Calcio

Il Livorno di Lucarelli: orgoglio e appartenenza

E' difficile, molto, raccontare il calcio a Livorno senza imbattersi nei personaggi. Massimiliano Allegri da casa sua è solo partito, ma c'è invece chi è rimasto, chi ha vinto, chi ha sofferto. E chi ha raccolto esattamente quello che sognava: l'amore di un popolo.

Ecco: in dieci anni, il viaggio calcistico di Cristiano Lucarelli lo ha portato esattamente da Livorno a Livorno, compiendo un percorso straordinario attraverso le tappe del calcio italiano.

All'età di diciotto anni, il giovane Lucarelli ha iniziato il suo cammino calcistico sulla riviera toscana, giocando per i dilettanti del Cuiopelli, per poi fare il grande salto verso il professionismo in Umbria, dove Alberto Castagner gli dà l'opportunità di debuttare tra i giocatori di caratura internazionale.

Il percorso di Lucarelli, fino a Livorno

È a Cosenza che Lucarelli si afferma però come un attaccante prolifico, segnando gol su gol e meritandosi la chiamata nella squadra nazionale Under 21, che lo porterà a rappresentare l'Italia alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Il suo talento non passa inosservato e la stagione successiva viene acquistato dal prestigioso Parma, anche se viene subito ceduto prima al Padova e poi all'Atalanta, dove registra le sue prime marcature nella massima serie italiana.

Il suo percorso subisce un brusco stop quando si trasferisce a Valencia per giocare sotto la guida di Ranieri e, purtroppo, subisce un grave infortunio al ginocchio che lo tiene lontano dal campo per un lungo periodo. Con l'avvento del nuovo millennio, Lucarelli approda a Lecce, dove si conferma come un attaccante di alto livello nella massima serie italiana, dimostrando la sua abilità nel segnare gol decisivi.

Successivamente, indossa la maglia del Torino, dove viene chiamato a ripercorrere le gesta di leggende calcistiche come Graziani e Pulici. Nonostante due stagioni contraddistinte da pochi gol, Lucarelli conquista il cuore dei tifosi granata con la sua dedizione e il suo attaccamento alla maglia.

Tuttavia, l'anno successivo, il suo amato Livorno ritorna in Serie B e Lucarelli sente che è giunto il momento di tornare a casa. Con la maglia amaranto, supportato dall'indimenticabile Igor Protti, Lucarelli diventa il trascinatore della squadra, segnando 29 gol e conducendo i labronici alla promozione in massima serie dopo cinquantacinque lunghi anni. La curva esulta e Lucarelli ripaga l'affetto dei tifosi mostrando un profondo attaccamento ai colori amaranto, confermandosi uno dei grandi protagonisti della storia del calcio livornese.

"Tenetevi il miliardo"

Al termine della stagione, il Torino si ripresenta sul tavolo delle trattative con una proposta allettante per riscattare la metà del cartellino di Cristiano Lucarelli, precedentemente ceduto ai labronici. La cifra offerta sia alla squadra che al giocatore è considerevole, ma Lucarelli prende una decisione che sorprende molti: rifiuta l'ingaggio annuo di un miliardo di lire pur di continuare a indossare la maglia dei colori che ha sempre amato.

Nonostante l'offerta sia allettante, Lucarelli dimostra la sua fedeltà e il suo attaccamento al Livorno, scegliendo di restare. Le tre stagioni successive sono caratterizzate da numerosi gol segnati da Lucarelli, che si laurea capocannoniere con 24 reti e porta il Livorno a qualificarsi per l'Europa League. Nonostante le offerte economiche rimangano sul tavolo, Lucarelli decide di rimanere fedele ai colori amaranto e di continuare a lottare per la squadra che gli ha dato tanto.

Sembra tutto perfetto. Soprattutto duraturo. Ma nel 2007, Lucarelli decide che è giunto il momento di accettare l'offerta economica e intraprende una nuova avventura firmando per lo Shakhtar Donetsk di Lucescu, con il quale avrà l'opportunità di giocare nella prestigiosa Champions League.

Il Livorno degli anni Duemila

Ma com'erano nati quel Livorno, quella squadra, quella magia? Nel 1999, l'approdo del presidente Aldo Spinelli segnò un punto di svolta nella storia recente del club. In pochi anni, la squadra passò dalla Serie C1 alle prestigiose platee nazionali della Serie A e ai palcoscenici europei della Coppa UEFA.

Il primo colpo di mercato fondamentale del nuovo presidente fu il ritorno in maglia amaranto di Igor Protti, già capocannoniere della Serie A con il Bari nel 1995-1996, nonostante le opinioni che lo consideravano in declino, opinioni che si dimostrarono infondate.

La prima stagione servì principalmente per adattarsi: il Livorno tornò a vincere contro i cugini pisani all'Arena Garibaldi dopo 21 anni, ma rimase lontano dalle posizioni di vertice.

