Partiamo da un assunto semplice, semplice: la Germania è una delle nazioni più di successo nella storia del calcio, con stelle di ogni generazione che sgorgano dalle academies delle squadre, delle regioni, della Nazionale tedesca. Sebbene l'attuale gruppo - parliamo di quello del 2024 - abbia deluso relativamente, la forza dei tedeschi è una e una soltanto: sembra sempre che un altro trionfo sia dietro l'angolo. E' il segreto di una nazione ricca di talento.
Dopo essere stati incoronati campioni del mondo in quattro occasioni, Julian Nagelsmann cercherà di aggiungere un'altra vittoria a quel totale: da giovane prodigio in panchina, alla Deutscher Fußball-Bund sulle spalle. Nel 2026 saranno 12 anni dal Brasile, l'ultimo successo tedesco ad altissimo livello. Il loro primo titolo mondiale è invece arrivato nel 1954 e hanno dato seguito a quel successo con trionfi sempre diversi, con squadre profondamente mutate. E' capitato 1974, nel 1990 (in Italia) e nel 2014.
Nel corso degli anni hanno vantato più talenti, spesso generazionali. Fu così nel 1954 con il primo successo mondiale, allo stesso modo negli ultimi dieci anni, con calciatori formidabili, del calibro di Thomas Müller, Bastian Schweinsteiger e Miroslav Klose. Ma chi sono stati, però, i più grandi giocatori nella storia del calcio tedesco? Tenendo conto della longevità, dei trofei (sia domestici che collettivi) e della loro influenza generale sul gioco, rispondiamo - o almeno cerchiamo di farlo - a questa stessa domanda. L'ordine è crescente, e per talento.
Un incredibile paratutto, e pure fortissimo con il pallone ai piedi. Manuel Neuer sta ancora dando il meglio di sé a 38 anni. Spaventosamente, non mostra segni di rallentamento. Naturalmente, i portieri tendono generalmente a rimanere in campo per un po' più a lungo, ma ci vuole un tipo speciale di talento per essere ancora così bravo a quell'età: Buffon insegna.
Al culmine delle sue capacità, non c'era nessuno che si avvicinasse ai suoi exploit - specialmente con il suo coinvolgimento nel ruolo di portiere-libero. Neuer, il portiere che ancora oggi guadagna di più nel calcio, non ha certo inventato il mestiere. Ma a suo modo ne è stato uno dei pioneri.
Seguire le orme di Walter e Seeler non era un compito facile: basta chiedere a Karl-Heinz Rummenigge, che ha avuto parecchia pressione sulle spalle al momento del suo ingresso nel panorama internazionale. Il tedesco, con 95 presenze, ex capo e membro del consiglio di amministrazione del Bayern Monaco, non si è sciolto. Anzi: è diventato uno dei più prolifici marcatori del paese.
Aveva quel naturale senso del gol, che lo ha portato infatti a segnare 45 reti con la maglia della nazionale. Nessun numero record, però una sensazione differente dalle altre: c'era qualcosa in Rummenigge, una sorta di eleganza e compostezza, che aveva dentro di sé e che aveva solo lui. In tre mondiali, ha segnato nove gol, tra cui una tripletta indimenticabile nel 1982. Ma no, quella Coppa gli è sempre sfuggita.
Doveva far parte di questa lista. Per forza. Una macchina da gol, un signore del calcio, riverito in tutto il mondo per la sua efficienza. Insuperabile. Klose è il miglior marcatore nella storia delle fasi finali della Coppa del Mondo, ha segnato 16 gol in 24 partite. Al contempo, è il miglior marcatore di tutti i tempi della sua nazionale, con 71 reti.
La carriera nei club del gioiello nato in Polonia - trascorsa principalmente al Bayern Monaco e alla Lazio - è stata oscurata dai suoi successi sulla scena internazionale. All'attivo, comunque, resistono 256 gol e 134 assist in 666 partite in carriera. Dominante.
Uwe Seeler ha sempre segnato una quantità industriale di gol, e ben prima che portasse gli assegni pesanti. Che dire? Ecco: che è stato l'uomo del calcio di Germania negli anni '60. Il tre volte calciatore tedesco dell'anno - nel 1960, nel 1964 e nel 1970 - ha segnato ben 490 gol in 580 partite per l'Amburgo e ora ha una statua del suo piede destro fuori dallo stadio che l'ha reso grande, il Volksparkstadion.
La forza di Seeler guidò la squadra a un inaspettato titolo tedesco nel 1960 e a un trofeo DFB-Pokal solo tre anni dopo. Per la sua nazione, invece, ha segnato 43 gol in 72 partite ma non è mai riuscito a mettere le mani sulla Coppa del Mondo. In Italia, si potrebbe paragonare alle gesta di Gigi Riva.
