Calcio

Italia-Spagna, le pagelle: le Furie Rosse demoliscono gli Azzurri, Donnarumma limita i danni

L'Italia di Spalletti è stata completamente annichilita da una Spagna che è apparsa nettamente di un altro livello rispetto agli Azzurri.

Il fatto di aver subito solo un (auto)gol in una serata così disgraziata è l'unica nota positiva, considerato il fatto che la differenza reti può essere un parametro fondamentale per individuare le quattro migliori terze che passano al turno successivo (fermo restando che in ogni caso una vittoria con la Croazia metterebbe al sicuro il secondo posto e la qualificazione automatica).

Andiamo a vedere le pagelle di Italia-Spagna, gara della seconda giornata del gruppo B di Euro 2024.

Italia

Donnarumma: 7,5

Una muraglia impenetrabile: gli spagnoli lo bombardano da ogni dove, ma è solo il fuoco amico di Calafiori che lo fa capitolare. Un po' di fortuna ma tanto istinto in una serata in cui è l'unico azzurro a rendersi protagonista.

Di Lorenzo: 4,5

Nico Williams fa quello che vuolo, tra dribbling, tunnel e accelerazioni. All'uscita del talento dell'Athletic Bilbao respira un attimo, ma poi anche Ayoze Pérez gli scappa via. Serata da dimenticare, l'ennesima di una stagione storta.

Bastoni: 5

Riesce a limitare abbastanza bene Morata in area, e anche ad arginare le penetrazioni di Williams e Lamal. Ma in fase di impostazione è completamente nullo e rischia con un brutto errore di costruzione in avvio di ripresa.

Calafiori: 4,5

Fa un po' la stessa partita di Bastoni, con un po' più di intraprendenza, ma è protagonista di un autogol goffo ed inspiegabile che alla fine risulta decisivo. Un errore troppo grave che lo marchia come l'uomo decisivo, in negativo, del match. Ha il merito di non lasciarsi abbattere dall'errore e di reagire subito in campo.

Dimarco: 5

Un primo tempo completamente in apnea, con Lamal che lo scherza di continuo. Nella ripresa il baby fenomeno del Barcellona cala nettamente e lui può respirare di più e proporsi in avanti, pur se con pochi risultati tangibili.

Jorginho: 4,5

Completamente impalpabile nel primo tempo, le poche volte che ha avuto la palla tra i piedi non è riuscito a smistarla in avanti. In fase di copertura non si è mai fatto valere.

dal 46° Cristante: 5,5

Si fa ammonire pochi istanti dopo l'ingresso in campo, ma ci mette tanta energia e ha il merito di portare avanti l'azione più bella e pericolosa della partita da parte dell'Italia. Meglio di Jorginho in fase di contenimento, non in quella di costruzione.

Barella: 5,5

Come di consueto a livello di grinta e di applicazione non si risparmia, ed è l'unico che si fa sentire anche nelle zone più avanzate del campo nel primo tempo. Ma la pulizia tecnica nella gestione della palla è decisamente insufficiente.

Frattesi: 5

I tempi degli inserimenti ci sono, anche se i compagni non riescono a servirlo con precisione, ma è l'unica cosa positiva della sua partita. Non riesce a contrastare i dirimpettai iberici e corre troppo a vuoto in mezzo al campo.

dal 46° Cambiaso: 5

Si piazza sull'esterno dando a Chiesa l'opportunità (sprecata) di spaziare maggiormente, ma adottando un atteggiamento più difensivo contribuisce ad aumentare la pericolosità di Cucurella nella metà campo azzurra.

Pellegrini: 4,5

Dovrebbe essere l'uomo di qualità sulla trequarti, ma non si vede mai. Si sveglia un po' nel secondo tempo quando la Spagna inizia a lasciare qualche metro, ma è troppo poco e troppo tardi.

dall'82° Raspadori: s.v.

Minuti finali in veste di seconda punta. Variante tattica forse da adottare prima, ma in realtà l'impressione è che niente avrebbe cambiato l'andamento di questa gara.

Chiesa: 4,5

Un fantasma in campo. Mai in grado di ricevere palla, mai in condizione di attaccare l'area, sempre in sofferenza nel confronto con Cucurella.

dal 64° Zaccagni: 5,5

Entra con il piglio giusto e tenta di costruire un paio di azioni offensive, ma risalta solo in confronto al nulla assoluto che c'è stato prima di lui. Alla fine dei conti non ha inciso particolarmente.

