Calcio

Lazio - Milan: sfida tra deluse all'Olimpico

Il vero tema di questo Lazio v Milan augustano - sabato 31, calcio d'inizio alle 20:45 - è senz'altro la delusione.

Della Lazio, più dei tifosi laziali che dei giocatori e dello staff, per un avvio con qualche luce e molte ombre: la sconfitta di Udine ne getta parecchie, per il modo in cui è arrivata e per la proposta offensiva che (non) ha risposto alle difficoltà difensive - dopo l'anno da seconda miglior difesa sotto Sarri, la squadra ha subito in questo reparto un'involuzione evidente e inarrestabile.

Alcuni giocatori in particolare, Casale dietro e Guendouzi a centrocampo, sono parsi fuori forma e fuori fase, anche mentalmente. Baroni ha predicato calma, la curva ha sostenuto i propri ragazzi a fine partita sotto il settore della Blue Energy Arena, ma che la Lazio si sia indebolita - e molto - è un fatto.

Non si direbbe lo stesso del Milan, che a parte Giroud ha tenuto i migliori e ha aggiunto giocatori di qualità, su tutti Pavlovic dietro e Morata davanti. E allora? Cosa c'è? C'è che la squadra di Paulo Fonseca, innanzitutto, gioca male ed è scollata tra i reparti. Attacca male, detto altrimenti, e difende peggio. Due gol presi dal Torino - invero una delle sorprese in positivo di questo inizio di stagione -, due pure dal Parma neopromosso, una squadra certamente interessante e ben costruita, ma pur sempre una neopromossa.

Comunque, al di là di ogni discorso tattico, sul quale senz'altro Fonseca sta lavorando e lavorerà ancora, il vero problema dei rossoneri sembra mentale. Alcuni giocatori in particolare, quelli più forti come Theo Hernandez e Rafael Leao, appaiono svogliati. Il terzino francese si è comportato malissimo su entrambi i gol presi, prima in marcatura - inesistente, ed era appena iniziata la partita - su Dennis Man, poi a pochi minuti dalla fine su Matteo Cancellieri. Il replay inchioda Hernandez, sorpreso a passeggiare allegramente sull'ex Lazio, completamente libero di calciare a centro area.

E da chi era nato il gol del 2-1 parmigiano? Da Rafael Leao, che con una apertura delle sue - inguardabile, e di una sufficienza preoccupante - aveva lanciato di fatto il contropiede di Almqvist, abile nel servire poi proprio Cancellieri a centro area per il tap-in vincente. Per inciso, dopo il gol del pareggio di Christian Pulisic, Leao - autore dell'assist - aveva azzittito il settore ospiti occupato dalla Curva Sud Milan, mettendo inequivocabilmente il dito davanti al naso e squadrando per più secondi i tifosi rossoneri. Un atteggiamento francamente rivedibile, non solo per il campione che è (o dovrebbe essere) Leao, ma per la totale mancanza di rispetto nei confronti di chi lo ha sempre sostenuto, dal primo giorno.

Presentare Lazio v Milan insomma non è facile. Le polemiche montano sopra la qualità, circondandola di un alone che già alla terza giornata rischia di far saltare il banco. Per Baroni, ritrovarsi con tre punti dopo tre partite sarebbe drammatico, soprattutto considerando il clima della piazza, in contestazione ufficiale con la presidenza dalla fine della scorsa stagione. Per Fonseca, anch'egli nuovo sulla panchina, sarebbe persino peggio, perché tra tre giornate c'è l'Inter, e di mezzo una pausa che può rigenerare, ma anche uccidere.