Calcio

L'acquisto del Parma ad 1€: l'affare ed il fallimento di Giampietro Manenti

Il Parma è una società calcistica che nel corso degli ha ha vissuto un'eterna dicotomia. Da un lato i gialloblù hanno regalato ai tifosi alcuni dei migliori talenti del panorama calcistico italiano e non solo.

Basti pensare a Gianluigi Buffon e Hernan Crespo. Dall'altra, è stato suo malgrado protagonista di alcune delle vicissitudini societarie e fallimentari più assurde mai viste nel Belpaese. Ora, è tuttavia necessario fare un passo indietro.

La comparsa di Giampietro Manenti

Giampietro Manenti è un imprenditore lombardo, originario di Bollate. Lo stesso prima dell'esperienza al Parma da proprietario, aveva fatto qualche apparizione nel mondo del pallone in contesti giovanili quali quelle di Milan, Avellino e Salernitana. La sua ambizione di potersi ritagliare un posto nel calcio professionistico si interrompe anzitempo a causa di un infortunio. Tenta la fortuna sul palcoscenico calcistico italiano in qualità di allenatore di una piccola squadra brianzola, l'As Molino.

Pure la sua esperienza in panchina si conclude e Manenti impiega tutte le sue forze nella sua azienda, la Mapi Group che fino al momento della sua liquidazione nel 2022 si occupava di servizi di logistica e che per anni è stata indicata come satellite del gruppo Gazprom.

Quando Manenti fa la sua comparsa, il Parma sta attraversando uno dei momenti più bui della sua storia. Almeno a livello societario. Sul campo i risultati erano eccellenti. Sesto posto e quindi uno slot disponibile in Europa. Tuttavia, gli entusiasmi del campo vennero velocemente smorzate da quanto accadeva nelle stanze dirigenziali.

Il passaggio di proprietà e il fallimento

Come detto, il Parma chiuse la stagione 2013/2014 al sesto posto e guadagnandosi quindi uno slot in Europa League. Purtroppo per i ducali la situazione societaria era già totalmente irrecuperabile. Difatti, già in quel frangente giocatori, allenatore e staff non venivano pagati da parecchi mesi e la mancata iscrizione alla coppa europea ha segnato il primo passo verso il baratro.

La stagione 2014/2015 è ben diversa da quella precedente. Donadoni cerca di mantenere il morale alto e di motivare i suoi nonostante tutto. Benché l'impegno dell'allenatore sia indubbio, a dicembre 2014 i ducali erano ultimi e tutti in trepidante attesa di notizie confortanti sul fronte societario.

Ciò non accade. Società e giocatori sono sempre più intristiti e malmostosi. Niente a che vedere con il club che per anni si è distinto per la capacità di saper far crescere futuri campioni. Tutto questo per dire che tutte le vicende prima elencate hanno portato ad una prima cessione.

La defezione rispetto all'iscrizione nelle coppe europee, causa faccende economico-societarie. Tommaso Ghirardi, ovvero il demiurgo di questa catastrofe sportiva, vende inizialmente la società ad una cordata di finanziatori cui faceva capo l'avvocato Fabio Giordano. È sin da subito ben chiaro a tutti che questo sia un equilibrio precario e transitorio, tant'è che a gennaio il Parma passa ancora di mano e viene acquistata da una holding con sede a Cipro. Il presidente è ora Ermir Kodra.

Il nuovo presidente è assente e quasi totalmente disinteressato al destino dei ducali. L'unico suo interesse pare essere l'aspetto economico. Difatti, la situazione cade a picco. Antonio Casano, ben noto non di certo per essere accomodante o accondiscendente, decide di mettere in mora il club, ovvero avanzare un atto formale attraverso il quale il creditore richiede al debitore di adempiere a un obbligo di pagamento entro un termine stabilito. Altri giocatori seguiranno poi le sue orme.

Dopo un gennaio da dimenticare, febbraio sembra poter riservare qualche piacevole sorpresa.

La supponenza e la tragicomica comparsa di Manenti

Il 6 febbraio 2015 Giampietro Manenti acquista il Parma per la cifra simbolica di 1€. La sua prima conferenza stampa da presidente dei ducali è stata al limite del baracconesco. Una sorta di commedia all'italiana al limite del ridicolo.

