Calcio

Il futuro di Lukaku, il post Osimhen e la voglia di Conte: Napoli, si può fare

Provaci ancora, Romelu. E provaci di più, perché l'ultima partita avrebbe potuto consacrare un ritorno e invece ha confermato una lunga attesa, quella che spera ancora oggi l'attaccante belga dai palcoscenici più importanti.

Con Belgio-Romania c'è una bella occasione: serve alla squadra di Tedesco, reduce da un ko alla prima; serve soprattutto all'attaccante (fu) della Roma, ora alla ricerca di un nuovo senso per la sua carriera.

Provaci ancora, però, Romelu. Perché dare un senso diverso a quest'Europeo potrebbe voler dire chiudere ad alto livello ancora una carriera che ha da dare due gomitate alla sfortuna, da ricreare un piccolo flusso per poi congedarsi in maniera pressoché definitiva. Le strizzate d'occhio di Big Rom all'Arabia Saudita, ecco, si leggono in questo senso, verso questa direzione. Ma c'è un percorso da fare prima, e chissà dove.

Il Belgio dei rimpianti

Lukaku è stato ed è oggi il simbolo di una generazione che in Belgio definiscono "Golden". Una concentrazione di talenti che sta pian piano svanendo, a partire da quell'Eden Hazard che avrebbe fatto estremamente comodo, e che ha già dato l'addio al calcio. Non c'è neanche Courtois. C'è però De Bruyne, così come Axel Witsel. Quando nel 2018 questa squadra sembrava nel picco di carriera, nessuno l'aveva immaginata a non lottare per un trofeo, al limite per una finale. E invece il Belgio si è sempre fermato prima, spezzando tutte le promese che si facevano sulla qualità dei propri interpreti.

Nel giardino dell'Eden, e non solo di Hazard, una serie di ottimi calciatori praticamente in tutti i ruoli: pensate allo stesso Witsel, a Vertonghen. A Ferreira Carrasco, a Dries Mertens. In mezzo poi c'è sempre stato BigRom, numero nove e trascinatore, uomo da 85 gol in 116 partite con la sua nazionale. Migliore di sempre con quella maglia. E per questo già nella storia del suo Paese.

Il futuro di Lukaku

Ecco: alla fine degli Europei vi farà ritorno, ma solo per una breve vacanza. La testa di Romelu sarà poi fissa sulla prossima tappa, anche perché sembra inverosimile che la Roma possa riscattarlo alle cifre (senza sconti) del Chelsea, che ancora oggi detiene il cartellino dell'ex Inter. Servono 38 milioni di sterline, lo dice la clausola rescissoria. E servono cash, senza contropartite, senza chiedere sconti. I Blues non hanno più intenzione di farne, anche perché il contratto scade nel 2026 e adesso è tempo di monetizzare.

Non ha una meta preferita lo stesso centravanti, richiesto in Arabia Saudita (alla quale, per ora, ha già detto no), richiesto però pure in Italia. Dopo l'Inter e la Roma potrebbe essere infatti il caso del Napoli, che spera in un prestito oneroso e resta al momento alla finestra. Ha già bussato, ma il Chelsea non sembra intenzionato ad aprire: l'obiettivo è di fatto la cessione, senza più patemi e senza più attese.

Il nodo ingaggio

A questo andrebbe poi aggiunto un gesto non scontato da parte di BigRom: la riduzione dell'ingaggio. Il Napoli ha immaginato un accordo biennale con opzione unilaterale per il terzo anno. Romelu ha uno stipendio da top player assoluto, si parla di circa 11 milioni a stagione garantiti dal Chelsea; l'anno scorso, con la Roma, si era "accontentato" di circa 7.5 milioni. Cifre che il Napoli non può sostenere, ancor meno senza gli introiti garantiti dalla Champions League.

Servirebbe dunque un cambio drastico delle abitudini dell'attaccante belga, che potrebbe accettare solo in un caso: se la telefonata - che non è ancora arrivata - dovesse presentarsi con il nome cerchiato in rosso in rubrica. Quello di Antonio Conte, l'allenatore che gli ha cambiato e allungato la carriera.

Il rapporto tra Conte e Lukaku

È questa la chiave, è questo il nodo. Ed è questa la volontà dell'allenatore leccese, che in questi giorni sta affrontando delle situazioni per nulla banali. Da Di Lorenzo al caso Kvaratskhelia, passando per la cessione certa che sarà quella di Osimhen. Sì, anche da questo dipende eventualmente il futuro di Lukaku a Napoli: finché la casella del nove è occupata dal centravanti nigeriano, allora i tempi non s'incastrano, gli astri non si allineano.

Ma il rapporto tra Conte e Lukaku, beh, è più forte di ogni gioco di fino che può fare il mercato. C'è chi racconta di chiamate e messaggi, come si fa tra vecchi amici con cui si è condiviso un pezzo di vita. Una vita che per Romelu è cambiata da quando ha ritrovato Antonio, che è stata diversa, sempre più diversa, da quando si è allontanato dal tecnico leccese. Se ci ripensate, è un po' come qualche anno fa: Rom in uscita dal Chelsea, spento e con una carriera da ricostruire; Antonio che cerca l'occasione di vincere altrove, di creare una storia. Fu il matrimonio perfetto. Lo sarebbe pure stavolta?