"Non mi sento male per me, ma per tutta la gente interista, questa è una sconfitta che resterà per sempre". Parole pronunciate da Hector Cuper, tecnico dell'Inter, dopo il ko per 4-2 patito contro la Lazio, che costò alla formazione nerazzurra uno scudetto.
Un match che ha segnato il calcio italiano e la sua storia. Una data che, ancora oggi, resta scolpita nell'immaginario comune: il 5 maggio 2002.
Ai nastri di partenza della Serie A 2001-2002 erano tre le favorite alla vittoria dello scudetto: la Roma di Fabio Capello, campione in carica, la Juventus di Marcello Lippi e l'Inter di Hector Cuper.
Quella era la Serie A delle Sette Sorelle, un campionato altamente competitivo. Milan, Lazio e Fiorentina si rafforzarono per dare l'assalto al vertice e l'Italia calcistica, possedendo già i migliori giocatori del pianeta, se li scambiava.
Inzaghi passò dalla Juventus al Milan, Thuram e Buffon dal Parma alla Vecchia Signora. La compagine bianconera dovette rinunciare a Zidane, volato direzione Madrid, ma prelevò Pavel Nedved dalla Lazio.
La Roma contava già su una rosa di prim'ordine, ma si rafforzò ulteriormente con l'arrivo di Panucci dal Monaco e di Cassano dal Bari.
Massimo Moratti affidò l'Inter ad Hector Cuper, considerato il nuovo Helenio Herrera e reduce da un biennio d'oro al Valencia. Il tecnico argentino approdò in nerazzurro dopo ben tre finali perse: due di Champions League col club andaluso e la Coppa delle Coppe 1999, quando allenava il Maiorca, proprio contro la Lazio.
Insieme a Cuper arrivarono a Milano, sponda nerazzurra, anche Toldo, Emre, Conceicao e Materazzi, potenziando ulteriormente una rosa da sogno.
L'Inter poteva infatti contare su un attacco stellare, composto da Vieri (per cui Moratti dovette resistere ad un vero e proprio assalto da parte della Juventus), Recoba, Adriano, Kallon e Ventola. Il tutto in attesa del rientro di Ronaldo.
Tutto ci si aspettava dalla Serie A 2001-2002, tranne un protagonista inatteso. Eppure è proprio ciò che accadde. Dopo 8 giornate, infatti, al comando del campionato italiano si trovò il Chievo Verona di Luigi Del Neri e del presidente Campedelli.
Le partenze a rilento di Roma e Juventus, unite ad un inizio horror da parte della Lazio, permise all'Inter di agganciare immediatamente la vetta della Serie A e al Milan di restare aggrappato alle prime posizioni, ma non solo.
Nella lotta al vertice si inserì il Chievo Verona, capace di imporsi sulla Fiorentina per 0-2 al debutto in Serie A. La neopromossa mostrò un gioco collaudato ed efficace, conquistando 19 punti nelle prime 8 giornate di campionato e scalzando l'Inter in testa alla classifica.
L'Inter perse il derby d'andata contro il Milan per 2-4, venendo superato dal Chievo Verona al primo posto. Una partenza con pochi errori e molta sostanza passò in secondo piano rispetto all'impresa sportiva della formazione di Del Neri, autentica rivelazione di quella Serie A.
Alla nona giornata Juventus e Inter pareggiarono 0-0, permettendo al Chievo Verona di volare a +4 sui nerazzurri e a +6 su Milan e Roma.
Il Chievo poi pareggiò col Venezia e perse 3-2 il primo derby di Serie A contro il Verona, ma rimase in testa alla classifica grazie ad un altro passo falso dell'Inter. I nerazzurri non approfittarono dello scivolone dei veronesi e non andarono oltre lo 0-0 contro la Roma, altra pretendente rimasta indietro.
Il Chievo Verona restò in testa fino alla tredicesima giornata, quando venne sconfitto 3-2 dal Milan e superato dall'Inter, trionfante per 2-4 sul campo dell'Atalanta. Al termine di quel turno la classifica vedeva i nerazzurri primi a 28 punti, inseguiti dai veronesi a 26 e da Roma (24) e rossoneri (23).
A questo punto tutti avrebbero pensato ad un tracollo verticale del Chievo, ma così non fu. La squadra di Verona rilanciò, tornando in testa alla classifica grazie allo strepitoso successo nello scontro diretto contro l'Inter.
