Da trent'anni a questa parte la Premier League esercita un'indubbia attrazione fatale verso appassionati ed osservatori. Antropologicamente questo può essere spiegato come l'intelligibile necessità dell'essere umano di voler assistere ad eventi rari o addirittura unici e vantarsi di esserne stati protagonisti oppure spettatori della prima ora. Ciò è ancora più vero se le pedine di questo romanzo calcistico sono rappresentate da una compagine, il Leicester, che definire underdog all'epoca sarebbe stato lusinghiero ed un allenatore, Claudio Ranieri, dai modi impeccabili ma non vincenti.
Questi due attori paiono ben lungi dal poter raggiungere qualsivoglia obiettivo più ambizioso rispetto alla salvezza. Difatti, la stagione precedente il Leicester si è salvato più per uno scherzo del destino che per reale competitività. Il postulato della 2015/2016 era senza dubbio riuscire a ritagliarsi nuovamente uno spazio della massima serie inglese. Nessuno poteva aspettarsi ciò che stava per verificarsi.
Come sopra ricordato, nella stagione 2014/2015 il Leicester si è aggrappato con ogni mezzo sportivo e mentale per potersi salvare. A guidare la squadra in quel momento era Nigel Pearson. I tifosi erano entusiasti del proprio allenatore. Aveva permesso al Leicester di ottenere una salvezza insperata grazie ad uno sprint finale degno delle migliori bagarre viste nel primo decennio degli anni 2000.
Nonostante ciò, la proprietà non era esattamente entusiasta dell'allenatore. Non piaceva il suo approccio. Pearson è diventato tristemente famoso a causa di una conferenza post-partita (0-0 contro l'Hull City) durante la quale insulta un giornalista perché scontento delle domande che gli sono state poste. Una personalità di difficile gestione ma non sarà questo a decretare la fine della sua esperienza sulla panchina del Leicester.
A combinare il danno sarà il figlio. Il Leicester era protagonista di una tournée all'estero in terra thailandese, luogo d'origine del proprietario, ai fini di pubblicizzare la compagine inglese tra i propri connazionali. Una notte brava di Pearson jr, Hopper e Smith incrina definitivamente i rapporti. I tre giocatori si filmano in atteggiamenti intimi con donne del posto ed il video è condito da insulti razzisti rivolti alle stesse.
Arrivano nell'immediato le scuse della società. I tre vengono fatti rientrare anzitempo in Inghilterra ed una volta chiarite le dinamiche vengono allontanati dalla squadra. Tuttavia, al patron non è passato inosservato che a far parte di questa vicenda poco edificante fu anche il figlio di Pearson. Ciò costò definitivamente il posto all'allenatore.
Poco dopo l'addio di Nigel Pearson, la proprietà decise di optare per un allenatore esperto che conoscesse già la Premier League. Il suo nome è Claudio Ranieri. L'italiano ha seduto per quattro anni, dal 2000 al 2004, sulla panchina del Chelsea. L'addio ai Blues non è stato esattamente idilliaco. Il 31 maggio 2004 viene sollevato dall'incarico dalla nuova proprietà guidata da Roma Abramovic. Al suo posto subentra José Mourinho, che in più di un'occasione lo provocherà.
Ranieri approda nella piccola realtà del Leicester il 13 luglio 2015. Qui, il tecnico italiano cerca riscatto dopo la debacle vissuta sulla panchina della Grecia. Il suo spirito è all'insegna dei buoni propositi e forse quello di rivalutare un microcosmo dedito alla salvezza come quello delle Wolves.
L'esordio contro il Sunderland termina con un roboante 4-2 che instilla nell'ambiente tanto entusiasmo. Il primo match della stagione 2015/2016 può essere definito come il prologo di un primo atto più che positivo di un'opera più complessiva che andava via via componendosi. Difatti, i numeri sono sorprendenti. Ottengono una serie di risultati positivi che li porta al 5° posto dopo sole 10 giornate.
Nonostante i risultati siano dalla sua, l'allenatore romano non è del tutto soddisfatto. Vede la squadra giocare bene però considera il dato sulle reti subite inaccettabile. Per ovviare a questa situazione propone ai suoi giocatori una scommessa: se il match contro il Crystal Palace terminerà con la rete inviolata, offrirà loro una pizza. Vardy, uno dei simboli della compagine, timbrerà il cartellino e la sfida terminerà senza alcun gol subito.
Il mese di febbraio prevede il calendario piuttosto probante per il Leicester. In pochi giorni sconfigge il Liverpool tra le mura amiche ed il Manchester City in trasferta. Le vince entrambe portandosi primo, a più cinque dalle dirette inseguitrici. A questo punto gli scandali estivi sembrano alle spalle ed il momento della ribalta alle porte.
