Calcio

José Mourinho tra arbitri, avversari e attacchi ai suoi: le strategie dello Special One

Se si parla di José Mourinho la letteratura alla quale dobbiamo fare riferimento è praticamente oceanica, zeppa di ogni minimo particolare atto a soddisfare le più turpi curiosità di tifosi e appassionati, mai traditi dalle uscite dell'allenatore della Roma.

L'ultima settimana è trascorsa mettendo in evidenza il nuovo capitolo della saga mourinhana, probabilmente uno dei più succosi dell'anno, cominciato con la prova non proprio confortante contro gli svizzeri del Servette in Europa League, una partita che avrebbe potuto regalare la qualificazione diretta agli ottavi, cosa che non è accaduta.

Lo sfogo coi giocatori

Al termine della partita di giovedì e del contemporaneo successo dello Slavia sul campo del Tiraspol, i giallorossi dovranno con ogni probabilità affrontare i playoff spareggio contro una delle squadre che abbandonerà la sorella maggiore dell'Europa League, la Champions, con il rischio di chiudere anzitempo l'avventura europea.

Il match della Roma contro la squadra elvetica è stato tutt'altro che esaltante, anche e soprattutto alla luce della differenza tecnica che esiste tra le due compagini almeno a guardare il valore di mercato della rosa, che secondo Transfermarket.com vede la Roma poter contare su 362 milioni di capitale umano, mentre quella del Servette ne può mettere sul tappeto uno da 27 milioni scarsi.

Potrete capire quanto la dirigenza dei giallorossi possa non essere felice di un pareggio contro una squadra che vale meno di un decimo.

Mourinho è sempre stato un maestro ad attirare le simpatie del proprio operato, soprattutto in momenti di magra e/o di delusione, spesso facendosi scudo dei risultati positivi e per certi versi storici, conseguiti in carriera, e questo ha implicato, talvolta,il non curarsi del fatto che le responsabilità cadessero sui propri ragazzi.

"L'atteggiamento superficiale di alcuni giocatori, comincia ad essere una costante che preoccupa molto di più che giocare una partita contro una squadra di Champions League", ha detto Mourinho a fine partita, "io ho allenato per più di 150 partite di Champions, ma non per questo ho una motivazione inferiore contro il Servette".

In quella occasione lo "Special One", è stato molto duro con i propri atleti, senza fare nessun nome, ma mettendo in evidenza le buone prove, a suo dire, di Paredes e Cristante, ma in pratica ha bocciato l'impegno di quasi tutta la squadra.

Reazioni, arbitri e Berardi

Come succede quasi sempre in questi casi, nessuno della squadra si è permesso di controbattere alle parole dell'allenatore, con ogni probabilità catechizzati dallo stesso Mourinho che avrà parlato loro negli spogliatoi, "avvertendo" che sarebbero venute fuori alcune dichiarazioni per spronare la propria squadra a fare meglio, non certo con il fine ultimo di creare fratture non sanabili a questo punto della stagione.

La verità è, però, che Mourinho è consapevole, soprattutto per esperienza, che qualsiasi cosa dichiari al termine della partite, essa verrà spesso usata contro di lui, e alcune voci storiche della Roma come come quella di Piacentini che ha parlato di punto di rottura, di Rossi che parla di preoccupazione e di Candela che invece prova a distribuire la colpa tra tutti gli elementi della squadra.

Non si è capito bene a chi fossero indirizzate le parole del portoghese. Si è pensato ad Aouar, ma è stato lo stesso Mourinho a non voler fare nomi, puntualizzando che il suo discorso è stato di carattere generale.

Alla vigilia della partita contro il Sassuolo in campionato, invece, Mourinho ha messo in mostra il suo ennesimo show, ponendo l'accento sulla designazione arbitrale che non lo ha convinto, quella di Matteo Marcenaro, accusato di non possedere sufficiente stabilità emozionale per arbitrare match così importanti e su quella del VAR, Marco di Bello, con il quale il passato recente di altre partite, "siamo stati spesso sfortunati":

E infine l'attacco a Berardi, accusato di fare troppe sceneggiate in campo e di essere di conseguenza punito troppo poco dai direttori di gara. "Se fosse un mio giocatore non mi piacerebbe per niente", ha chiosato Mourinho, chiamando in causa tra le righe anche il suo omologo Dionisi, probabilmente tirato in ballo per aumentare il nervosismo nei neroverdi.