Dopo 15 uscite la graduatoria di Serie A vide il Chievo Verona al primo posto con 32 punti, uno in più dell'Inter di Cuper e due in più della Roma campione in carica. Eravamo al 16 dicembre 2001 e così iniziò l'inverno del Ciapa no.
Lazio e Milan scelsero per il cambio di guida tecnica, esonerando rispettivamente Zoff e Terim per Zaccheroni e Ancelotti. La Juventus di Lippi era ancora alla ricerca della perfetta sintonia dopo una rivoluzione estiva che ancora faticava a dare frutti.
Le uniche, tra alti e bassi, che sembravano confermare la propria forza, erano Inter e Roma. I nerazzurri attendevano il ritorno di Ronaldo per completare l'arsenale offensivo, mentre i giallorossi di Capello erano in netta ripresa dopo un inizio balbettante, come dimostrato nello 0-2 inflitto alla Juventus alla quinta giornata.
La sedicesima giornata fu uno spartiacque per la Serie A 2001-2002: la Roma trionfò 0-3 sul campo del Chievo, la Juventus raccolse i primi frutti del mercato e si impose 0-4 sul Brescia. L'Inter fece il suo e conquistò i tre punti battendo 2-3 il Piacenza.
A Natale la classifica recita Inter 34, Roma 33, Chievo 32. Il giorno della Befana si giocò uno scialbo Inter-Lazio, match valido per la diciassettesima giornata di Serie A, terminato 0-0.
La Roma prese la testa della classifica, vincendo tra le mura amiche 1-0 contro il Torino. Chiuso il girone d'andata da campione d'inverno, la formazione giallorossa venne immediata scalzata al vertice dall'Inter.
La Roma ritrovò immediatamente la vetta e, dopo l'1-3 inflitto al Chievo alla ventesima giornata, anche la Juventus di Lippi si aggiunse alla corsa scudetto.
Al ventiduesimo turno si giocò Roma-Juventus, prima contro seconda. L'incontro fu dominato dai giallorossi, ma terminò 0-0 grazie ad un intervento salva risultato di Pessotto.
L'Inter avrebbe potuto approfittarne, ma perse 2-1 contro il Bologna. La classifica vedeva i giallorossi ancora in testa a 45 punti, inseguiti da bianconeri (44) e nerazzurri (43).
La Juventus trovò un successo per 2-1 contro la Fiorentina e conquistò addirittura la vetta nella giornata seguente, approfittando dello 0-0 di Brescia-Roma. Bianconeri dunque primi a 47, giallorossi e Inter a 46.
Il Ciapa no proseguì, imperterrito, colpendo anche la Juventus, che riuscì a rimontare fino al 2-2 un derby col Torino decisamente infuocato. Roma e Inter vinsero, spedendo la Vecchia Signora al terzo posto. Ma un'altra stracittadina, quella di Milano, è alle porte.
Come ne "Il Buono, il Brutto e il Cattivo", Juventus, Inter e Roma formarono un triumvirato che diede vita ad una delle corse scudetto più belle della storia.
L'Inter trionfò nel derby di ritorno (giornata 25), battendo di misura il Milan (0-1) e nel turno seguente la Roma stravinse 1-5 il match contro la Lazio.
Mentre la Roma legittimò la propria superiorità cittadina, Inter e Juventus diedero vita ad un incontro senza esclusione di colpi. Una doppietta di Seedorf permise ai nerazzurri di pareggiare, rimanendo appaiati ai giallorossi in vetta a quota 53 punti, con i bianconeri a 52.
Alla ventottesima giornata il calendario mise contro Inter e Roma, ancora una volta prima contro seconda. Match che assunse ancora più valore con la sconfitta della Juventus 1-0 a Parma la sera prima. Chi vinceva, insomma, si cuciva addosso un pezzo di scudetto.
Fu l'Inter ad imporsi con un netto e convincente 3-1 targato Vieri e doppio Recoba. Il popolo nerazzurro impazzì, vedendo i propri beniamini tentare la fuga, issandosi a 59 punti (+3 sulla Roma, +4 sulla Juventus).
Il 30 marzo 2002 l'Inter vinse di misura a Firenze e allungò a +6 sulla Juventus, che pareggiò 1-1 con la Lazio tra i fischi. Mentre la Roma fece il suo e trionfò 3-1 sul Bologna.