Scamacca: 5

Ci prova a lottare con Le Normand e Laporte, ma perde regolarmente i duelli e non è mai in grado di fungere da punto di riferimento della manovra azzurra. Le poche volte che gli Azzurri cercano la palla in profondità lui non è mai un fattore.

dal 64° Retegui 5,5

Maggiormente presente in area rispetto a Scamacca, è favorito dal fatto che la Spagna abbassa un po' i ritmi e l'Italia riesce ad alzare un po' il baricentro. Manca una ghiotta occasione in mezzo all'area su una ripartenza costruita da Cristante.

c.t. Spalletti: 5

Il commissario tecnico non ha particolari demeriti: la squadra nei primissimi minuti dimostra di essere messa in campo bene, sono solo i mismatch individuali che indirizzano il match a favore della Spagna. Ma non ha nemmeno meriti, dato che una volta che gli Azzurri si ritrovano completamente in balia delle Furie Rosse non riesce a trovare soluzione che riescano a cambiare in qualche maniera l'andamento della gara. La qualità della rosa è questa e l'unica maniera di migliorare ora è continuare a lavorare.

Spagna

Unai Simon: 6

Un biglietto a bordo campo per le partite di Euro 2024 costa circa 400 euro in questa fase: Unai Simon ha assistito al match in posizione addirittura migliore gratuitamente. Verso fine gara si ricorda di non essere però uno spettatore e compie qualche uscita per sporcare i guantoni.

Carvajal: 6

Nessun problema in fase difensiva, in attacco Lamine Yamal fa già abbastanza male a Dimarco e non sente il bisogno di dare una mano. Ordinaria amministrazione, anche nelle polemiche e nei litigi in occasione dei calci piazzati.

Le Normand: 6,5

Sempre in anticipo rispetto a Scamacca, gioca una partita pulita e ordinata.

Laporte: 6,5

Come il compagno di reparto, non soffre minimamente l'attaccante dell'Atalanta e contiene bene anche Retegui quando entra.

Cucurella: 7

Nel primo tempo è un po' preoccupato da Chiesa, quindi si "limita" a presidiare la sua fascia di competenza e ad accentrarsi per aiutare in fase di costruzione. Nella ripresa, quando il suo avversario è Cambiaso, alza il focus delle sue azioni e diventa un attaccante aggiunto della Spagna.

Pedri: 7

Classe ed eleganza nella gestione del pallone, riesce ad essere pericoloso anche in area azzurra, addirittura di testa. Pecca un po' di cinismo in zona gol, se dobbiamo trovargli un difetto.

dal 71° Baena: 6

Entra nel finale di gara, il giro palla della Spagna non ne risente minimamente.

Fabian Ruiz: 7

Altro centrocampista dalla qualità sopraffina, inserito in un meccanismo di squadra che ne esalta le qualità e gli evita di ritrovarsi in situazioni poco consone alle sue doti. In soldoni: finchè la Spagna ha il possesso palla è un giocatore sopraffino, e la Spagna ha sempre il possesso palla.

dal 93° Mikel Merino: s.v.

Atto di presenza, giusto per godersi una vittoria che gli spagnoli sognavano da due Europei.

Lamine Yamal: 7,5

Talento immenso, e che ha chiaramente ancora grandissimi margini di crescita. Se cresce in concretezza in area diventerà un giocatore da Pallone d'Oro. Dimarco lo soffre per tutto il tempo che sta in campo.

dal 71° Ferran Torres: 6

Non sbaglia nulla, ma dal suo ingresso in campo l'intensità delle Furie Rosse cala e l'Italia riesce a mettere il naso in avanti.

Morata: 6,5

Duella alla grande con Bastoni, riesce a ritagliarsi qualche spazio in area ma alla lunga viene controllato dalla difesa azzurra. Allora sceglie di girare il largo e impegna pericolosamente Donnarumma da fuori area.

dal 78° Oyarzabal: s.v.

Entra quando la Spagna non attacca più con l'intensità della prima ora di gioco.

Nico Williams: 7,5

Mette a ferro e a fuoco la sua zona d'attacco, umiliando Di Lorenzo in più di un'occasione. Vale un po' lo stesso discorso fatto per Yamal sulla concretezza, ma comunque è un suo traversone a trarre in inganno Calafiori costringendolo all'autogol. Tanto basta per essere l'uomo partita.

dal 78° Ayoze Perez: s.v.

In campo solo pochi minuti, giusto il tempo di scherzare anche lui con un dribbling secco Di Lorenzo.

c.t. de la Fuente: 7

La sua Spagna domina in lungo e in largo, e solo un grande Donnarumma gli nega il vantaggio. A differenza di Spalletti, non deve costruire nulla: la Spagna gioca così da generazioni e ogni commissario tecnico deve solo aggiustare qualche dettaglio.