La strategia in funzione del risultato

Il resto è tutto ciò che tecnicamente, alla resa dei conti, va posto sui libri: il risultato della partita, il nome dei marcatori, il vantaggio del Sassuolo al primo tempo e la rimonta completata dalla Roma anche alla luce dell'espulsione di Boloca dopo 18 minuti della ripresa, evento che messo in grossa difficoltà la squadra di Dionisi.

Le polemiche si sarebbero potute scatenare anche per via del calcio di rigore assegnato alla Roma, ma i due episodi principe della partita, sembrano essere assolutamente sacrosanti.

Ora, mettendo per prima cosa in evidenza che la vittoria dei giallorossi è stata condizionata, sì, dagli episodi, ma non certo da favoritismi arbitrali, Mourinho si è reso protagonista dell'ennesimo episodio in sala stampa, subito dopo la partita vinta contro i neroverdi.

Alle domande di tutti i giornalisti presenti in press room, oltre che a quelli che lo hanno braccato all'uscita dal Mapei Stadium, il lusitano si è servito di un suo collaboratore che gli ha tradotto tutte le risposte che Mourinho ha deciso di fornire in lingua madre.

Chiara l'ennesima provocazione dello Special One, che ha così fatto capire a tutti di

essere stato frainteso e, dunque, di voler parlare in modo chiaro, visto che il suo italiano è, parole sue, non perfetto per spiegare a fondo i concetti che esprime.

La verità è che questo tipo di comportamenti, laddove il sostantivo non vuole portare con sé un'accezione esclusivamente negativa, origina tutta una serie di reazioni che spesso fanno gioco a Mourinho.

La squadra si sente davvero spronata a fare meglio, il sergente di ferro rimette la barra dritta e, anche in una situazione di forte difficoltà come lo svantaggio su un campo difficile come quello del Sassuolo, e il secondo tempo diventa terreno di conquista che alla fine porta in dote tre punti importantissimi anche e soprattutto in ordine alle sfide importanti che la Roma dovrà affrontare da qui a fine mese.

La settimana prossima c'è la Fiorentina all'Olimpico, poi ci sarà da battere lo Sheriff per sperare in un risultato negativo dello Slavia e passare così direttamente agli ottavi senza passare dal rischio sedicesimi. Nella seconda parte di dicembre, nell'ordine Bologna, la squadra rivelazione della stagione, Napoli in casa e Juventus a Torino il 30 dicembre, un finale di 2023 non esattamente morbidissimo.

Con tutto il clamore mediatico che si è sviluppato intorno alle parole di Mourinho nei giorni scorsi, la verità è che ci si attende nuove parole di fuoco per chissà quale bersaglio identificato dal portoghese, ma Mourinho ha spesso accompagnato i suoi periodi di fuoco, ad altri molto più tranquilli, anche e soprattutto per la sua maestria a non inflazionare troppo i suoi interventi, rendendoli, in questo modo, meno efficaci.

Se la si vuole vedere in una maniera negativa, non sono state poche le reazioni degli addetti ai lavori, tra le più dirette quella di Paola Casarin giunta nella mattinata di lunedì, che ha parlato di "parole da stroncare quando esse sono suffragate da scarso contenuto, sembra un teatrino di provincia".

I fan di Mourinho, in Italia ce ne sono tantissimi, supportano questo tipo di uscite non solo per una semplice questione di affetto e inclinazione alla polemica spesso molto divertente, ma anche per il fatto che le parole del portoghese possono perfino sembrare corrette e, spesso, travisate.

Che la si pensi in un modo o nell'altro, Mourinho regala spettacolo, qualche volta dentro il campo, molto spesso fuori.