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Calcio

Ma quanto è coperto Inzaghi senza Pavard?

Stagione che vive per il momento sulle vittorie in serie dell'Inter di Simone Inzaghi, la quale, a parte il doppio passo falso di San Siro contro Sassuolo e Bologna, sembra la squadra più in salute tra le pretendenti allo scudetto.

La partita contro l'Atalanta giocatasi nel tardo pomeriggio di sabato scorso, ha messo in evidenza la capacità dei nerazzurri di attendere la partita, di aspettare il momento giusto per aggredire, per portarla a proprio favore quando le situazioni lo permettono e gli avversari perdono mordente.

Il primo posto dell'Inter, certificato da una vittoria su uno dei campi più difficili della Serie A, quello di Bergamo, ha però molti punti di merito che non possono essere racchiusi nella sola superiorità tecnica della rosa a disposizione dell'allenatore piacentino.

Vediamo quali.

Equilibrio? Più o meno

Più di un osservatore, lo abbiamo fatto anche noi qualche giorno fa, ha intravisto la possibilità di una lotta per il primo posto non esattamente figlia di un dominio assoluto di una squadra, come ad esempio è capitato l'anno scorso con il Napoli vincitore del titolo 2022/23.

Vuoi per un motivo, vuoi per un altro, a tale lotta prenderanno parte un nutrito numero di squadre che si contenderanno lo scudetto fino a primavera inoltrata, con tutti i pericolosi colpi di scena del caso, che faranno capo agli episodi che ogni partita si ripropongono a larga mano.

Le prime 11 giornate hanno però indicato quanto la squadra del Biscione possa contare su una chimica di gruppo che sembra mancare ad esempio al Milan, tramortito dall'Udinese a San Siro grazie ad un rigore di Pereyra nel corso del secondo tempo.

Chiudete per un attimo un secondo e pensate ad un episodio di questo tipo con l'Inter in campo.

Pioli ha i suoi demeriti, peraltro riconosciuti dallo stesso allenatore del Milan a fine gara nelle interviste di rito, ma non si può addossare tutta la colpa di un Diavolo in crisi, al tecnico.

Gli infortuni sono il cruccio maggiore della rosa rossonera e, seppure anche per questa situazione lo staff tecnico ha probabilmente le sue colpe, di certo una buona percentuale di sfortuna ha fatto la sua parte.

È soprattutto alla costruzione di una rosa completa in ogni reparto, secondo i dettami tattici di Inzaghi, che si deve la differenza in termini di mero valore tra l'Inter e tutte le altre squadre. O almeno questo enunciato vale per le prime 11 giornate di Serie A.

L'attacco dell'Inter, Arnautovic vicino al rientro

Lo spavento dovuto all'infortunio di Arnautovic nel secondo tempo di Empoli, vittima di una distrazione muscolare, ha fatto dormire sonni poco tranquilli ad Inzaghi, visto che proprio l'attacco è il reparto dove i nerazzurri patiscono minor copertura.

Si era addirittura pensato di intervenire sul mercato, ma le soluzioni si sono trovate in economia, nel senso più aziendale del termine, e tra Alexis Sanchez che ha fatto l'ennesima parte del ripiego di lusso, peraltro con risultati più che lusinghieri, l'esplosione di Marcus Thuram, che non ha avuto necessità alcuna di rifiatare, collezionando prestazioni strepitose una dietro l'altra, la completa maturazione di Lautaro Martinez che si è messo a disposizione della squadra, snaturando la sua indole di "puntero", tornando spesso e volentieri a centrocampo per prendersi il pallone, hanno fatto propendere la società con sede in Viale della Liberazione, a non intervenire sul mercato.

Il problema maggiore va ovviamente valutato in senso lato e la gestione di soli tre attaccanti, dei quali uno, Sanchez, piuttosto avanti con l'età, va necessariamente analizzata per il medio e lungo periodo, più che altro per un discorso di sovra utilizzo dei soliti noti.

Arnautovic è tornato a fare qualche passo in palestra, ma non è lontano il rientro in gruppo per lavorare con i compagni, tanto che già qualcuno ipotizza il ritorno in campo con il Frosinone prima della pausa, nella serata del 12 novembre.

Esterni in abbondanza

L'altro infortunio che aveva messo in apprensione il popolo nerazzurro, è stato quello di Juan Cuadrado, ai box ormai da inizio ottobre per un'infiammazione al tendine di Achille, che continua però a non dare tregua all'esterno nerazzurro.

