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Calcio

Real-Atletico 2014: il leggendario Derby della "Décima" e la gloria mancata dal cholismo

La notte della possibile consacrazione del Cholismo diventa invece quella della Décima, in un turbinio di emozioni che transita da una parte all'altra di Madrid. Real-Atletico 4-1 (dts), finale di Champions League 2013/14, ha regalato una delle rimonte più esaltanti che si ricordino.

Classe vs garra: ma è davvero solo così?

Gli scontri fra i Real Madrid e Atletico Madrid nell'era del Cholismo, si sono quasi sempre caratterizzati per un incrocio di stili opposti: classe e calcio tendenzialmente offensivo da una parte, grinta, compattezza, aggressività ed enormi capacità difensive dall'altra.

In realtà le cose non sono quasi mai state realmente così, o meglio la classe ha altre declinazioni possibili. Non si può certo dire che quell'Atleti mancasse di classe: da Courtois in porta, al professor Godin in difesa, a un Filipe Luis quella sera straripante a sinistra, a Koke capace sempre di sfornare qualità, fino a Costa e al vecchio David Villa.

La vera differenza tra quella e tutte le altre squadre era una straordinaria compattezza, era la capacità di Simeone di trasformare una squadra di calcio in 11 uomini in missione,

L'anno quasi perfetto (e la finale quasi perfetta) di Simeone

Quella 2013/14 passa comunque alla storia come l'annata migliore nella storia recente dell'Atletico Madrid, e non solo in quella. In Liga arriva infatti il trionfo della stella, il decimo titolo nazionale conquistato a suon di record: sono primati del club i 116 gol realizzati in stagione, le 9 vittorie consecutive in campionato e i 13 successi esterni, sempre in Liga.

Soprattutto, per la prima volta nella storia del club, c'era la possibilità di realizzare il "Doblete", ovvero la vincere la Liga e la Champions League nella stessa stagione. Un traguardo straordinario, rimasto strozzato a una manciata di secondi dal termine dei tempi regolamentari. Tra l'Atleti e il Doblete, si è inserita la testa di Sergio Ramos. Ma facciamo un passo indietro.

Diego Simeone schiera il suo solito 4-4-2 granitico, scegliendo di dare fiducia a Diego Costa come centravanti, più per mancanza di alternative, o magari per gratitudine visti gli 8 gol che il brasiliano naturalizzato spagnolo aveva segnato nella competizione (eguagliato record del grande Vavà).

Costa però ha un problema muscolare che lo attanaglia e, dopo nemmeno 10 minuti deve alzare bandiera bianca.

Il Cholo "ingabbia" Carletto

Per quasi tutto il primo tempo l'Atletico ingabbia letteralmente il Real, trovando infine il vantaggio grazie a una opinabilissima uscita di Iker Casillas, della quale approfitta il "Faraone" Godin, insaccando di testa.

Proprio il leggendario portiere madridista era nel pieno di un periodaccio, che avrebbe infine portato all'addio. Un addio fisiologico, che però Iker avrebbe preferito fosse avvenuto con altre modalità. Per fortuna sua, di Ancelotti e del Real Madrid la "Décima" è poi arrivata lo stesso.

Sergio Ramos, il cabrón più talentuoso della storia?

Se stiamo qui a ricordare il giorno in cui il Real Madrid vinse la decima Coppa dei Campioni/Champions League e non il Doblete dell'Atletico Madrid, lo si deve solo a una prodezza - a tempo quasi scaduto - di uno dei giocatori più odiati della storia.

Odiati dalle altre tifoserie, perché se Sergio Ramos non fa parte della tua squadra è difficile non identificarlo come uno dei più grossi stronzi che abbiano mai calcato un campo di calcio. Tignoso, provocatorio, a volte scorretto come nel caso del fallo "terminale" a Salah nella finale del 2018, ma anche tremendamente forte.

E non solo nella sua area, come ci si aspetterebbe in genere da un difensore. Il colpo di testa con cui supera Courtois al minuto 93 è alla fine solo uno degli oltre 100 gol messi a segno da Ramos in carriera, ma forse il più importante. Oltretutto, Ramos era al terzo gol in due partite, dopo la doppietta segnata al Bayern Monaco nella straripante semifinale di ritorno.

La danza del Fideo

Dopo il pareggio a tempo quasi scaduto di Ramos, la partita è come se si stappi.

Nei supplementari il Real prende un sopravvento inimmaginabilmente netto, con El Fideo Di Maria che sale in cattedra: il doppio dribbling con cui l'argentino ridicolizza, quasi volando, la difesa dell'Atleti, è di una bellezza che lascia senza parole.

Dopo il mezzo miracolo di Courtois, è Bale che corregge in rete di testa da zero metri. Una staffilata di Marcelo e l'immancabile rigore di CR7 metteranno il sigillo alla "Décima".

Un sigillo che appare eccessivo, come agitare il classico coltello nella piaga, perché il punteggio finale è davvero severo per i biancorossi di Simeone. Severo per una squadra che, fino al minuto 92, stava pregustando il trionfo e poi si è ritrovata surclassata nei supplementari.