Spazzati via i dubbi del pre campionato, dopo solo tre giornate si può già parlare di un certo "effetto Motta" per i bianco neri. Un cambio di paradigma che tocca tante corde e tanti aspetti del mondo juventino, che a Empoli alla ripresa avrà subito un banco di prova importante.
Già, perché i toscani non sono le vittime sacrificali che ci si potrebbe aspettare, come certificano i cinque punti raccolti e le zero sconfitte all'attivo, solo che tutto passa in secondo piano quando le chiavi della partita sono tutte nella domanda che ormai viene spontaneo fare quando c'è l'allenatore della Juve in mezzo: chi farà giocare questa volta?
In queste ultime stagioni, la scorsa in particolare, si è fatto un gran parlare del gioco fluido di Thiago Motta. Un gioco dove non ha quasi più senso parlare di "moduli", visto che tutti si scambiano e si alternano a seconda delle circostanze e delle occasioni.
Contano soprattutto le posizioni in campo di volta in volta, il dinamismo dei giocatori, l'aggressività e la determinazione nel recupero alto della palla, gli scambi di prima a liberare l'azione, il controllo del gioco e della palla.
Tutte concezioni tattiche di cui Thiago è maestro e che abbiamo imparato a conoscere nel tempo. Ma non è questo l'approccio di cui sopra. Quello che Motta riesce a fare, a Bologna come a Torino, è far cambiare l'approccio di chi quella squadra la segue (e magari la tifa).
Si tende sempre a commentare, in positivo o in negativo, la formazione scelta dal mister (qualunque mister) prima della partita. Si cercano chiavi di lettura per vedere quali sarebbero i migliori da mettere in campo, si sottintende che i top debbano sempre giocare e si pensa che le scelte debbano per forza avere un senso teorico-tattico sulla carta.
Motta ha stravolto tutto questo, mettendo subito ben in chiaro che l'unica cosa che conta è cosa ha visto lui in settimana e cosa pretende da ogni singolo giocatore. Non importa che ti chiami Douglas Luiz e sei costato 50 milioni (ogni riferimento è puramente voluto), o se sei un ragazzo della primavera che non ha mai giocato in Serie A.
Così come non importa stare a discuterne prima della partita, perché quello che decide Motta è (quasi sempre) giusto. Anche se in molti non abbiamo idea del perché. L'importante è che funzioni e, cavolo, funziona davvero.
Gli stessi tifosi della Juventus, abituati a ben altro fin qua, ci hanno messo poco a cambiare questo approccio. Siamo passati in meno di un mese da "Ma che diamine di formazione è questa? Come si può tenere in panca tizio o caio?". Al più generico "Ok, sa lui quello che deve fare, basta che si vinca e si giochi bene".
Atteggiamento che a Bologna hanno ben imparato nella stagione scorsa e che ha portato poi i risultati che abbiamo visto. Certo, le aspettative ora sono molto più alte, ma con due vittorie su tre, sei gol fatti e zero subiti, un gioco che già comincia a essere dominante (e piacevole) e tutta una rosa ancora da scoprire, perché non lasciare davvero a Motta questo compito.
Tutta questa lunga e doverosa premessa per dire cosa? Che a Empoli, come ovunque, giocheranno gli undici che Motta ha visto più in condizione (secondo i suoi pensieri) in questa settimana.
La chiave di tutto sarà capire per la prima volta quando Koopmeiners sia già entrato negli schemi tattici (e di fiducia) di Thiago. Se abbastanza per vederlo già dal primo minuto o se invece solo a partita in corso.
Le certezze di questo periodo "Mottiano" sembrano essere altre: Cambiaso e Gatti per dirne due. Uno perché già pupillo ai tempi del Bologna e pronto a sacrificarsi facendo un ruolo che, per ora, solo lui riesce a fare (collegando tutti i reparti tra le linee). L'altro perché evidentemente incarna perfettamente quello spirito di responsabilità, grinta e fiducia che Motta vuole vedere da tutti i suoi giocatori.
Per il resto è impossibile sapere il Motta pensiero fino a un'ora prima della partita, quando presenterà la formazione ufficiale contro l'Empoli. Perché l'altra certezza, abituiamoci, è che avremo almeno una sorpresa tra gli undici (e aggiungo, che probabilmente Luiz partirà dalla panchina anche questa volta).
Più che mai con i tanti di ritorno dalle nazionali, dove si valuterà anche la condizione fisica (vedi Nico Gonzales uscito un po' acciaccato).
La partita contro l'Empoli non sarà comunque una passeggiata, anche se i toscani sembrano in qualche modo la squadra perfetta da incontrare per impostazione di gioco.
La squadra di D'aversa lascia molto giocare i suoi avversari, ma è poi pronta a colpire in ripartenza (come sanno bene Bologna e Roma). Peccato che proprio in questa occasione, dovranno probabilmente fare a meno di uno dei giocatori determinanti fin qua, Fazzini. Proprio le sue incursioni in velocità sono state quelle che hanno spezzato gli avversari nelle ultime occasioni, e in questo senso manca un suo sostituto con le medesime caratteristiche.
Non cambierà però il canovaccio della partita con la Juventus a tenere il pallino del gioco e i padroni di casa pronti a sfruttare qualche ripartenza. Solo che, contro questa Juventus, potrebbe essere deleterio. Come già visto contro Como e Verona, finiti entrambi con un secco 3-0 per i bianconeri.
L'impressione è che in questa Juventus, se concedi davvero tanto campo e tante occasioni, prima o poi trovi il varco giusto perché ha davvero tante soluzioni diverse da provare. Dovrà quindi essere bravo D'Aversa a trovare la chiave giusta per non consegnarsi nelle mani, tattiche, di Motta.