Calcio

A un passo dal miracolo Germania-Rep Ceca 1996

Nel caldo e avvincente scenario della finale di Euro 96, la Germania si preparava a scrivere un altro capitolo glorioso della sua storia calcistica. In quest'occasione, il palcoscenico era quello inglese, un luogo ricco di tradizione calcistica e pronto ad accogliere il campionato europeo dopo tre decenni dall'ultima grande competizione ospitata: il Mondiale. Per l'occasione gli inglesi rispolverarono uno slogan di quel lontano Mondiale, "Football Comes Home".

Questo, non solo evocava il ritorno del calcio nella sua patria nativa, ma incarnava anche l'orgoglio e la passione degli inglesi per lo sport che avevano contribuito a plasmare. Noi italiani, d'altronde, quel motto lo conosciamo molto bene dato che, sempre nello stesso teatro che vide trionfare la Germania sulla Repubblica Ceca, l'Italia vinse contro gli inglesi a suon di "It's coming home" (riferito al calcio).

Il contesto

Per la prima volta furono ammesse alla fase finale 16 squadre, di cui 15 attraverso le qualificazioni e l'Inghilterra come Paese organizzatore. Le gare di qualificazione si disputarono nell'arco di un biennio, tra il 1994 e il 1995, con otto gruppi di sei squadre ciascuno, ad eccezione del gruppo 3, comprendente 5 squadre. Le qualificazioni vennero decretate sulla base dei punti ottenuti in partite di andata e ritorno.

Alla fase finale ebbero accesso le prime e le seconde di ogni gruppo, ad eccezione delle due peggiori seconde, che dovettero spareggiare tra di loro per decretare la quindicesima squadra ammessa alla fase finale. Lo spareggio si tenne all'Anfield Road di Liverpool e vide la vittoria dell'Olanda sull'Irlanda per 2 a 0.

Tutto fa pensare "di nuovo" a Davide contro Golia

Il 30 giugno 1996 la Germania, favoritissima come 4 anni prima contro la Danimarca, si ritrova davanti un'altra grande sorpresa: la Repubblica Ceca. Dopo essersi scontrate nel medesimo gruppo, dove i tedeschi prevalsero con un punteggio di 2 a 0, le due squadre si trovarono di nuovo faccia a faccia in finale dopo aver superato semifinali estremamente combattute.

Nella prima semifinale, giocata a Manchester, Francia e Repubblica Ceca concludono la gara sullo 0 a 0 e, dopo i supplementari e dieci rigori, il risultato è di 5 a 5. Si va ad oltranza e a sbagliare è Pedros, che permette alla formazione ceca di accedere alla finalissima del torneo continentale. Nella seconda sfida a Wembley l'Inghilterra passa in vantaggio con Alan Shearer dopo soli 3 minuti.

Pareggio tedesco con Stefan Kuntz e, come nell'altra semifinale, la sfida si decide dagli undici metri. Southgate si fa parare il tiro da Kopke, mentre Moeller realizza il tiro del 6 a 5 che permette alla Germania di accedere alla finale dell'europeo. A trent'anni dalla finale mondiale del 1966 i tedeschi si vendicano "a domicilio" nel modo più crudele.

Ancora tu!

Germania e Repubblica Ceca si ritrovano dunque in finale dopo la gara d'esordio dell'Europeo. Prima della partita, la regina Elisabetta scende in campo a salutare personalmente ogni giocatore, in un cerimoniale che avrebbe previsto in realtà la presenza degli inglesi a giocarsi il titolo. Per i primi trenta minuti, la partita si svolge principalmente come un'interminabile lotta tra i due schieramenti, finché l'esperto Stefan Kuntz ha due opportunità nel giro di sette minuti di mettere a segno un gol, ma il portiere Kouba e il difensore Hornak riescono a salvare la situazione.

Nonostante i ritmi siano lenti, i ceki mostrano sprazzi di velocità che mettono in difficoltà la Germania. Kuka si dimostra particolarmente pericoloso verso la fine del primo tempo, ma Köpke evita il gol con un salvataggio miracoloso.

Da questo punto in poi, i cechi sembrano più motivati, sfruttando la loro migliore condizione fisica. La loro freschezza mette in luce la fatica della Germania, che si indebolisce ulteriormente quando Eilts deve abbandonare il campo per infortunio. Tuttavia, per sbloccare l'equilibrio, serve l'intervento decisivo dell'arbitro Pairetto al 53esimo minuto, che assegna un rigore trasformato da Berger dopo un fallo di Sammer su Poborsky al di fuori dell'area.

Quando si dice "conta la testa" nei momenti decisivi non si sbaglia mai, infatti, i tedeschi non si arrendono e il tecnico Berti Vogts risponde inserendo Bierhoff al momento opportuno. L'attaccante, reduce da una grande stagione con l'Udinese, sfrutta al meglio una punizione di Ziege e segna di testa, portando il punteggio in parità.

Bierhoff l'eroe che non ti aspetti

Il risultato non cambia durante i tempi supplementari fin quando Bierhoff segna il primo golden gol dell'era del calcio, sfruttando un errore del portiere Kouba, e portando la coppa nelle mani del capitano tedesco Jürgen Klinsmann. La partita, come da regolamento, si interrompe sul 2 a 1 dando libero sfogo alla festa tedesca. La Germania torna così sul tetto d'Europa dopo i due titoli del 1972 e del 1980. L'eroe della serata diventa Bierhoff, che sembrava destinato a una carriera meno brillante prima che l'Udinese decidesse di puntare su di lui.

Dopo la sconfitta durante la finale della passata edizione (Danimarca Germania, 2 0, 1992), questo è stato soprattutto il torneo di Berti Vogts, o forse di sua moglie: "Porta con te Oliver Bierhoff," sembra gli abbia detto, "vedrai che saprà ricompensarti".