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Calcio

Hachim Mastour: il talento che fece litigare Milan e Inter, ma che poi fece flop

È sicuramente il caso di Hachim Mastour, grande talento di cui, forse, se ne è parlato fin troppo presto. Già, perché delle volte, nel calcio così come nella vita, serve più la fortuna del talento stesso. La componente primaria di ogni carriera di successo.

Perché il talento non è mai garanzia di vittoria, e questo Mastour lo ha imparato sulla propria pelle. Il talento originario del Marocco ha lasciato definitivamente il Milan nel 2017 e forse è proprio lui, che da giovanissimo aveva incantato tutti nella Primavera dei rossoneri, il caso simbolo di talenti sbocciati troppo presto.

O per meglio dire, il caso di talenti mediatici. Infatti, le sponsorizzazioni Nike, gli spot insieme a Neymar, oltre allo strapotere fisico e tecnico contro i coetanei, hanno alzato le aspettative di tutti gli amanti del calcio.

Il principio

Hachim Mastour, nato a Reggio Emilia, aveva fatto parlare tutta l'Italia calcistica nel 2012, quando, a soli 14 anni, era finito al centro di una battaglia di mercato tra Milan ed Inter, vinta dai rossoneri che lo avevano prelevato dalla Reggiana.

Firmato il contratto nella storica sede di Via Turati alla presenza di Adriano Galliani, il talentuoso fantasista aveva esordito con una doppietta nei Giovanissimi rossoneri, facendo stropicciare gli occhi agli spettatori del Vismara.

Un predestinato, questo era Mastour, o almeno questo sembrava a tutti. Dribbling e carezza al pallone, una fuoriserie di lusso in mezzo ai ragazzini.

La breve carriera fin qui

Da quando il Milan, in quel lontano 2012, pensava di aver fatto un colpo che avrebbe sistemato la propria trequarti per tanti anni a venire, la stella di Mastour si è via via spenta, venendo sostituita dalla parola flop.

Aggregato alla prima squadra a 16 anni, in rossonero non gioca mai una partita ufficiale. Poi il Milan nel 2015 lo manda in prestito al Malaga (una sola presenza), nel 2016 allo Zwolle (6 presenze in prima squadra, 9 nell'Under 21), poi se lo ritrova in ritiro nel 2017.

Il marocchino ha 19 anni, ma già appare bruciato agli occhi dei rossoneri che lo tengono a libro paga per un anno senza giocare. L'estate successiva arriva a fine contratto e lascia il Milan, ponendo fine al sogno cominciato 6 anni prima.

L'ormai ventenne Mastour trova squadra in Grecia, accasandosi a parametro zero nel Lamia, col quale risolve il contratto nel marzo successivo, con sole 6 presenze complessive.

Dopo 6 mesi da disoccupato, nell'ottobre 2019 firma un contratto triennale con la Reggina in Serie C. Nel gennaio del 2021 i calabresi, nel frattempo promossi in B, lo mandano in prestito al Carpi in terza serie. Debutta con la maglia biancorossa il 17 gennaio nella partita vinta 4 a 2 ai danni del Ravenna. Segna il suo primo gol nei professionisti il 24 gennaio nella sfida persa 5 a 1 dal Carpi in trasferta contro la Sambenedettese. A fine prestito fa ritorno alla Reggina, con cui risolve il proprio contratto il 26 luglio 2021.

Il 28 giugno 2022 il Renaissance Zemamra, squadra marocchina militante nella Botola 2, la seconda divisione nazionale, ufficializza il suo ingaggio per la stagione 2022-2023.

A fine stagione, dopo aver vinto il titolo e conquistato la promozione in Botola 1, comunica la sua partenza dal club e il primo luglio seguente annuncia la firma con l'Union Touarga.

L'ennesima vittima del successo precoce

La carriera di Hachim Mastour è stata scritta alla filiera di talenti mai sbocciati, degli amori promessi e mai mantenuti. La sua immagine è scomparsa dai radar, ai margini dei palcoscenici luminosi dell'Europa che conta.

Quando pensiamo a Mastour, non facciamo altro che rivedere l'ennesimo giovanissimo calciatore lanciato in orbita dai video caricati in fretta su Youtube.

Il giocatore marocchino a 15 anni palleggia già con Neymar, ne replica le mosse e, senza averne ancora la capacità tecnica, viene sponsorizzato dai marchi più influenti in maniera massiccia.

Mastour è "il precoce", il giocatore per cui il Milan ha investito tra i 500 e i 900 mila euro pur di portarlo via alla Reggiana e ai cugini dell'Inter.

Hachim è il fenomeno che calcia facilmente punizioni da 30 metri, che viene convocato di fretta da Seedorf e portato in pianta stabile in prima squadra da Inzaghi e Brocchi, ma senza mai debuttare.

Quando arriva a Malaga, in prestito biennale per cercare di crescere in un calcio meno difensivo, dove gli spazi sono più larghi e attaccabili, Mastour si dice immediatamente "entusiasta" ma sei mesi dopo è fermo ai 5 minuti del debutto contro il Betis, entrato in campo al posto del connazionale Adnane Tighadouini.

Hachim Mastour è stato simbolo di quello che Martín Caparrós ha chiamato "calcio Nike", un mondo in cui ancora una volta si associa idealmente Mastour a Neymar.

Troppo giovani, tecnicamente capaci, con una carriera nata prima fuori che dentro al campo. Hachim continua a vivere di una fama che non è mai stata confermata dal lavoro in campo. È così che è diventata immediatamente bersaglio, incarnazione di "un calcio malato" che porta con sé la colpa di una sovraesposizione mediatica che è forse soltanto figlia del proprio tempo.