Cala il sipario sulla ventiduesima edizione dei Campionati del Mondo con l'incredibile finale di Lusail decisa ai rigori dopo il 3-3 tra tempi regolamentari e rigori che ha decretato la vittoria dell'Argentina ai danni della Francia.
La Seleccion argentina è stata trascinata da Messi che è giunto al culmine della sua carriera vincendo qualsiasi trofeo possibile, mentre Mbappé si candida a raccogliere la sua eredità. Oltre a loro, però, sono emersi giocatori che hanno già scritto pagine importanti, si veda Modric, e altri che potranno farlo.
Sulla vittoria dell'Argentina ci sono sicuramente le sue mani ma soprattutto il piede che al 123' ribatte il tiro di Kolo Muani che avrebbe decretato tutt'altro verdetto. Ai calci di rigore è stato decisivo entrambe le volte in cui ci è arrivato: su Coman in finale e due contro l'Olanda. Le mani del Dibu possono finalmente sollevare la coppa.
Trascina il sorprendente Marocco sino alla semifinale e al conseguente quarto posto a suon di grandi prestazioni. Domina sulla fascia di competenza che gli porta anche un assist ma soprattutto è emblematico il cucchiaio sul rigore con cui elimina la Spagna, proprio lui nato a Madrid.
A 24 anni si è conquistato il posto nella retroguardia Albiceleste scalando posizioni prima nella Coppa America vinta nel 2021 e poi al suo primo Mondiale, dove ha fatto valere grinta e forza fisica.
Tra le grandi sorprese di Qatar 2022 c'è il giovane difensore croato, classe 2000, in forza al Lipsia. Il giocatore di Dalic primeggia su ogni pallone che passa dalle sue parti e guida il reparto già da leader, la ciliegina è il gol nella finalina che vale il bronzo. La Croazia non può temere, il futuro in difesa è già scritto.
In campo quasi per caso, qui in top undici un po' meno. Il suo Mondiale inizia in seguito all'infortunio, neanche a farlo apposta, di suo fratello Lucas nel match inauguruale che da lì fa partire il "treno Theo". Gli strappi del terzino del Milan portano tanti pericoli, tra cui due assist e il gol che sblocca la semifinale con il Marocco.
In mezzo agli alieni il più terrestre di tutti ha messo in campo cuore, grinta e corsa che lo hanno reso grande in questi Mondiali. Centrocampista ovunque del Marocco con cui si è messo in luce risultando uno dei giocatori con più recuperi del pallone, che sia il momento della consacrazione?
Non può mancare il miglior giovane di questa edizione che ha guidato il centrocampo dei neocampioni del mondo. Il classe 2001 del Benfica ha preso in mano il reparto di Scaloni grazie alle sue caratteristiche in cui unisce la cattiveria del mediano con la precisione del regista con cui può plasmare il giocatore perfetto per il futuro.
Un gran centrocampo funziona se ben "illuminato" e il giocatore del Real Madrid è il faro perfetto per farlo. Nel caso di Modric si può proprio dire che la classe non ha età, anche a 37 anni. Potrà essere il suo ultimo Mondiale ma le prestazioni in campo non hanno fatto dimenticare il suo Pallone d'Oro in mezzo ai grandi di questa epoca.
L'infinito dibattito se sia il migliore di tutti potrà durare in eterno come lo è il suo talento che lo ha portato a vincere l'ultimo trofeo che gli era rimasto, il più tormentato, il più inarrivabile ma giunge nel modo ed al momento giusto: chiude il Mondiale (probabilmente l'ultimo) segnando il primo gol in ogni partita disputata con cui trascina l'Argentina sul tetto del mondo e lui su quello della storia del calcio.
Una sorpresa per tanti, una scommessa per pochi ma una certezza per chi ha creduto in lui: da Guardiola, che lo ha portato al Manchester City dietro l'ingombrante ombra di Haaland, a Scaloni che lo ha convocato per il suo primo Mondiale dove gli basta la prima partita da titolare per timbrare la prima rete e superare Lautaro Martinez nelle gerarchie. Dopo il gol alla Polonia, segue quello all'Australia sino alla doppietta con la Croazia.