Calcio

La Grecia ha sdoganato il tabù della 4a fascia: il sogno ellenico di Euro 2004

L'Europeo del 2024 è ormai alle porte ed è giusto chiedersi cosa riuscirà a fare l'Italia guidata da Spalletti che è stata sorteggiata dalla quarta fascia.

L'annichilimento iniziale deve però fare spazio a precedenti che fanno intendere come quello non sia l'unico parametro in base al quale una nazionale dev'essere prematuramente giudicata.

Nel 2004 la Grecia ha dato una sonora lezione alle altre concorrenti, pur non essendo assolutamente una delle favorite. È stata inserita nei gironi partendo appunto dalla quarta fascia. Tuttavia, questa non è l'unica particolarità che ha accompagnato il percorso della nazionale ellenica verso la vittoria del titolo.

L'antefatto: come nell'antichità la Grecia è stata di nuovo precorritrice dei tempi

La Grecia proveniva da innumerevoli fallimenti tra la fine degli anni 90 e l'inizio del nuovo secolo. Proveniva difatti da quattro fallimenti piuttosto cocenti: niente qualificazione ai Mondiali 1998 e 2002 e stessa situazione in occasione degli Europei del 1996 e del 2000. Il contesto era tutt'altro che idilliaco e la nazionale ellenica pareva destinata all'oblio.

Tuttavia, è sufficiente dare una rapida occhiata a qualunque manuale di storia per rendersi conto che la mentalità ellenica non ha nulla a che vedere con quella di qualunque altro paese europeo. Il fallimento è parte del processo e spesso sulla base di esso si costruiscono i successi più importanti.

In tal senso, la Grecia è stata precorritrice in quanto si è resa conto per tempo che fosse necessario cambiare l'approccio e far leva sì su un passato glorioso ma al contempo accogliere la novità. Essa consiste nel chiamare il Otto Rehhagel, nonché uno dei primi Ct stranieri in una Nazionale europea nell'era moderna.

Il lavoro che il tecnico teutonico avrebbe dovuto fare era tutto in salita e lui stesso ne era ben consapevole. La sua avventura non è iniziata nel migliore dei modi, anzi. Le prime due uscite, valide per le qualificazioni agli europei, sono state caratterizzate da un doppio ko. Poi, la svolta.

Sei successi consecutivi che permettono alla Grecia di staccare il pass per poter prendere parte alla manifestazione continentale. Già di per sé la qualificazione era un risultato eccezionale, che ciò fosse arrivata concludendo il girone davanti al ben più blasonata Spagna, doveva essere sentore che l'Europeo 2004 aveva in serbo qualche sorpresa.

L'arrivo in Portogallo: girone proibitivo ed esordio contro i padroni di casa

L'esordio della Grecia in terra lusitana si presenta alquanto intricato. Il girone A, di cui faceva parte, era composto da Portogallo, Spagna e Russia. Nazionali ben più blasonate e maggiormente abituati a giocare sotto pressione e ad altissimi livelli.

In occasione della prima sfida del girone, la Grecia si è trovata davanti il Portogallo, padrone di casa. Lo stadio era un tripudio di bandiere lusitane e tifosi baldanzosi che sostengono i propri beniamini. Inoltre, proprio quell'anno Luiz Felipe Scolari poteva vantare alcuni dei più grandi campioni europei dell'epoca. Figo, Rui Costa, Maniche ed un giovanissimo Cristiano Ronaldo che ha segnato proprio all'esordio.

Nonostante ciò contro qualunque razionale pronostico, la Grecia riuscì a smorzare gradualmente gli entusiasmi dello stadio. La sorpresa ellenica non sta solo nella vittoria ma nel modo in cui essa è maturata. Doppio vantaggio della squadra di Rehhagel e Portogallo che cerca di accorciare con un gol di CR7, marcatore all'esordio. Al contempo la Spagna ha vinto di misura sulla Russia,

La Spagna pare qualitativamente insormontabile, tant'è che la stessa va in vantaggio con una rete di Morientes. Nella Grecia a fare la differenza è il gruppo. Un'azione manovrata e guidata da un collettivo che ha creato una coesione che va oltre ai valori intrinsechi. A pareggiare i conti sarà Charisteas, giocatore del quale si sentirà parlare spesso nel corso della manifestazioni.

L'unica sconfitta, la Grecia la rimedia contro la Russia. Nel corso della terza giornata, il Portogallo si impone per 1-0 sui cugini spagnoli e la vittoria ottenuta proprio contro di loro la scorsa partita, permette agli ellenici di accedere alla fase successiva da seconda nel girone. Ora, ha inizio la vera bagarre.