Il suo reintegro in rosa, sta slittando di partita in partita e a questo punto Inzaghi potrebbe averlo a disposizione al rientro dalla pausa per le nazionali, quando l'Inter dovrà giocare la partita delle partite contro la Juventus di Allegri.

Ma anche qui la coperta è sufficientemente lunga.

Il 3-5-2 di stampo inzaghiano, permette una certificazione dei ruoli non comuni ad altre squadre, ed è probabilmente per questo che il tecnico ha dato indicazioni alla società per una costruzione della rosa nella quale i suoi giocatori sappiano fare perfettamente ciò per cui sono stati presi.

Per questo in squadra ci sono pochi "Jolly" nella zona nevralgica del campo. A destra Cuadrado, da centrocampista esterno, diventa un ottimo sostituto dell'olandese Denzel Dumfries, altra pedina fondamentale, che ha però terminato il match con l'Atalanta sulle gambe, spremuto non poco da Inzaghi in queste ultime partite.

Sempre su quella corsia, è Darmian a garantire corsa e frizzantezza, tanto che con l'Atalanta ha sostituito alla grandissima Pavard, infortunatosi a fine primo tempo, procurandosi anche il rigore del vantaggio nerazzurro.

Dall'altra parte Dimarco è l'esterno che vorrebbe ogni allenatore. Polmoni inesauribili, piede fantastico, assist e gol a profusione. E anche qui non manca l'alternativa di rilievo, visto che Carlos Augusto ha già dimostrato di essere entrato a pieno ritmo negli schemi di Inzaghi.

Il centrocampo

Se è vero com'è vero che Barella e Mkhitaryan sono le due mezze ali che stanno facendo la fortuna del centrocampo interista, lo è altrettanto il fatto che Calhanoglu sta disputando la sua migliore stagione in Italia.

Il connubio tra i polmoni dei primi due e i piedi fatati del turco, completano un centrocampo a 5 superiore a quello di qualsiasi altra compagine di Serie A.

L'ex rossonero viene spesso a prendersi la palla sulla linea dei difensori, e le verticalizzazioni a favore dei suoi quattro compagni di reparto, sono spesso immediate, anche perché, come detto nel paragrafo precedente, Lautaro Martinez viene spesso ad occupare la posizione sul cerchio del centrocampo lasciata libera dallo stesso Calhanoglu, per lanciare gli esterni e/o il suo compagno Thuram.

Scegliete voi, in questo caso, come collocare le cosiddette "riserve", tutte piuttosto intercambiabili, a cominciare da Frattesi, che con ogni probabilità giocherebbe titolare in qualsiasi altra squadra del Campionato di Serie A, per proseguire con gente del calibro di Asllani, Klaassen, Agoumé e, da non dimenticare, Stefano Sensi, altra riserva di lusso di una squadra completa in ogni reparto.

La difesa

Le note dolenti, forse le uniche, ma piuttosto recenti, fanno capo allo stop di Pavard, un altro nuovo arrivo in casa nerazzurra, che si è integrato alla grande nelle rotazioni di Inzaghi.

Il difensore francese si è fatto male durante un contrasto in area di rigore, procurandosi una probabile distorsione al ginocchio sinistro, potenzialmente meno grave del previsto per via della sua presenza in campo a fine partita, quando, insieme a tutta la squadra, è andato con le proprie gambe a salutare i propri tifosi.

Anche in questo caso niente paura. I tempi di recupero in questi casi sono sempre incerti, ma lo staff tecnico interista dovrebbe recuperare il difensore della nazionale transalpina non prima di qualche settimana. Tra lunedì e martedì si avranno notizie più chiare.

Per il resto non ci saranno difficoltà a sostituire Pavard. I tre difensori che Inzaghi manda in campo ogni partita, hanno sempre una grande duttilità e ognuno di essi la possibilità di tirare il fiato.

Parliamo di Alessandro Bastoni, Stefan De Vrij, tornato ad essere il roccioso difensore del suoi anni migliori e Francesco Acerbi, che a questo punto dovrebbero diventare il punto di riferimento della difesa nerazzurra.

Il centrale camerunense Yann Bisseck, diventa ora la prima alternativa di reparto, ma non va mai dimenticato che praticamente tutti gli esterni a disposizione di Inzaghi, primi tra tutti Dimarco e Darmian, possono essere adattati come difensori in un reparto a tre.

Per adesso gira tutto a meraviglia, vedremo se e per quanto l'Inter potrà fare affidamento su una rosa così estesa nel corso di una stagione logorante dove, via via, gli impegni si faranno sempre più incalzanti e, soprattutto, decisivi.