Calcio

La fusione tra Roma e Lazio

Nessuno storico romano, né il poetico Virgilio né il documentario Svetonio, e nemmeno il puntuale Tacito, ha mai saputo spiegare come avvenne la morte di Remo per mano del fratello Romolo. Tutti hanno convenuto sul dato ineluttabile conseguente a quello scontro: la nascita di Roma, 21 aprile 753 a.C. In molti hanno scritto anche il perché: il dominio è di uno, non di molti.

E se la politica moderna e contemporanea hanno rivisto questo assunto, riproponendo quelle forme arcaiche di democrazia tipiche dell'Atene del V sec. a.C., il calcio ha confermato il verdetto - si direbbe proprio del giusnaturalismo: «homo homini lupus». Il Derby di Roma non fa eccezione, anzi stressa ulteriormente questo concetto. Vincere il derby, nella Capitale, significa averne pieni poteri - e poco importa dei successi 'laterali', trionfare nel derby è l'unica cosa che conta davvero. Questo di norma, ma con rare e interessanti eccezioni. È capitato infatti che nel corso della loro storia secolare Roma e Lazio abbiano giocato insieme contro un avversario terzo.

La prima volta insieme: 1928

La prima ricorrenza storica risale al 1928, quando allo Stadio Nazionale - ex Stadio Olimpico - 20.000 spettatori assistettero alla sfida tra la Selezione di Roma e la corazzata del calcio ceco Viktoria Zizkov. La Selezione capitolina vinse 4-2 grazie ai gol di Volk (doppietta), Fasanelli e Pardini.

L'AS Roma, è bene ricordarlo, era nata appena l'anno prima, nel 1927 - la fondazione della SS Lazio, più antica, risaliva invece al 1900. Il successo ebbe un alto valore propagandistico per l'Italia di Mussolini, che si convinse - lui tifoso giallorosso - a riproporre l'evento l'anno successivo. Nel 1929, nel contesto di una tournée di squadre straniere in visita in Italia - e alla quale parteciparono anche Milano, Bologna e Genoa - la Selezione romana sfidò sempre allo Stadio Nazionale la fortissima Ungheria, perdendo 4-3.

Ancora tu? 1973

La Guerra mise il calcio tra parentesi, e così per lungo tempo anche la strana alleanza Roma-Lazio. Fino agli anni Settanta, quando in un clima di altissima tensione tra le due tifoserie, in piena lotta Scudetto per i biancocelesti, la Selezione affronta l'Armata Rossa di Mosca il due novembre del 1973. Commenta l'Unità, in un articolo dell'epoca: «l'attacco della mista Roma-Lazio che doveva dar spettacolo a suon di gol, contro l'Armata Rossa di Mosca, è rimasto all'asciutto e degli uomini schierati nel primo tempo nessuno è riuscito ad entrare nel vivo della partita».

Come si era arrivati a un evento simile? Siamo nel pieno degli anni della Guerra Fredda e all'inizio di quelli 'piombati' in Italia. Il governo italiano ha deciso di ospitare volentieri un match tra l'ex Selezione romana - seppure a distanza di poco meno di cinquant'anni dall'ultima volta - e l'Armata (oggi CSKA Mosca) nel contesto delle Giornate della cultura italo-sovietica - una roba che oggi ci sembra lontana anni luce. Nonostante il clima tra le due tifoserie - soprattutto in virtù della distanza tra l'ottima Lazio di Maestrelli e la tiepida Roma di Scopigno - non sia certo idilliaco, all'Olimpico si presentano in 50.000.

La formazione della Selezione, scelta dal duo Maestrelli-Scopigno, nel primo tempo scende in campo con Pulici, Morini, Martini, Rocca, Batistoni, Wilson, Domenghini, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e Prati; nella ripresa subentrano Ginulfi, Ranieri, Petrelli, Nanni, Oddi, Santarini, Garlaschelli, Di Bartolomei, Cappellini, Spadoni e Manservisi. Finisce 1-0 per l'Armata Rossa, con il gol al 45° di Kuznetzov, insieme a Kaplieny e Fedotov uno dei tre nazionali sovietici in campo. Il cronista dell'Unità sottolinea come il primo tempo si sia "chiuso tra i fischi, ovvio, all'indirizzo della mista Roma-Lazio".

Il Derby dell'amicizia (mai più ritrovata): 1979

Di quel match non rimangono che cronache locali e qualche sporadico cimelio, tra cui la maglia bianca con banda verticale rossa, blu e gialla indossata dallo strano club italiano. Non sarà l'ultima volta. Questa è datata al novembre del 1979, quando dopo la morte di Vincenzo Paparelli si decise di giocare un 'Derby dell'amicizia' che, come mostrano i fatti ancora oggi, non portò a grandi risultati.

Davanti a 20.000 spettatori, all'Olimpico scesero in campo da una parte giocatori romani, dall'altra calciatori dal resto d'Italia. Sulla maglia, uno a fianco all'altro, l'aquila e il lupo stilizzati e ideati da Gratton qualche anno prima. La partita finirà 2-1 con doppietta di Pruzzo. I soldi raccolti per la famiglia Paparelli saranno molti: ma l'innocenza del Derby di Roma era perduta per sempre.