Alcuni giorni fa abbiamo messo l'accento sulla presunta miopia di Stefano Pioli, spesso incapace di mettere a fuoco le partite contro le squadre di pari livello, rese palesi dalle prove non proprio esaltanti contro l'Inter nel primo derby di stagione, il quinto perso nell'anno solare, la Juventus e il Paris Saint Germain in Champions League.
In quelle occasioni avevamo parlato di una difficoltà di gestione nella preparazione dei match, sempre in bilico tra la speranza di vincere duelli che evidentemente non possono essere vinti soprattutto quando la squadra viene schierata "a specchio" rispetto alle difese avversarie, situazione ancora più palese quando non ci sono tutti i titolari e mancano uomini chiave che, quei duelli, avrebbero più chance di essere vinti.
Il problema maggiore è che ultimamente la squadra rossonera si presenta in campo con l'undici titolare piuttosto raramente, anzi, se la vogliamo dire tutta, tale situazione non si è praticamente mai verificata, per via degli innumerevoli infortuni, quasi tutti di natura muscolare, che hanno colpito i giocatori più importanti della squadra di Pioli.
Adesso la questione fa capo a discorsi di carattere differente rispetto all'impostazione che vogliamo dare al discorso.
C'è chi parla di sfortuna, chi di caratteristiche dei giocatori che hanno dato vita ad una sorta di "injuries storm", una tempesta di infortuni, raramente riscontrabile in altre squadre, in altre stagioni, in altri campionati.
Il problema viene da lontano, visto che anche nella passata stagione non furono pochi gli infortuni di carattere muscolare patiti dalla rosa rossonera e lo staff tecnico, coadiuvato dalla società, aveva deciso di porre rimedio, intervenendo su una di quelle che potevano essere le radici del problema, lo staff dei preparatori atletici.
Esso fu cambiato, seppur non rivoluzionato e l'attenzione posta dai nuovi elementi di tale staff, sembravano aver posto un fermo stop alla situazione non proprio rosea della stagione passata.
Eppure, fin dalle prime gare di precampionato, il problema si è ripetuto in tutta la sua pesantezza.
È stato lo stesso tecnico del Milan a stigmatizzare una situazione che tutto sembra essere, tranne che portatrice di gioie, visto che è ormai da inizio campionato che Pioli deve fare a meno, a turno, dei suoi elementi migliori.
L'allenatore ha parlato di quattro infortuni muscolari che hanno messo in crisi soprattutto il reparto difensivo e, se è vero come è vero che la rosa si è ampliata rispetto alla scorsa stagione, lo è altrettanto il concetto che fare affidamento su un lavoro portato avanti con alcuni giocatori, diverso è farlo con elementi sempre differenti e di classe decisamente inferiore.
Ieri, dopo soli 19 minuti di gioco, è toccato a Kalulu salutare la compagnia, sostituito da Pellegrino, altro difensore centrale, argentino, classe 2002, che avrebbe anche fatto il suo soprattutto nella prima parte della partita, ma, peraltro da debuttante, non può regalare la stessa sicurezza difensiva che può garantire il neo infortunato dei rossoneri.
Il tutto si è terribilmente palesato nell'azione della rete di Politano, tenuto a fatica dal difensore sudamericano.
A inizio ripresa nuova tegola per il Milan e per il suo allenatore, costretto a lasciare negli spogliatoi Pulisic, sostituito da Romero, anche lui autore di qualche sbavatura che bene non ha fatto ad un Milan in balia della smania di rimonta del Napoli.
Ma non è tutto. Lo stesso Pellegrino è rimasto vittima di una brutta distorsione, parole di Pioli, alla caviglia.
A poche ore dal match si è fatto male anche Kjaer, che sarebbe dovuto scendere in campo in luogo di Kalulu tra i titolari, ma Pioli ha dovuto fare di necessità virtù, rischiando così Kalulu, anche per via della squalifica di Thiaw.
Insomma, se la verità sta, di solito, nel mezzo, non si può solo e sempre parlare di preparazione sbagliata, ma una componente di sana e seria sfortuna, non può non essere presa in considerazione.
Solo ieri il Milan ha iniziato una delle trasferte più dure dell'intero campionato, quella in casa dei Campioni d'Italia, con qualcosa come sei giocatori assenti per infortunio, Bennacer e Caldara, dei quali ormai non si contano più le settimane di assenza, il portiere di riserva Sportiello, Chukwueze, che così non garantisce un cambio di qualità a Giroud in fase offensiva, Loftus-Cheek e l'appena citato Kjaer.
E adesso vi è da valutare l'entità degli infortuni dei tre nuovi inquilini dell'infermeria del Milan, che, insieme allo stesso Kjaer, sono Kalulu, Pulisic e Pellegrino, in ordine di uscita.
La prossima partita del Milan si gioca il prossimo weekend, sabato 4 novembre, questa volta in casa, con l'Udinese, un impegno sulla carta molto meno proibitivo, che comincia nel migliore dei modi, per via della mancanza di impegni ufficiali durante i giorni che ci separano all'undicesimo turno.