Calcio

Juventus-Roma: test della verità per i bianconeri

È il momento di capire cosa sia questa Juventus. E' il momento di prendersi un po' di spazio, soprattutto, da quello che è stato (e continua a essere) il mercato e quello che invece sarà il campionato, e poi la Champions, e quindi la Coppa Italia, e pure la Supercoppa. C'è un pezzo del club che sta mutando profondamente: ha levato l'ancora che la costringeva a guardarsi indietro e adesso veleggia verso la novità. Non c'era periodo migliore, per farlo. Non c'erano presupposti più giusti, per viaggiare controvento.

Certo, la Juve di Thiago è una cosa ancora da scoprire: ha delle caratteristiche abbastanza chiare, ma è pure una creatura fragile e per questo si basa tanto sull'aspetto emotivo, su quella carica che sta prendendo largo alla Continassa, a prescindere dagli ultimi risultati. Dall'altra parte, nella prima, vera, concreta sfida che guarda al vertice, la Roma di Daniele De Rossi è una storia di appartenenza. Dybala è l'ultimo caso di una squadra che ha nell'allenatore l'asso portante: per l'idea di gioco, per l'ambizione, per quella romanità che - soprattutto - nelle difficoltà fa oggettivamente la differenza.

Questo Juve-Roma sarà rivelatorio. Darà una stima, almeno, delle intenzioni di tutti. Sarà una dolce illusione per qualcuno, sarà una lucida strategia per qualcun altro. Di sicuro, noi ce lo gusteremo. E ci divertiremo.

Qui Juventus

E a divertirsi sembra proprio la Juventus, che dopo il debutto con il Como ha affrontato con spirito pure il Verona. Non sono i risultati a contare, però: è il lavoro settimanale di Thiago, che ha atteso i nuovi acquisti ben diversamente da come un bambino aspetta Natale. No, il mister ha lavorato. Ha plasmato un mini gruppo - fino a 17-18 giocatori - e l'ha portato avanti sotto il sole delle sedute della Continassa. Non chiamatelo "cantiere aperto", però, pur vedendo un po' di difficoltà sparse. Chiamatelo piuttosto "percorso", che è in divenire. L'idea alla base del calcio di Motta è già inserita nei meccanismi della squadra. Ora il passo successivo: graduale inserimento dei nuovi innesti - e che innesti -, più la gestione del risultato.

È una squadra forte, la Juve. C'è poco da raccontarsi. Se supera la sfida delle tante partite e dei tanti nuovi innesti - vale per tutte le big, forse, eccetto l'Inter -, allora potrà dirsi persino matura per sognare. Motta intanto recupera pure un paio di innesti intriganti. C'è il recupero di Milik, che torna dopo l'infortunio al crociato patito prima dell'Europeo; c'è Adzic in rampa di lancio, giovanissimo e però già fisso in prima squadra. E c'è Danilo, già convocato per il Verona, che sta provando a farsi largo in questa gerarchia molto mobile e nel cuore del mister.

Per il resto? La curiosità è legata naturalmente ai principali innesti arrivati sul mercato: Nico Gonzalez e Conceicao non hanno fatto in tempo a vestire di bianconero a Verona, ma lavorano in settimana per arrivare prontissimi all'appuntamento. I tifosi non vedono l'ora di vederli all'opera, di scrutare, capire, ambire al massimo. Juve-Roma sarà un banco di prova clamoroso pure per questo. Perché la grandezza della Juve oggi è solo sulla carta. Il resto è un sogno ad occhi aperti.

Qui Roma

La Roma, sia chiaro, coltiva la stessa ambizione. Ma vuole andare step dopo step, specialmente dopo il pari alla prima. De Rossi ha ricevuto la notizia forse più bella dal mercato - pure qui: dipende dai punti di vista - ed è quella legata a Paulo Dybala: resta a Trigoria, dopo essere stato a un millimetro dall'addio, dopo aver salutato tutti, quasi svuotando l'armadietto. Paulo se queda e adesso che succede? Bisognerà trovare uno spazietto pure per lui, perché DDR potrebbe preferirgli innesti più di gamba, più di tenacia. E meno qualitativi di Dybala, che di certo non si accontenterebbe di essere l'uomo dell'ultima mezz'ora.

Come nella Juve, anche in casa Roma un po' di incognite resistono. Bisognerà capire di che pasta è fatto Dovbyk, il centravanti chiamato a non far rimpiangere il duo Lukaku-Belotti (a cui poi si è aggiunto Tammy Abraham, rientrato dall'infortunio). Una traversa per iniziare, proprio sul tocco di Dybala, e qualche meme già uscito a chiarire l'ironia dei romanisti, specialmente in questo momento storico in cui regna l'incertezza. E la si combatte molto spesso con una risata. Ride meno Matias Soulé, considerata l'investitura sul suo calibro. Ride un po' di più Le Fée, chiamato subito a fare la differenza.

Nel 4-3-3 giallorosso, comunque, tanti uomini di forza e di esperienza. Non è più una Roma di giovani e inesperti, per questo forse meno pronti alla vittoria. Oggi quel ruolo lo potrebbe recitare la Juventus di Thiago, tra le due.

Che partita dobbiamo aspettarci?

Dobbiamo aspettarci una partita aperta. E per un motivo in realtà estremamente banale: nessuna delle due parti vuole rinunciare a giocare, entrambe ricercano il possesso come fonte per far male agli avversari. La Juve proverà a distruggere le linee romaniste, la Roma proverà a creare superiorità numerica e a innescare il centravanti e sollecitare gli inserimenti dei centrocampisti. Non c'è un copione scritto, tanto per capirci. Neanche un canovaccio. Ci sono due formazioni pronte a prendersi la scena, con la Juve leggermente più responsabilizzata, ma solo per una questione di stadio, clima, passione, entusiasmo che si respira in queste settimane.

La Roma non cederà il passo, non facilmente. I bianconeri sono però pronti all'ultima fatica prima della sosta e prima, poi, di ricominciare lì dove sognavano di tornare: il disturbo di una partita ogni tre giorni, di un calendario così compresso da diventare pure complesso. Non vediamo l'ora.