Calcio

Napoli - Barcellona, Osimhen tiene tutto aperto

Napoli e Barcellona hanno pareggiato 1-1 al Maradona nell'andata degli ottavi di finale di Champions League e non c'è dubbio che a mangiarsi di più le mani sono i catalani.

Risultato che sta stretto, forse, agli uomini di Xavi, superiori per almeno un'ora e poi raggiunti da una magia di Osimhen, al rientro dopo la Coppa d'Africa.

Napoli, ritorno alle origini

C'era molta curiosità per vedere l'atteggiamento dei campioni d'Italia in carica con il loro terzo allenatore stagionale, Francesco Calzona. L'attuale ct della Slovacchia non poteva certo fare la rivoluzione in due giorni, però è stato bravo quantomeno a rimettere assieme i cocci.

Certo, nella prima mezz'ora si è visto uno dei migliori Barcellona della stagione: con la nuova versione che vede Christensen (un difensore) mediano a dare protezione, dando quindi la possibilità alla squadra di aprirsi anche verso un 3-5-2, i catalani hanno migliorato molto le prestazioni.

Da quando Xavi ha dato le dimissioni "in differita", annunciando che avrebbe lasciato a fine stagione, il Barça ha avuto una specie di clic mentale e i risultati sono tornati ad arrivare dopo un periodo a dir poco buio, a inizio gennaio.

Il Napoli è stato bravo soprattutto a resistere, si è rivisto finalmente un centrocampo all'altezza (Lobotka forse un po' nascosto, come ha dichiarato Fabio Capello, ma non disastroso come con Garcia e Mazzarri: sarà un caso che Calzona è anche il suo commissario tecnico in nazionale?) e davanti poi tutto sommato basta dare la palla a Osimhen che qualcosa combina. Un tiro in porta e un gol, in generale per il Napoli: verrebbe da dire, meglio di così impossibile...

In vista del ritorno

In altri tempi l'1-1 in casa sarebbe stato da considerare un risultato negativo. Adesso con le nuove regole è un pareggio come gli altri e non è necessario andare a Barcellona per vincere o pareggiare con almeno 2 gol segnati.

Va aggiunto che in tre settimane, il ritorno è appunto il 12 marzo, può davvero succedere di tutto, Calzona avrà il tempo per prendere le misure alla rosa e con ogni probabilità ricaricare un Kvaratskhelia apparso spento e fuori fase, come se il bailamme di allenatori l'avesse reso inconsistente.

Di certo c'è che giocando con il "suo" 4-3-3 il Napoli ha più chance che non consegnandosi totalmente all'avversario, come fatto da Mazzarri durante la sua esperienza in alcune partite tipo quella contro il Milan.

Il Barcellona poi è maestro nel complicarsi la vita in casa, strappando vittorie miracolose o uscendo da Montjuic (che non è il Camp Nou come impatto) con pesanti sconfitte.

Non c'è sempre un Lewandowski, totalmente rigenerato da alcune settimane, a togliere le castagne dal fuoco. La difesa del Barça soffre sempre di qualche amnesia su cui possono tuffarsi gli attaccanti avversari. Quella di Inigo Martinez, letteralmente scherzato da Osimhen, è la dimostrazione.

Insomma, c'è fiducia per il Napoli, mentre intanto l'emorragia è stata tamponata. Il Barcellona non è più quello spaziale di una volta.