Calcio

Il Real Madrid dei Galacticos: una raccolta di belle, ma non vincenti figurine

Con il termine Galacticos, in italiano galattici, si identificano alcuni calciatori che hanno militato nel Real Madrid durante il primo mandato da presidente del club di Florentino Perez. Ovvero, il periodo compreso tra il 2000 e il 2006.

Tuttavia, quello di inizio nuovo millennio non è il primo Real Madrid dei Galacticos. Quello originale, dal quale poi è stato coniato il nome, risale alla squadra costruita dal presidente Santiago Bernabeu a cavallo tra gli anni '50 e '60.

Quel Real Madrid annovera tra le proprie fila campioni del calibro di Alfredo Di Stefano e Ferenc Puskas, ma anche Raymond Kopa e Francisco Gento. Una squadra non replicabile, leggendaria. Per tutti era così, ma questo non corrispondeva all'opinione di Florentino Perez.

Il suo obiettivo era chiaro, ripercorrere le orme del mitico Santiago Bernabeu, vincendo altrettanto con nuovi campioni. Per farlo, però Perez doveva prima diventare presidente del Real Madrid.

La torta c'è, mancano le ciliegine

Il Real Madrid preso in mano da Florentino Perez non era una grande club in decadenza. Tutt'altro. Nel 1996 i Blancos vincono la Liga e contano tra le fila veterani esperti e giovani rampanti.

Gente come Casillas e Guti, Raul e Roberto Carlos, futuri protagonisti e parte integrante dei Galacticos di Perez. Questo a dimostrazione che il presidente del Real Madrid aveva le idee ben chiare

Il leader e simbolo di quel Real Madrid è sicuramente Fernando Hierro. L'età avanzata, però, spinse il club madrileno ad acquistare nel 1999 Michel Salgado e Ivan Helguera. In attacco, i Blancos potevano contare su un giovane Fernando Morientes. Insomma, per Perez la torta c'è già. Mancano solo le ciliegine.

Il primo Galactico di Perez: Luis Figo

Sin dalla sua candidatura a presidente del Real Madrid, Florentino Perez poggia saldamente su un dogma: vincere giocando bene. La sola vittoria, con lui, non basta. Raggiungere tale obiettivo richiede l'acquisto dei migliori talenti del pianeta.

Il Real Madrid non stava attraversando il miglior periodo della sua gloriosa storia. Nel 1999 le Merengues si piazzano al quinto posto nella Liga, rinunciando per il terzo anno consecutivo alla possibilità di vincere il campionato.

Il primo, simbolico, nome uscito dalla sua bocca come obiettivo di mercato del club madrileno, è niente meno che Luis Figo. Quella promessa permise a Perez di diventare presidente del Real Madrid, riaccendendo l'entusiasmo dei tifosi Blancos.

Il primo colpo di Perez da presidente del Real Madrid è il Pallone d'oro, strappato agli acerrimi rivali. Il nuovo patron fa capire sin da subito di essere uomo avvezzo alla teatralità.

Oggi il nome di Figo è associato al Real Madrid senza alcun problema dalle nuove generazioni, ma al tempo il suo trasferimento nella capitale spagnola sollevò una marea di polemiche. Il motivo è semplice: è stato acquistato dal Barcellona, club di cui era rapidamente diventato un simbolo.

I tifosi blaugrana non presero bene l'addio del portoghese, per usare un eufemismo. Tutta la rabbia sportiva dei supporters del Barcellona si riversò su Figo, ma il fascino - e, diciamolo, l'offerta economica - del Real Madrid non era pareggiabile dal club catalano.

Da Zidane a Ronaldo: la collezione prosegue

Il Real Madrid vince la Liga e si qualifica per la Champions League (il grande obiettivo di Perez). Vicente Del Bosque viene confermato sulla panchina e si prepara ad affrontare una stagione dove la sconfitta non viene contemplata.

Per tenere fede alle sue parole, Florentino Perez mette nuovamente mano al portafogli e affonda un altro colpo da novanta. Stavolta, il patron del Real Madrid fa spese in Italia e preleva dalla Juventus Zinedine Zidane per la modica cifra di 73.5 milioni di euro.

Il Real Madrid sembra all'inizio di un ciclo stellare, destinato ad entrare nella storia. I segnali ci sono tutti. Dal successo nazionale, nella stagione 2001/2002 i Galacticos chiudono terzi in campionato, ma vincono la tanto bramata Champions League.

Il 2-1 rifilato in finale al Bayer Leverkusen permette al Real Madrid di issarsi sul tetto d'Europa per la nona volta nella sua storia. Florentino Perez festeggia, ma mette immediatamente nel mirino la "Decima". Vuole essere lui il presidente a raggiungere questo traguardo.