Dai quarti alla finale: una meticolosa partita a scacchi

La Grecia, dopo averla spuntata in un girone alquanto proibitivo, si trova di fronte i campioni continentali in carica. La Francia poteva annoverare tra le proprie fila fuoriclasse quali Zidane, Henry, Thuram, Makélélé e Pires. In questa occasione i nomi altisonanti servono a poco nulla. A trionfare saranno gli ellenici, grazie ad una rete del sopracitato Charisteas.

Il proibitivo scoglio francese è stato superato e sta prendendo sempre più forma l'impresa che fino a qualche tempo prima pareva proibitivo anche solo immaginare. Porta inviolata e conquista della semifinale. Ora, ad attendere la Grecia ci sarà la Repubblica Ceca.

Per poter comprendere al meglio la semifinale andata in scena ad Euro 2004 è necessario fare un passo indietro. In occasione della manifestazione continentale era in vigore una norma che portava il nome di Silver Gol, ciò implicava che se al termine della prima frazione supplementare la squadra andata a referto per prima manteneva il vantaggio, veniva assegnata ad essa la vittoria. Regola introdotta nel 2003 come alternativa al Golden Gol, nata circa una decade prima.

Sarà proprio grazie ad un Silver Gol che la Grecia riuscirà ad approdare alla finale. Gli uomini di Rehhagel si trovavano di fronte la Repubblica Ceca le cui punte di diamante erano Nedved, conoscenza del campionato italiano, Rosicky e Milan Baros, capocannoniere della manifestazione.

Al termine dei 90' minuti, la situazione era in sostanziale parità: 0-0 palla al centro. È quindi tempo di affrontare il primo tempo supplementare. Entrambe le compagini sono sfinite ed ora è tutta una battaglia di nervi.

A decidere la semifinale di Euro 2004 è Dellas che nel corso del 1' minuto del primo tempo supplementare timbra il cartellino. Grazie a questo gol, la Grecia ottiene uno storico accesso alla finale della manifestazione continentale.

Dato che si sta parlando della Nazione culla della civiltà, è impossibile non attingere alla sua storia. Nella religione greca antica, una delle divinità a cui si faceva maggiormente ricorso era Ananke, dea del destino, della necessità inalterabile e del fato.

Il fato in questo frangente si è mostrato alquanto beffardo. Ad ottenere il pass della finale oltre alla Grecia è stato il Portogallo. Lusitani ed ellenici si trovano nuovamente di fronte dopo essersi affrontati in occasione del match di esordio.

Per la Grecia questo duello si preannuncia tutt'altro che semplice. È una sorta di Atene contro Sparta di età contemporanea, dove a farla da padrone sono i nervi saldi. Il 4 luglio 2004 Lisbona e così tutto il Portogallo sono in fermento e lo stadio è un tripudio di colori verde e rosso. Un trionfo lusitano in terra portoghese avrebbe rappresentato un monile di rara bellezza da poter inserire nel proprio palmarès.

Le aspirazioni di grandezza portoghesi furono smorzati piuttosto celermente dal gol di Charisteas al 57'. Il fato e la determinazione degli ellenici l'hanno fatta da padrone e la Dea Ananke ha fatto sì che si avverasse l'ineluttabile: la Grecia era sul tetto europeo del calcio. Aveva sconfitto il Portogallo che si stava crogiolando nell'entusiasmo delle proprie genti.

I protagonisti dello scacco matto

Il tecnico tedesco ha avuto indubbiamente un ruolo centrale in questo successo. Ha invertito una scia negativa che la Grecia si stava portando dietro da alcuni anni, creando un collettivo in grado di sopperire ad oggettive lacune tecniche.

Eroe in patria è stato senza dubbio Charisteas. Non è suo il record relativo al maggior numero di gol messi a segno e non può vantare la capacità di realizzare reti la cui bellezza si ritaglia un posto nei libri di storia. Eppure la marcatura che ha permesso alla Grecia di guardare dall'alto al basso Nazionali ben più blasonate è la sua.

La costruzione del successo parte dal basso, motivo per cui non si può non citare Antōnīs Nikopolidīs, il portiere della Grecia. Il suo debutto in Nazionale avviene proprio nel 2004, all'alba delle sue 33 primavere. L'estremo difensore è riuscito a mantenere inviolata la porta nelle tre occasioni più importanti: quarto di finale, semifinale e finale.

Questa impresa è e rimarrà impressa nella mente di ogni appassionato di calcio. Non solo, offre speranza a coloro che hanno avuto qualche incidente di percorso. Prima che i giocatori a scendere in campo sono gli uomini con il loro trascorso e le loro ambizioni. Se esse vengono fatte confluire verso un obiettivo comune, si può essere protagonisti e spettatori di veri e propri miracoli sportivi.