Vista la situazione opinabile del Parma, in quell'occasione i giornalisti hanno chiesto a più riprese la solidità della sua azienda. Manenti si era presentato con Alborghetti al suo fianco che avrebbe dovuto essere l'advisor per ciò che concerne l'opera nella sua interezza.

Scocciato e piccato dalle curiosità più che legittime domande dei giornalisti, di lì a poco la sua prima apparizione diventerà un meme. Un ulteriore smacco per i tifosi emiliani che stavano vivendo un disastro, sportivamente parlando.

Nonostante la sua spavalderia e le sue improbabili premesse e promesse, il peggio doveva ancora arrivare. Basti sapere che coloro che erano presenti a quell'improbabile prima conferenza stampa, avevano centrato il punto: le premesse erano troppo nebulose per essere prese seriamente.

Manenti ha mentito a chiunque. Lo stesso imprenditore aveva promesso una sorta di helicopter money (soldi piovuti dal cielo), ovvero ingenti e consistenti bonifici atti a risanare il bilancio del Parma. Tuttavia, questo impegno non è mai stato rispettato. In pochi giorni la situazione precipita repentinamente.

Atto finale: la farsa e il fallimento

Quasi immediatamente a seguito dell'insediamento di Manenti, il Parma viene penalizzato di un punto per non aver saldato quanto dovuto allo Stato in termini di Irpef e Inps. A questo punto il club ducale viene abbandonato a sé stesso tanto dalle istituzioni quanto dai tifosi.

Le istituzioni si muovono in maniera alquanto consistente. Pizzarotti, all'epoca sindaco di Parma, sottrae la gestione del Tardini dal club, smacco non indifferente per la città vista la sostanziale importanza che lo stadio ricopre. D'altro canto, i tifosi, feriti nell'orgoglio dall'ennesimo bluff, arrivano ad aggredire Manenti. Insomma, se poteva andare male, il finale è degno di una tragedia greca.

A causa di queste vicissitudini societarie, la squadra si è trovata costretta a saltare due partite di campionato. A questo lo spettro di un estromissione nel bel mezzo della competizione nazionale sembrava quasi tramutarsi in realtà. Riesce a rientrare solo grazie all'intervento della Lega e della FIGC che versano nelle casse del club 5 milioni di euro e permettono loro di concludere la stagione.

Il prologo di Manenti....forse

Dopo ben un mese di false promesse e dichiarazioni senza alcun fondo di verità, Giampietro Manenti viene arrestato il 18 marzo dalla Guardia di Finanza. Le accuse a suo carico sono alquanto gravose, tra di esse auto riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti e indebito utilizzo di carte di credito. L'arresto non è stato circoscritto all'imprenditore brianzolo ma altre 22 persone risultarono coinvolte nella vicenda con vari capi d'accusa, tra cui peculato e associazione a delinquere. Il 19 marzo la dichiarazione di fallimento è realtà ed il Parma conclude la stagione in coda alla classifica e venne retrocessa in Serie B. La permanenza in cadetteria non si verificherà la stagione successiva.

Per quanto riguarda il Parma, nel luglio 2015 venne creata la Società Sportiva dilettantistica Parma Calcio 1913 e venne iscritta in Serie D. I ducali ripartivano dalle retrovie per tentare una nuova scalata verso il vertice, che nel corso di questa stagione quindi circa 10 anni più tardi, pare essere sempre più una concreta eventualità. La guida di questa nuova realtà è stata affidata nientemeno che a Nevio Scala, figura retta e rispettabile atta a rievocare i successi degli anni 90'.

Manenti trascorse 15 giorni a San Vittore ed altri sei mesi agli arresti domiciliari, tuttavia la corte federale della Figc nel 2016 lo ha assolto da tutte le accuse. Il suo interesse per il calcio non è però scemato con la deprecabile vicenda di Parma. Nel 2016 ha tentato di acquistare il Genoa ed a suo dire le banche si fidavano di lui nonché il suo auspicio di creare un progetto stadio ex novo.

Ora, Manenti allena i ragazzi di 14 anni dell'ASD Serenissima di Limbiate. Lo sport pare avere su di lui una sorta di attrazione fatale. L'auspicio è che ai suoi ragazzi insegni valori diversi da quelli mostrati in occasione del crac Parma.