La collezione di figurine di Perez, dunque, prosegue inesorabile. Nell'estate 2002 il grande botto proviene sempre dall'Italia. Durante l'ultimo giorno di mercato, il 31 agosto, il Real Madrid acquista Ronaldo dall'Inter per 45 milioni di euro. Con lui, sono già due i Palloni d'oro acquistati da Florentino.

Il sogno del Real Madrid, tuttavia, si interrompe improvvisamente. Il cammino in Champions League si interrompe in semifinale per mano della Juventus. In Liga arriva la vittoria del secondo campionato in tre anni a rendere meno amara una stagione, agli occhi di Perez, buona ma non buonissima.

Il trasferimento del secolo: Beckham al Real Madrid

Le spese costanti di Perez spingono il presidente ad alzare costantemente l'asticella. L'ossessione per la vittoria lo porta a concentrare le sue brame sulla vittoria della decima Champions League e, per farlo, appare pronto a tutto.

Il presidente del Real Madrid sceglie dunque di spostare il suo mirino dalla Serie A alla Premier League, nello specifico, Manchester. Come accaduto con Ronaldo, Perez aveva saputo dei problemi tra un giocatore e il proprio club. In questo caso, stiamo parlando di David Beckham e dello United.

Florentino Perez riesce nell'impresa di approfittare di questo spiraglio e di prendere Beckham, l'uomo più importante in quel momento storico del mondo. Si inizia a parlare di sovrabbondanza. Con Figo, Zidane e Guti, dove avrebbe giocato lo Spice Boy?

Al Real Madrid, David Beckham prende di fatto il posto di Steve McManaman. L'ex Liverpool approda nel 1999 nella capitale spagnola, ma passa al Manchester City nella stessa finestra di mercato in cui tutte le telecamere sono per quello che è stato il trasferimento più del secolo.

Beckham ritrova al Real Madrid Carlos Queiroz, ex vice di Ferguson a Manchester neo allenatore dei madrileni. Il rapporto tra i due non è idilliaco, tutt'altro. Se aggiungiamo questa componente ai risultati dei Blancos, qualcosa inizia a scricchiolare.

Il Real Madrid chiude quarto nella Liga e saluta la Champions League ai quarti di finale per mano del sorprendente Monaco, poi finalista. Un fallimento totale. Dopo i primi, rapidi successi, la macchina apparentemente perfetta di Perez sembra essersi inceppata.

Owen, Robinho e Sergio Ramos completano i Galacticos

Queiroz non viene confermato alla guida del Real Madrid. Al suo posto, Perez sceglie José Camacho. Oltre ad aver tenuto tutta la scuderia di cavalli di razza, il presidente dei Blancos ha aggiunto anche Michael Owen. Per 9 milioni, arriva dal Liverpool il compagno di tandem di David Beckham.

L'annata si rivela stracolma di ostacoli. Camacho viene sostituito dopo appena tre giornate da Mariano Garcia Remon. Prima della fine del girone d'andata, però Perez opta per un nuovo cambio in panchina, acquisendo la fama di mangia allenatori. Vanderlei Luxemburgo chiude una stagione tortuosa.

Il Real Madrid esce agli ottavi di Champions League, vittima narcisisticamente parlando della propria bellezza e delle potenzialità costantemente richiestegli. Nella Liga le Merengues arrivano secondi, chiudendo senza trofei per il secondo anno consecutivo.

Florentino Perez decide quindi di cambiare metodologia, andando a puntellare una rosa ormai ricchissima di talento in zone nevralgiche per l'efficacia del gioco desiderato. Il presidente del Real Madrid diventa più pragmatico.

Nell'estate del 2005 a Madrid arrivano Sergio Ramos dal Siviglia per 27 milioni di euro e Robinho dal Santos, per 24. Se il brasiliano si è rivelato una meteora al Real, il difensore è diventato simbolo e capitano della gloriosa squadra capace di vincere quattro Champions League nella decade successiva.

La fine del Real Madrid dei Galacticos

Nel 2005 il Real Madrid deve risollevarsi dopo l'anna più buia della ancor giovane presidenza Perez. A metà stagione, il 27 febbraio 2006, però, viene eletto un nuovo presidente del club: Ramon Calderon.

Si apre così un biennio in cui Perez si allontana dal Real Madrid, vedendo svanire il sogno dei Galacticos ma iniziando a coltivare un più ragionato sogno. Come accaduto per Figo, il suo secondo mandato è nato con l'arrivo di Cristiano Ronaldo ed è stato tra i più vincenti della storia del calcio.

Questo ci insegna che collezionare figurine, senza un progetto sportivo concreto e solido, non serve a molto. L'entusiasmo iniziale, nel caso del Real Madrid, ha portato ad una lenta, dolorosa, inesorabile, implosione.