La Serie A 2001-2002 giunse dunque alla sua trentesima giornata, l'ennesimo spartiacque di quel campionato terminato con l'iconico Lazio-Inter del 5 maggio. I nerazzurri caddero in casa contro l'Atalanta, la Roma rimontò solo nel finale il Venezia (2-2) e la Juventus calò il poker al Perugia, riaprendo prepotentemente la corsa scudetto.
Mancavano solamente quattro giornate al termine della Serie A 2001-2002 e la classifica recitava: Inter 62, Roma 60, Juventus 59.
I bianconeri ebbero la meglio sul Milan di Ancelotti nel turno seguente, mentre un'Inter scricchiolante rimontò solo nel finale il Brescia, grazie al rientrato Ronaldo. La Roma pure mantenne il passo, grazie al 3-1 inflitto al Parma.
Emozioni finite? Macchè...successe di tutto nella trentaduesima giornata. La Roma pareggiò 0-0 a San Siro col Milan, mentre l'Inter venne ripresa al 90' dal Chievo (2-2) e la Juventus, sempre al fotofinish, sbloccò grazie a Nedved il match contro il Perugia.
Dal potenziale -5 dall'Inter, la Juventus ridusse nei minuti finali di quel turno ad un solo punto la distanza dai nerazzurri. La classifica a 180' dal termine del campionato vedeva il Biscione al primo posto a 66, la Vecchia Signora a 65 e la Roma a 64.
La penultima giornata, come la quiete prima della tempesta, vide Inter, Juventus e Roma vincere agilmente rispettivamente contro Piacenza (3-1), Brescia (5-0) e Chievo (5-0).
Ogni decisione fu dunque rimandata all'ultima giornata, in programma per il 5 maggio 2002, con ben tre squadre ancora in lotta per lo scudetto. La classifica recitava infatti: Inter 69, Juventus 68 e Roma 67. Un finale al cardiopalma.
Il calendario dell'ultima giornata: Lazio-Inter, Torino-Roma, Udinese-Juventus. I bianconeri chiudono già nei primi 10' la pratica friulana con le reti realizzate da Trezeguet e Del Piero, ma l'attenzione è tutta sulla Capitale.
Uno Stadio Olimpico completamente nerazzurro, compresa la Curva Nord, chiamò a gran voce un successo dell'Inter. L'obiettivo primario dei tifosi della Lazio sembrò evitare il trionfo romanista, piuttosto che ostacolare quello meneghino, tanto da fischiare i propri beniamini.
L'Olimpico intero potè esplodere di gioia al 12', quando Vieri approfittò di un'uscita imperfetta di Peruzzi ed insaccò lo 0-1 interista. Il clima ostile del pubblico però accese un ardore dentro i calciatori della Lazio, che dopo appena 7 giri di lancette trovarono il gol del pari.
Al 19' Poborsky fu lesto nel liberarsi al centro dell'area di rigore e a battere Toldo, contestando aspramente i propri tifosi nell'esultanza. Passano appena 4 minuti però che l'Inter, ancora su sviluppi di calcio d'angolo, trova l'1-2 con Di Biagio.
Quando ormai lo scudetto sembrava cucito sul petto dei nerazzurri, accadde l'ennesimo episodio controverso e spartiacque di quella magnifica Serie A 2001-2002. A pochi secondi dall'intervallo Gresko, nel tentativo di scarico verso Toldo, appoggiò di testa una palla solo da spingere in rete per il furbo Poborsky, che firmò la sua personale doppietta.
La rete di Poborsky spense di fatto col passare dei minuti e l'aumentare della paura, le speranze nerazzurre. Nella ripresa l'Inter non si rese mai pericolosa e incassò le reti di Simeone e Simone Inzaghi.
Quello che nessuno avrebbe ritenuto possibile stava succedendo: l'Inter stava perdendo uno scudetto all'ultima giornata contro la Juventus, acerrima rivale di sempre. Una beffa clamorosa, visto l'andamento di quella Serie A 2001-2002, a cui si aggiunge la vittoria 0-1 della Roma col Torino, che condannò i nerazzurri addirittura al terzo posto finale.
Il pianto di Ronaldo in panchina, la gioia di Antonio Conte e la rivincita di Marcello Lippi, capace di imporsi su Moratti (che lo aveva in precedenza esonerato) e di trovare al successo al suo ritorno alla Juventus, questo e molto altro fu il 5 maggio 2002, il giorno di una sconfitta che non si resterà per sempre.