Il mondo, specie in media d'oltremanica, comincia a comprendere che il Leicester è sempre meno una meteora ma sempre più una certezza. Lo stesso Ranieri è a suo agio con la stampa e regala loro perle che diventano veri e propri tormentoni sul web che ad oggi fanno affiorare un sorriso e portano la mente a quella entusiasmante stagione calcistica.
La più celebre è indubbiamente "Dillyding Dillydong", onomatopea atta a replicare una campana. Questa espressione è stata coniata da Ranieri, quando lo stesso voleva dare uno scossone ai suoi giocatori in campo. Siparietto divertente che rende ben nitida l'immagine di impegno e leggerezza presente nello spogliatoio, luogo nel quale era presente il giusto stimolo per provare l'impresa.
La stagione del Leicester prosegue sulle ali dell'entusiasmo e nonostante la sconfitta contro l'Arsenal. Non solo, Ranieri pare sempre più a suo agio con i giornalisti. È caparbio tanto da spostare tutta l'attenzione dei media su di sé piuttosto che sui giocatori alla vigilia della sfida contro lo Swansea. Difatti, il tecnico dirà in conferenza stampa per la prima volta che indipendentemente da come terminerà la stagione, l'esordio assoluto in Champions League è sicuro.
Ciò che rimarrà indubbiamente nel cuore e nella mente dei tifosi del Leicester è la 36a giornata di Premier League. Il programma prevedeva Manchester United-Leicester e Chelsea-Tottenham. I Wolves riescono ad ottenere un pareggio all'Old Trafford, campo tutt'altro che semplice.
Gli Spurs si impongono inizialmente con un 2-0 che pareva aver chiuso i giochi ma come ben noto, in Premier League una partita non può definirsi conclusa fintanto che il direttore di gara non fischia. Il Chelsea da un notevole colpo di reni e raggiunge il pari grazie alle reti di Cahill e Hazard.
Il pareggio del derby londinese decreta l'aritmetica vittoria al Leicester. Le strade pullulano di tifosi in festa. Si rendono conto di essere, come tifoseria, protagonista di un'impresa calcistica senza eguali. Gli unici esempi che possono essere sovrapposti a questo evento storico sono il Kaiserslautern del 1998, che vinse la Bundesliga da neopromossa, ed il Verona di Bagnoli, che conquistò lo scudetto nel 1985.
Il 2 maggio 2016 avviene l'assegnazione del campionato. I giocatori del Leicester e l'allenatore sono in trepidante attesa. La gioia è palpabile, così come l'incredulità. È quel tipo di stato d'animo che può regalare solo un'impresa sportiva costruita tassello per tassello e rimarrà nell'albo d'oro della Premier League.
Ad alzare la coppa, saranno all'unisono Ranieri, ormai soprannominato King Claudio, ed il capitano Wes Morgan. Gesto simbolico che mostra come sia stata la forza del collettivo e non l'egocentrismo del singolo a farla da padrone.
Claudio Ranieri è un indubbio protagonista di quanto accaduto al Leicester. Ha portato la sua risolutezza ed esperienza e le ha messe a disposizione dei suoi giocatori. Li ha scaricati di attenzione e responsabilità quando gli stessi avevano bisogno di concentrarsi solo su questioni di campo.
Una menzione d'onore va indubbiamente a Jamie Vardy. Attaccante molto rapido con alle spalle una lunga gavetta tra i dilettanti ed un recente passato da operaio in fabbrica, ha contribuito a costruire sostanzialmente il 90% del successo del Leicester. Nonostante i tempi migliori siamo andati, veste ancora la maglia delle Wolves.
N'Golo Kanté è stato considerato la vera chiave di volta di quella squadra. Scartato in Francia a causa della sua struttura fisica, si è rivelato un centrocampista instancabile. Persino Ranieri ha affermato di avergli chiesto in qualche occasione di rallentare il ritmo. Inesauribile ed incisivo, ha proseguito la sua carriera in Europa al Chelsea per poi cedere alle lusinghe arabe.
The last but not the least, come direbbero oltremanica, Kasper Schmeichel. Figlio dell'immenso Peter, ha dovuto dimostrare innanzitutto a sé stesso e poi agli altri di non essere la copia sbiadita del padre. Grazie al Leicester può essere inserito nel grande libro dei vincenti. Il suo apporto si è rivelato vitale per il successo delle Wolves.
Giusto ricordare anche il patron del Leicester Vichai Srivaddhanaprabha. Fu lui a scegliere Ranieri e ad indirizzare le scelte che hanno poi portato il primo titolo nazionale della storia nel loro palmares. Tuttavia, l'epilogo è tutt'altro che un lieto fine. Il thailandese è morto il 27 ottobre 2018 in un incidente con l'elicottero, appena decollato dal King Power Stadium, dopo il match contro il West Ham.