa UEFA, un evento atteso con fervore dai tifosi e dalla città intera, che vibrava d'emozione lungo le vie anticipando un momento storico.

Nonostante lo Zurigo fosse un avversario ostico, l'Empoli riuscì a emergere con una vittoria due a uno, lasciando un segno indelebile nella memoria di molti.

Lo stadio era gremito, l'atmosfera elettrizzante, e l'intera comunità empolese si unì nella gioia e nell'orgoglio per questo evento senza precedenti.

Le due partite in Europa

A prescindere dalle scelte di formazione - forse troppe riserve? -, l'Empoli dominò il campo, siglando due gol che resteranno indelebili nella storia del club.

Il primo, un colpo di testa magistrale di Felice Piccolo al 44', seguito dal rigore impeccabile di Luca Antonini al 49', segnarono i primi, e purtroppo unici, gol dell'Empoli nelle competizioni europee.

Tuttavia, nel finale, gli svizzeri riuscirono ad accorciare le distanze con un gol immeritatamente ottenuto da Alphonse, lasciando aperta la possibilità di ribaltare il risultato al ritorno.

Quel che accadde nella partita di ritorno a Zurigo è rimasto impresso nella memoria di tutti e continua ad essere oggetto di discussione anche a distanza di 15 anni.

Ma come si era arrivati a quella stagione? Perché il piccolo Empoli era tra i grandi club d'Europa? E' una storia che in pochi hanno raccontato.

Ma non per questo non è meritevole di uno spazio a parte.

Perché l'Empoli arriva in Coppa Uefa?

Era l'Empoli, naturalmente, di Gigi Cagni.

Ed era pure quello di Andrea Raggi, di Lele Adani, Sergio Almiron e Ighli Vannucchi, di un giovanissimo Eder e di Luca Saudati.

Insomma: la squadra non era affatta da buttare, tutt'altro. Qualità a centrocampo e fantasia davanti. No, considerando il livello medio, nessuno avrebbe però scommesso un solo centesimo sul raggiungimento di un obiettivo come la Coppa uefa.

Il cambio di passo? Nella stagione precedente, dopo alcuni risultati negativi che avevano portato all'esonero di Mario Somma, il timone della squadra era stato preso da Luigi Cagni, il cui arrivo ha segnato una svolta positiva per la squadra toscana.

Grazie alla leadership e alla strategia tattica di Cagni, l'Empoli ha raggiunto la salvezza con diversi turni d'anticipo, dimostrando una determinazione e una coesione che hanno conquistato i cuori dei tifosi.

Uno dei protagonisti indiscussi di quella stagione è stato l'attaccante Francesco Tavano, il cui contributo in campo è stato fondamentale per il successo della squadra. Tavano ha segnato ben 19 reti, confermando così le sue straordinarie capacità realizzative già dimostrate l'anno precedente in Serie B.

Tuttavia, nonostante il brillante cammino in campionato fino a un incredibile ottavo posto, l'Empoli si è trovato ad affrontare una situazione complessa legata a Calciopoli. Il nodo era la posizione del Milan: dopo la sentenza di primo grado della CAF, che coinvolgeva diverse squadre italiane, tra cui il club rossonero, l'Empoli si è visto proiettato in una situazione di incertezza riguardo alla sua partecipazione alla Coppa UEFA 2006-2007.

Nonostante avesse ottenuto la possibilità di partecipare come terza squadra italiana, non essendo riuscito ad ottenere la licenza UEFA per le Coppe europee, l'Empoli ha dovuto rinunciare alla competizione.

In seguito, una sentenza di secondo grado ha modificato ulteriormente il quadro, riducendo la penalizzazione inflitta al Milan e permettendo alla squadra milanese di superare l'Empoli in classifica generale.

Questo cambiamento ha escluso definitivamente l'Empoli dalla possibilità di partecipare alla Coppa UEFA, sancendo un epilogo amaro per una stagione che aveva visto il club toscano brillare con luce propria sui campi di Serie A.

Arriviamo così al 2006-2007: l'Empoli ottiene un settimo posto storico, con 54 punti all'attivo, ben 9 in più rispetto all'anno precedente. Stavolta non c'è niente e nessuno che possano fermare i toscani.

Il campionato

Pronti, via e una super vittoria a Marassi contro la Sampdoria. Nelle prime cinque partite, la squadra di Gigi Cagni colleziona 5 punti e perde solo contro la Roma all'Olimpico. Poi due successi di fila che iniziano a muovere la classifica, fino a un Natale festeggiato a quota venti, una salvezza praticamente in pieno binario di passaggio.

Il momento decisivo? Indubbiamente gennaio e febbraio: cinque successi consecutivi per i toscani, che battono pure la Roma l ritorno e impattano soltanto contro il Livorno al Castellani.

Ma la squadra è in ascesa totale: vince poi con l'Ascoli e trova la sua quadra in classifica. Sfiora il quarto posto e poi crolla, lo fa ancora nel finale. "Accontentandosi" di un posto nella storia del club.

Cinquattaquattro punti in 38 giornate, 42 gol fatti e 43 subiti. Mai stati sotto l'undicesimo posto, con picchi importanti nel break decisivo del campionato, tra la giornata 22 e quella 24.

E in Coppa Italia? Pure i quarti di finale, persi dopo una grande battaglia per almeno 70 minuti contro l'Inter di Adriano, Ibrahimovic e Mancini. Insomma: un miracolo. E un miracolo targato Cagni.

I migliori giocatori di quell'Empoli

Sono state due, le stelle di quella squadra. Entrambi in doppia cifra, ma per motivi diversi.

Il primo è stato Luca Saudati: 14 gol fatti, punta devastante negli spazi e in grado di fare reparto da solo.

L'MVP però era tutto della qualità di Vannucchi: vecchio dieci all'italiana, perfetto per quel gioco così collaudato e pure così cambiato. L'Empoli aveva perso Ciccio Tavano, direzione Valencia, incassando ben 10 milioni di euro.

Cagni era riuscito a riorganizzare il gruppo con un gioco dinamico e l'imprevedibilità di potenziali campioni: Almiròn è rimasto una grande promessa, non mantenuta alla Juve ma certamente amatissima altrove. Nicola Pozzi lo stesso. Una squadra dal valore di 70 milioni di euro circa che scalava le montagne di una Serie A già diversa, ma comunque ricca di giocate e giocatori. Indimenticabile.