Proprio alla vigilia dell'esordio in Champions League contro l'Inter di Inzaghi, per Guardiola e il Manchester City si apre una pagina che potrebbe portare a pesanti penalizzazioni per il club inglese.
Atto del contendere, ben 115 violazioni del Fair Play Finanziario dal 2009 al 2018. Teatro di scena, l'udienza con una commissione indipendente che dovrà stabilire la colpevolezza o meno del club dello sceicco Mansour.
Lo chiamano "il processo del secolo" e potrebbe completamente stravolgere gli equilibri e la fisionomia della Premier League, eliminando di fatto quella che è stata la squadra dominatrice degli ultimi sette anni. Scopriamo tutto quello che c'è da sapere a riguardo e soprattutto cosa rischiano realmente i Citizens da questo dibattimento.
Partiamo dal principio, ovvero da quando nel 2007 lo sceicco Mansur bin Zayed Al Nahyan, prende possesso del Manchester City inaugurando così una nuova era di successi. La squadra passa così dalle faticose e non sempre riuscite salvezze a diventare una delle grandi protagoniste della Premier League, nonché delle Coppe nazionali e internazionali.
Il palmares da quel momento è faraonico: 8 scudetti (tra cui sei nelle ultime sette stagioni), 3 Coppe d'Inghilterra, 6 Coppe di Lega, 4 Community Shield nonché una Champions League trasformata poi in Supercoppa UEFA e Coppa del mondo per Club.
In mezzo, fin da subito, un fiume di denaro che lo sceicco ha deciso di investire per rivoluzionare il tasso tecnico della squadra, diventata in breve un punto di riferimento assoluto.
Proprio queste spese folli, sono quasi subito entrate in conflitto con i nuovi regolamenti del Fair Play Finanziario entrato ufficialmente in vigore dal 2010, tanto che già nel 2014 il City si è trovato costretto a sborsare una multa di 60 milioni di sterline per violazioni delle norme UEFA, oltre a una serie di limitazioni su giocatori e spese entrate nel "Settlement Agreement" conclusivo.
I dubbi e le accuse però non terminarono in quel contesto, ma esplosero qualche anno dopo quando nel 2018 è la stessa Premier League ad aprire una nuova inchiesta sul Manchester City, anche in seguito a quello che venne chiamato "Football Leaks" con l'analisi di oltre diciotto milioni di documenti fiscali che scoperchiarono un vaso di Pandora difficile da contenere (riguardando non solo alcune operazioni del City, ma anche altri grandi nomi del calcio come Cristiano Ronaldo o Mourinho).
Nel dettaglio, però, che cosa viene contestato realmente al City? In totale al momento di discute di qualcosa come 115 capi d'accusa per violazioni di varia natura del Fair Play Finanziario e non solo (per la precisione 80 sono riferite a contestazioni fiscali, mentre altre 35 in seguito alla non collaborazione del City con le stesse indagini).
Tra le imputazioni figurano comunque diversi aspetti:
Si tratta in pratica di stabilire se e quanto tutte queste "transazioni con parti correlate" siano realmente imputabili al fondo ADUG che gestisce la proprietà della società, o se siano invece (come sostiene il City) operazioni fatte da terzi fuori dall'organico societario (collegate magari in parte alla famiglia Mansur, ma non al fondo proprietario).
Lo scopo di queste (eventuali) operazioni, sarebbe invece certamente più chiaro: aumentare i ricavi a bilancio (gonfiando le entrate da sponsor e similari) e al contempo vedere calare le spese da mettere in lista (gonfiando stipendi o aggiungendo compensi per consulenze di varia natura).
Tutto questo sarà però da verificare (compresa la veridicità stessa dei documenti proposti dall'accusa, che il City non ha mai accettato come tali) in sede di dibattito con la commissione proposta, che dalla data di inizio del processo (lunedì 16 settembre) avranno almeno dieci settimane di lavoro per approfondire tutti gli aspetti e soprattutto ricevere le prove di innocenza che gli avvocati del City giurano di avere in loro possesso.
Si dovrà in ogni caso aspettare fino al 2025 per avere in mano la sentenza della commissione, senza contare poi i vari possibili appelli a riguardo (quegli stessi che già nel 2020 cancellarono la sentenza di allontanamento dalla Coppe del City).
Resta però la sensazione che questa volta le cose potrebbero non passare così lisce. Un punto a sfavore è quello recente relativo all'Everton, che proprio l'anno scorso ricevette ben 10 punti di penalizzazione (poi scesi a otto) per quello che era un solo capo d'accusa a riguardo.
Come detto, per il City si parla di almeno 115 imputazioni, pur tutte da verificare, che potrebbero aprire il range di sentenza da un minimo di una multa fino al massimo della retrocessione in Championship.
Per quanto riguarda l'eventuale multa, la cifra potrebbe aggirarsi dai 400 milioni di euro a salire, visto che nel caso sarebbe confermato in qualche modo il danno causato anche agli altri club della Premier per una competizione impari.
Ma c'è appunto il precedente dell'Everton, che porta a pensare alla possibilità non così remota di una penalizzazione da attuare già nella stagione in corso o, se i tempi dovessero allungarsi dai ricorsi, forse dalla prossima.
L'ipotesi più terribile per il City resta aperta: lo scenario peggiore sarebbe quello della retrocessione (o addirittura dell'esclusione del club), con eventuale cancellazione anche dei titoli vinti durante il periodo di riferimento. Certo, è uno scenario che difficilmente prenderà vita, vista l'importanza del club e quella che sarebbe la ricaduta di un fatto del genere su tutto il calcio (inglese, ma non solo).
Oltre tutto gli avvocati del City si sono sempre detti molto fiduciosi e sono pronti a dare battaglia fino all'ultimo. Tanto da considerare invece il caso estremo dalla loro parte: nessuna violazione e tutto che venga messo in archivio.
Impossibile saperlo ora, ma quello che sembra chiaro è che in questi prossimi mesi ne salteranno fuori delle belle, da una parte e dall'altra. Non resta che attendere la conclusione di questa vicenda comunque non molto positiva per il mondo del calcio.