infortuni pato

Calcio

Pato è il rimpianto calcistico per eccellenza

Nel marasma di mille sentimenti, quel 13 gennaio del 2008 Pato per la prima volta arrivò a San Siro: lo fece pure con un gol. Una palla spazzata dalla difesa si fece preda perfetta per il brasiliano.

Lanciato in velocità. controllo al volo e gol del definitivo 5-2 alle spalle del portiere del Napoli, Iezzo. Fu il primo di 9 totali, ed eravamo solo all'inizio.

Chi è Alexandre Pato e il suo percorso pre Milan

La città di Pato Branco, nello Stato del Paranà, è il luogo di nascita e il detentore del soprannome di Alexandre Pato. Con una popolazione di poco più di 70.000 abitanti, questa località è sempre stata nota per essere la patria anche di Rogerio Ceni, il secondo calciatore con il maggior numero di presenze ufficiali nella storia del calcio, un'ironica coincidenza alla luce della carriera del concittadino di Pato.

All'età di 10 anni, Pato ha affrontato due fratture al braccio, inizialmente scambiate per coincidenze beffarde, ma che si sono rivelate essere causate da un tumore osseo, portando così a un'operazione d'urgenza.

L'anno successivo, seguendo la tradizione sudamericana delle storie di crescita, ha abbandonato la sua città natale nel Paranà e ha attraversato il Brasile, dirigendosi verso Porto Alegre. Il suo obiettivo era sperare di indossare la maglia del Gremio, la sua preferita, ma alla fine si è ritrovato a vestire quella del rivale cittadino, l'Internacional, preferita dal padre. La lontananza dalla famiglia sarebbe diventata uno dei tormenti di Pato nel corso della sua carriera, come dichiarato da lui stesso.

A Porto Alegre, Pato è ricordato come un giovane silenzioso, focalizzato sul culto del gol più che sulla vita notturna. Anche per questo, la sua ascesa nel panorama calcistico brasiliano è stata straordinaria.

A soli 16 anni, è diventato capocannoniere del campionato brasiliano under-20; successivamente, ha segnato al suo esordio nel Brasileirao, nella Copa Libertadores e nella Coppa del Mondo per Club, superando Pelè come il marcatore più giovane nella storia di una competizione ufficiale FIFA.

Il destino era scritto, e il volo per l'Europa era già in procinto di decollare.

L'arrivo al Milan

A soli 17 anni, Alexandre Pato fa il suo ingresso a Milano portando con sé il marchio del futuro campione. In patria viene acclamato come un fenomeno, elogiato da figure illustri come Falcao e Dunga. Il Milan, convinto del suo potenziale, sborsa la cifra più elevata mai pagata per un calciatore minorenne per assicurarsi le sue prestazioni.

Il giovane Papero si unisce allo spogliatoio della squadra considerata la più forte del mondo, reduce dalla vittoria della Champions League qualche mese prima. A meno di 18 anni, la sua maglia è accanto a quelle di leggende del calcio. Parliamo di capitan Maldini, ovviamente. E del Fenomeno, Ronaldo, tornato nella Milano rossonera con qualche chilo in più ma con lo stesso talento.

A proposito di brasiliani, la schiera era foltissima: Kaká, Dida e Cafu sono di fronte a lui.

Carlo Ancelotti, colpito dalla sua performance nel Mondiale U-20, intravede già per lui un futuro da Pallone d'Oro, ma si trova di fronte a un problema: non può schierarlo in campo immediatamente. La precocità con cui Pato giunge al Milan è tale che Adriano Galliani dovrà aspettare il mercato invernale per ufficializzare il suo ingresso, consentendo al giovane sudamericano di compiere 18 anni. Tuttavia, questo periodo di attesa si rivela terapeutico, permettendo un'ottima integrazione del talentuoso attaccante nel sistema milanista.

Il 13 gennaio 2008, appunto, Pato fa il suo debutto ufficiale con il Milan. Ma la consacrazione arriverà solo più tardi.