Nella stagione di Serie B 2003-2004, la squadra livornese fu affidata al giovane allenatore Walter Mazzarri. E due avvenimenti chiave caratterizzarono l'estate prima dell'inizio del campionato: il ritorno in squadra del livornese Cristiano Lucarelli, dopo una lunga trattativa con il Torino, e il cambio di idea da parte di Igor Protti, che decise di continuare con il Livorno dopo aver inizialmente annunciato il ritiro dalla carriera calcistica.

In un torneo estenuante con 24 squadre partecipanti, il club amaranto disputò un buon girone d'andata, per poi emergere con forza nel girone di ritorno. La spettacolare corsa nella seconda metà della stagione culminò con una vittoria esterna per 3-1 contro il Piacenza, che garantì al Livorno il ritorno in Serie A dopo 55 anni di assenza. La squadra chiuse al terzo posto, dietro a Palermo e Cagliari.

La coppia d'attacco Protti-Lucarelli si dimostrò straordinaria, segnando complessivamente 53 gol, e entrambi furono protagonisti di una stagione indimenticabile; contribuì inoltre in modo significativo il giovane difensore Giorgio Chiellini.

Gli anni in Serie A

Al ritorno in Serie A, l'obiettivo principale del Livorno era la salvezza. La squadra mise grande fiducia sul centrocampo e sull'attacco che avevano garantito la promozione, mentre rinnovò completamente la difesa. Franco Colomba subentrò a Mazzarri in panchina.

Il Milan, campione d'Italia, diede il benvenuto al Livorno, con circa 10.000 tifosi livornesi (molti dei quali indossavano una bandana in segno di satira contro il presidente del Milan Berlusconi) presenti a San Siro per assistere al sorprendente pareggio per 2-2, con una doppietta di Cristiano Lucarelli.

Tuttavia, seguirono alcune prestazioni deludenti, con il Livorno che si trovò in fondo alla classifica fino a uscirne con tre vittorie consecutive. Altalene di risultati spinsero Spinelli a esonerare Colomba e a richiamare Donadoni, che garantì la salvezza senza troppi patemi, aggiungendo qualche soddisfazione, come la vittoria per 1-0 contro il Milan in casa. Memorabile anche il pareggio per 2-2 al Picchi contro la Juventus, che assegnò lo scudetto ai bianconeri e vide Protti segnare il suo ultimo gol con la maglia amaranto, salutando così i tifosi livornesi.

Il Livorno concluse al nono posto. Cristiano Lucarelli fu il principale artefice della salvezza, vincendo la classifica dei capocannonieri con 24 gol.

Nella stagione successiva, Donadoni fu confermato e il Livorno prese slancio, chiudendo il girone di andata al quinto posto. Poco dopo l'inizio del girone di ritorno, Donadoni si dimise a causa di contrasti con il presidente.

Carlo Mazzone subentrò, ma non riuscì a mantenere la squadra in zona UEFA: il Livorno scivolò al nono posto in classifica. Tuttavia, a causa delle penalizzazioni inflitte a Juventus, Fiorentina e Lazio nello scandalo di Calciopoli, al Livorno fu assegnato il sesto posto e il conseguente accesso alla Coppa UEFA.

Dalla Coppa Uefa alla retrocessione

Nella stagione 2006-2007, il Livorno affrontò il suo terzo campionato consecutivo in Serie A e fece pure il suo debutto nella Coppa UEFA.

Dopo aver superato il primo turno contro il Pasching con due vittorie e un totale di 3-0, la squadra affrontò nel girone eliminatorio avversari di prestigio come Rangers, Auxerre, Partizan e Maccabi Haifa.

Nonostante la sconfitta interna contro i Rangers (2-3) e i pareggi (tutti per 1-1) con Partizan Belgrado (con un gol al 87' del portiere Amelia) e Maccabi Haifa, il club amaranto passò il turno con una vittoria in trasferta contro l'Auxerre (1-0), piazzandosi al terzo posto nel girone. Nei sedicesimi di finale, il Livorno fu eliminato dall'Espanyol, perdendo 1-2 in casa e 0-2 a Barcellona.

In campionato, alcuni risultati negativi portarono il presidente Spinelli a esonerare l'allenatore Arrigoni alla fine del girone d'andata. Tuttavia, il tecnico fu reintegrato pochi giorni dopo, in seguito alla forte volontà della squadra di continuare con lo stesso allenatore.

Nonostante ciò, il rendimento della squadra non migliorò sensibilmente, e Arrigoni fu definitivamente esonerato il 20 marzo 2007. Al suo posto fu chiamato Fernando Orsi, che portò il Livorno all'undicesimo posto al termine della stagione.

Nell'estate del 2007, Cristiano Lucarelli lasciò il Livorno per lo Shakhtar Donetsk per 9 milioni di euro.

Orsi fu confermato per la stagione 2007-2008, ma fu esonerato dopo un terribile inizio di campionato che portò il Livorno all'ultimo posto con soli due punti in sette partite. Camolese al suo posto, ma solo per un po': il 28 aprile tornò proprio Orsi, la squadra era di nuovo in ultima posizione a tre giornate dalla fine del campionato.

Nonostante gli sforzi, Orsi non riuscì ad evitare la retrocessione. E fu la fine di una storia, che ha avuto un richiamo e un sussulto oltre un anno dopo. Non più un lieto fine.