Calcio

Il Var oggettivo o soggettivo, le polemiche amplificate e le soluzioni possibili

Var quanti dolori, nel primo turno del 2024. Da Milano a Salerno, passando per Frosinone e l'Olimpico, fino a toccare Reggio Emilia.

Nel weekend che rinnova il duello tra Inter e Juventus, con due vittorie all'ultimo tuffo, entrambe le gare, soprattutto quella di San Siro sono nel vortice delle polemiche per il mancato utilizzo del Var.

E le due gare sono in buona compagnia, considerando che altri match hanno alimentato polemiche, fino al totale blackout dello Stirpe, tra Frosinone e Monza, con il VAR ko e la partita che prosegue senza il mezzo tecnologico.

Al di là delle polemiche, una cosa è certa: qualcosa non sta funzionando nel protocollo VAR e servono delle modifiche urgenti. Tra cui la possibilità di una chiamata per squadra. A nostro avviso è impossibile rimandare questo punto.

Var quanti errori

Bastoni, Gatti, Henrique, Scamacca sono a loro volta i protagonisti di un turno di campionato difficilissimo per la classe arbitrale e per il Var.

Senza entrare nello specifico degli episodi che ormai sono stati sezionati fotogramma per fotogramma in queste 48 ore, stanno venendo a galla problemi non da poco e prevedibili.

Ricordiamo che ci sono delle situazioni di campo che restano competenza degli arbitri e sul quale il Var non può intervenire, mentre altre situazioni rendono questo strumento indispensabile.

Il problema maggiore resta il modo in cui si utilizza, o non si utilizza come nel caso di San Siro: manca una sorta di uniformità di gestione che porta a sommarsi errori su errori.

Viene da chiedersi, come può intervenire il Var a Reggio Emilia, per valutare la posizione di fuorigioco di Henrique e togliendo il 2-0 al Sassuolo sulla Fiorentina, per poi fare scena muta tra Inter e Verona, sull'episodio di Bastoni.

Situazioni sicuramente diverse, ma che fanno riflettere appunto su come viene gestito e perché in certi casi non si interviene, nonostante l'evidenza dei fatti.

Il sintetico commento di Allegri al termine di Salernitana - Juventus si fa portavoce di quello che in tanti pensano fin dall'introduzione del Var.

"Smettiamo di dire che il Var sia una cosa oggettiva (fatta eccezione per le situazioni di Goal/No-Goal aggiungiamo noi). Nel Tennis la tecnologia è oggettiva al 100%, nel calcio no. Resta soggettiva, da parte di chi è addetto alla funzione del Var. Non c'è niente di male in tutto questo, ma dobbiamo essere onesti con noi stessi e capire che il Var in questa situazione resterà sempre soggettivo".

Difficile dare torto al tecnico bianconero.

Rivedere protocollo e una chiamata a squadra

Insomma, il primo turno del 2024 ha già messo a nudo tutti quei problemi che da sempre attanagliano il Var. Vero che l'ultima parola resta all'arbitro di campo, ma una volta che abbiamo la tecnologia a disposizione, crediamo che sfruttarla al 100% sia obbligatorio.

Va rivisto il protocollo e togliendo anche quelle situazioni di campo, dove la decisione arbitrale non può essere messa in discussione. Sé c'è errore, il Var deve intervenire, senza Sé e senza ma. Altrimenti viene meno la funzione per cui è stato introdotto.

Il secondo aspetto dal quale non si può prescindere è quello di una chiamata a testa per le squadre. Come succede in altri sport, per aiutare anche la squadra arbitrale, diamo la possibilità alle panchine di chiedere un intervento del Var.

Ovviamente su episodi importanti. Una chiamata per ogni squadra nei 90 minuti, in modo che tutti possono togliersi il dubbio, lasciando ovviamente la parola finale al direttore di gara.

Venire meno a questi due aspetti lascerebbe il Var in una sorta di terra di nessuno e pur sempre esposto alle polemiche, alle interpretazioni e a parole che alimentano solo veleni.

Torniamo a parlare solo di calcio, per favore.