Lo scudetto e gli infortuni

La consacrazione arriva nella stagione 2010/11, quando Pato si piazza dietro a Ibrahimovic come secondo miglior marcatore della squadra con 16 gol, inclusa la decisiva doppietta nel derby Scudetto contro l'Inter.

Un momento indimenticabile? Non serve aspettare poi così tanto: è il 13 settembre 2011, quando il Milan sfida il Barcellona di Guardiola al Camp Nou. Dopo soli 20 secondi dal calcio d'inizio, Pato supera tre difensori blaugrana, segnando il gol che silenzia il Camp Nou e lo consacra come il Re della notte.

Da quella notte magica fino alla fine della stagione, Pato scende in campo solo altre 15 volte tra Serie A, Coppa Italia e Champions League. Sembra una favola, ma è solo l'inizio della salita: questa parte segna l'inizio di un periodo difficile, segnato da infortuni muscolari che limitano la sua presenza in campo.

Quell'uomo destinato a segnare l'alba della Terza Repubblica del Milan di Berlusconi, invece, contribuisce inavvertitamente al suo tramonto.

I muscoli fragili

La sua ascesa vertiginosa è stata segnata da una crescita muscolare esagerata, un aumento di sette chili di muscoli in soli quattro anni. Sì, questa è stata la radice della caduta di Alexandre Pato. Il ragazzo prodigio si è ritrovato subito privato della sua innocenza, aveva perso il talento più spontaneo. E le ironie non tardarono ad arrivare: Milan Lab, adattato alle esigenze del calcio moderno, l'aveva trasformato in un "atleta muscolare". La crescita fu evidente, ma la potenza era apparenza, su tutto il resto Pato si rivela estremamente fragile.

Il fisico del brasiliano cede più volte, e nelle ultime due stagioni con il Milan, arriva a disputare appena 25 partite, molte delle quali solo per pochi minuti. Questo segna il secondo atto della sua tragedia, dove il velo si solleva, rivelando la catastrofe.

Così, dopo che nel 2010 Pato era considerato uno dei migliori giovani talenti del calcio mondiale, un numero elevato di infortuni ha drasticamente limitato il suo rendimento, facendolo precipitare rapidamente in una parabola discendente.

Durante il suo periodo al Milan, nonostante la giovane età e un corpo ancora in crescita, Pato mostrava tutto: personalità, tiro potente, preciso, fortissimo con entrambi i piedi. Grazie a queste doti, unite all'agilità nei movimenti, al senso del gol, era considerato semplicemente il prototipo dell'attaccante moderno, tecnicamente valido e abile nel controllo di palla.

Non solo: nel suo arsenale c'era anche velocità, progressione e dribbling, oltre a non disdegnare il colpo di testa, sebbene non fosse la sua caratteristica principale. La sua versatilità gli permetteva di giocare in diverse posizioni lungo il fronte d'attacco.

L'altra carriera

In un quinquennio con la maglia rossonera, Pato ha disputato un totale di 150 partite e segnato 63 reti. Nel 2013, si trasferisce al Corinthians per 15 milioni di euro, indossando la maglia numero 7 e contribuendo alla vittoria nella Recopa Sudamericana 2013. Dopo un breve periodo al San Paolo in prestito biennale nel 2014, dove ha segnato 17 reti in 57 partite, si unisce al Chelsea in prestito semestrale nel 2016, segnando un gol in due presenze.

Successivamente, nel 2016, si unisce al Villarreal firmando un contratto quadriennale e debutta con un gol in Champions League. Nel 2017, si trasferisce in Cina al Tianjin Quanjian, dove segna regolarmente, contribuendo alla qualificazione in AFC Champions League nel primo anno e segnando 19 gol nella seconda stagione.

Nel 2019, risolve il contratto con il Tianjin Quanjian e fa ritorno al San Paolo, dove rimane fino al 2020. Nel 2021, firma con l'Orlando City, ma a causa di infortuni, gioca solo occasionalmente. Nel 2022, rimane svincolato dopo la fine del contratto con l'Orlando City.

Il 26 maggio 2023, fa il suo secondo ritorno al San Paolo, firmando un contratto fino alla fine della stagione con opzione per un'altra