Che cosa significa attaccare? La domanda è pertinente, sia da un punto di vista scientifico - avendo quindi in mente lo scopo, come è il nostro caso, di dipingere una 'top 10' dei migliori a farlo nel mondo - sia da un punto di vista ontologico.
Cosa significa attaccare? In senso lato, attacca anche un centrocampista offensivo, un terzino, un quinto, un'ala. Ma nel nostro caso, quando parliamo di attaccante, intendiamo il bomber: quel giocatore che coi suoi gol e le sue giocate può sempre decidere l'esito di una partita. Chiaramente, s'intende a partire da quella zona di campo che parte a pochi metri dall'area di rigore e vi confluisce.
Oggi dunque proveremo a stilare una classifica dei migliori 10 attaccanti al mondo. Sappiamo benissimo che i gusti redazionali potrebbero incontrare le resistenze dei lettori, ma ragionare in modo puramente oggettivo nel calcio è quasi impossibile - anche perché altrimenti Ali Daei, autore di 111 (109 ufficiali) reti con la nazionale iraniana, sotto solamente a Cristiano Ronaldo che lo ha superato recentemente, sarebbe il migliore di sempre nel suo ruolo. Armatevi quindi di santa pazienza e viaggiate insieme a noi in questa affascinante classifica.
Il trasferimento in Arabia Saudita non ha placato la sua voglia di record. All'età di 38 anni, Cristiano Ronaldo è cresciuto, ma non è invecchiato. Il senso del gol di questo giocatore rimane tra i migliori al mondo, e le partite disputate con la nazionale, semmai qualcuno mettesse in dubbio la forza del campionato saudita, sono lì a dimostrarlo.
Non si può scherzare con Karim Benzema. Certo il suo stato di forma, dopo il trasferimento in Arabia Saudita sulle orme dell'amico CR7, non è più quello di un tempo. Reduce da più di qualche acciacco fisico, Benzema rimane un giocatore formidabile tecnicamente e intelligentissimo tatticamente, qualità alle quali da qualche anno abbina una propensione al gol quasi misterica.
Era atteso dai tifosi Reds come l'uomo capace di affrontare da solo, novello Odisseo, l'armatura quasi inscalfibile di Erling Braut Haaland. Inizialmente ha faticato, e non poco. Ma ora che è entrato in condizione e si è ambientato perfettamente ai dettami di Klopp come al clima di Liverpool, l'allenatore e i tifosi se lo godono. Mentre Bielsa, ct uruguagio, gongola.
Grande protagonista del titolo ottenuto lo scorso anno dai blaugrana campioni di Spagna, Lewandowski non è più un giovanotto, ma rimane uno dei migliori interpreti del suo ruolo. Se la condizione fisica saprà assisterlo ancora per un paio d'anni, il Barça può sognare un titolo europeo.
Con quello vinto il 31 ottobre scorso, Lionel Messi è arrivato a 8 Palloni d'Oro. Otto. Tre in più della leggenda Cristiano Ronaldo. Tre in più. Spesso si dice che il racconto, l'epica e il mito, donino un colore assai più nitido alle storie di vita vissuta. In questo caso però è il contrario, perché Messi, di anni 36, è riuscito a dominare un mondiale guidando la sua nazionale ad un titolo atteso da quando ne aveva 18. Il suo trasferimento negli Stati Uniti è meritato, ma che non ci si azzardi a credere che Messi in Europa faticherebbe. Qatar non è poi così lontano nel tempo, ricordate?
Protagonista assoluto della cavalcata dell'Inter in Champions lo scorso anno, nonché campione del mondo con l'Argentina a Qatar 2022, Lautaro Martinez ha finalmente trovato quella continuità che lo rendevano un passo sotto i grandissimi del globo. Il tempo confermerà qui sì con oggettività statistica se l'impressione è quella giusta. Ma un attaccante forte come lui, per caratteristiche e leadership, è difficile da trovare al momento nel mondo.
Acciaccato, deluso dall'addio di Spalletti e frastornato da questioni pubblicitarie col Napoli e De Laurentiis, Osimhen deve ritrovarsi per guidare i partenopei ad un titolo storico, sul quale Victor ha enormi responsabilità. Con Spalletti, il nigeriano non è solo diventato uno dei bomber più forti del pianeta, ma uno dei più cattivi. Osimhen ha una mentalità che non si trova altrove: gli manca l'affinamento della tecnica di base, sulla quale pure è molto migliorato nell'ultimo anno.
Kane ha preso una scelta che da anni la stampa gli mormorava per scuoterlo: andar via dal Tottenham per realizzarsi come migliore attaccante del pianeta. Enrico l'ha ascoltata, volando però lontano dalla Terra d'Albione, per atterrare in Germania al Bayern Monaco, dove Kane si è ambientato discretamente: 21 reti e 7 assist in 16 partite totali tra campionato e coppa. I calciatori che lo precedono nella nostra classifica sono più forti a fare gol, ma nessuno è come lui per completezza tecnico-tattica.
Eccola la grande scelta della nostra top 10. Haaland o Mbappe al primo posto? Mbappe o Haaland al secondo? Ma la domanda è posta in modo sbagliato: perché Haaland non può essere al primo posto? I numeri parlano per lui. Quest'anno ha segnato 17 gol in 18 partite, lo scorso anno 52 in 53. Questi non sono numeri normali, e pongono Haaland - secondo al Pallone d'Oro non a caso - già nell'Olimpo delle leggende del gioco (a 23 anni). Ma Haaland non è Mbappe e non potrà mai esserlo: gli manca l'elemento che è proprio degli eletti, la creatività.
Ecco, Mbappe non avrà i numeri di Haaland - e comunque, l'anno scorso 36 gol in 42 partite, quest'anno 13 in 11 - ma al contrario del norvegese ha una creatività donatagli da Eupalla che lo rende, oltre che fortissimo per mezzi atletici e tecnici quasi sovrannaturali, imprevedibile in ogni momento della partita. Da solo, ha rischiato di strappare all'albiceleste un titolo mondiale già vinto. Da solo, dovrà guidare il PSG alla vittoria della Champions League: pena, si fa per dire, la realizzazione del sé superomistico al Real Madrid.