Fritz Walter aveva la fascia attorno al bicipite, mentre guidava la Germania Ovest alla prima vittoria nella Coppa del Mondo nel lontano 1954. Ecco: già questo sarebbe sufficiente per essere considerato uno dei più grandi di sempre. Spesso ritrovatosi dietro l'uomo d'attacco, Walter è stato uno dei centrocampisti offensivi più forti di sempre. A fine carriera, nel suo tabellino, i gol erano 33 gol, i gettoni con la Germania 66.
Nato a Kaiserslautern, suo club di infanzia e città natale, è stata l'unica squadra per cui Walter abbia mai giocato. I numeri sono mostruosi, che è sempre una dolce conseguenza: 357 reti in 364 partite. Walter oggi ha un premio a suo nome, viene consegnato ai migliori giovani calciatori in tutta la Germania.
Certo, tutti conoscono Manuel Neuer e Oliver Kahn. Ma Sepp Maier? Vi è davvero familiare? Maier è il primo a uscire dalla catena di montaggio del talento dei portieri. E cioè: era un portiere atipico, in grado di fare prodezze uniche. Lo chiamavano "il Gatto" e non era certo un caso.
Un di quei giocatori da una squadra e per sempre. Nel suo caso, il Bayern Monaco. Maier ha goduto di una carriera lunga, 18 anni tra i pali per i giganti tedeschi, vincendo il premio Calciatore tedesco dell'anno per tre volte: testimonianza della sua qualità. Quattro clean sheet con la Germania Ovest, ha sollevato da protagonista la Coppa del Mondo nel 1974 ed è stato considerato il portiere più forte degli anni '70.
Philipp Lahm è stato il perfetto professionista. Non sarà stato un gigante - di stazza -, ma ha compensato quel cuore da leone, che ha amplificato la sua carriera almeno per dieci. Terzino affidabile - e centrocampista, e centrale, e braccetto quando ancora non si usava - per l'intera durata della sua lunga carriera, Lahm è stato un elemento indispensabile per uno Bayern Monaco più forti di sempre. Quello sotto la guida di Pep Guardiola.
Potenzialmente in grado di giocare in ogni singola posizione del campo se gli fosse stato chiesto, Philipp è stato l'uomo duttile e utile, perfetto per qualsiasi allenatore per il quale ha giocato. 113 volte in campo per la Germania, mentre ha disputato 652 partite tra i professionisti nei periodi trascorsi al Bayern Monaco e allo Stoccarda.
Lothar Matthäus, nonostante si sia ritirato nel 2000, rimane il giocatore tedesco con più presenze di sempre, con 150 presenze. Il suo calcio è stato un vero tributo al centrocampo. Nato a Erlagen, nella media Franconia, lì dove ci sono più laghi che campi da calcio, Matthäus ha incarnato la natura tipicamente operaia del luogo. Riuscendo però a segnare oltre 200 gol nella sua carriera.
Ha vinto il Pallone d'Oro nel 1990, la Coppa del Mondo nello stesso anno e innumerevoli trofei con il Bayern Monaco, è considerato semplicemente un'icona dello sport. E merita sinceramente tutto il riconoscimento che riceve, soprattutto quando torna a San Siro. Con lui, e per lui, gli anni d'oro dell'interismo.
Conosciuto come uno dei migliori marcatori della Coppa del Mondo di tutti i tempi, Gerd Müller era la personificazione della letalità. Il tedesco semplicemente faceva ciò per cui veniva pagato molto meglio di chiunque altro: segnare un'enormità di gol. 68 gol internazionali in 62 partite è qualcosa di naturalmente impressionante, ma quel rendimento viene persino oscurato dalle sue abitudini in campionato. Era il terrore dei tabellinisti, sempre lì ad aggiornare.
Tra il 1964 e il 1979, Müller ha saputo mettere in fila un incredibile totale di 563 gol ed è diventato il miglior marcatore di tutti i tempi del Bayern Monaco; la maggior parte delle persone restano convinte che sia un record che potrebbe non essere mai superato. Soprannominato 'Der Bomber' per la sua capacità di terrorizzare le difese con la sua forza, potenza e velocità, Müller può essere considerato il più grande marcatore nella leggenda del calcio tedesco.
Il più forte? E dai, non avete mai avuto dubbi. Franz Beckenbauer, più affettuosamente conosciuto come 'Der Kaiser', era il talento difensivo. Come nessun altro. E' stato il pioniere della posizione da 'libero', il centrale difensivo spesso incaricato di muoversi alle spalle della difesa. Padroneggiando il ruolo come nessun altro.
Vincere la Coppa del Mondo come giocatore è rarità di pochi. Farlo pure da allenatore è una roba fuori da ogni logica. Der Kaiser ci è riuscito, aggiungendo anche due Palloni d'Oro alla sua bacheca nel 1972 e nel 1976. Per il Bayern Monaco è stato considerato il punto fermo degli anni più importanti: tre Champions League portano soprattutto il suo nome.