Atene, la culla della civiltà, della cultura e della democrazia. Ma ora anche metropoli che conta oltre quattro milioni di abitanti in tutta la sua estensione, tutti divisi irrimediabilmente in due parti: i verdi e i rossi bianchi.
Il verde del Panathinaikos e il bianco e rosso dell'Olympiakos. Una rivalità tra le più accese del mondo, che copre tutte le discipline sportive in cui sono presenti, dal calcio al basket, passando per la pallavolo.
Questo è infatti, il "derby degli eterni nemici", la "madre di tutte le battaglie" (e come vedremo, purtroppo non è un eufemismo).
Come in ogni rivalità che si rispetti, tutto ha un'origine ben precisa. La nascita delle due società, infatti, rispecchia due mondi diversi e opposti di Atene.
In principio ci fu solo il "trifoglio" in città, un club nato per grazia delle classi più agiate e che ne rappresenta gli ideali, poi a metà degli anni venti del secolo scorso, arrivarono anche i Thrilos (le "leggende") frutto del desiderio di prendersi il loro spazio per le classi più popolari, quelle della zona portuale per esempio, non a caso con un logo che significa l'essenza stessa dello spirito olimpico, da cui trassero anche il nome: Olympiakos.
Fu l'inizio di una sfida infinita che persiste fino a oggi. Anche quando ormai questa netta divisione classista non rappresentava più la società di Atene, le due polisportive continuavano a darsi battaglia su più fronti, con le rispettive tifoserie sempre più in contrasto e divise (dallo sport così come dalle influenze politiche e criminali che spesso utilizzano questi contesti per proliferare, non a caso sfociate in alcuni casi in episodi drammatici).
Al di là delle differenze sociali delle rispettive tifoserie, gran parte della "colpa" per cui questa rivalità è così sentita, è che proprio queste due società hanno in pratica "cannibalizzato" le vittorie in patria.
Il campionato greco, in tutte le sue varie fasi e fino alla più recente Souper Ligka Ellada, le ha viste insieme conquistare qualcosa come 67 titoli su 86 totali (lasciando le briciole all'AEK Atene). L'Olympiakos domina nei numeri, con 47 successi in campionato, contro i 20 del Panathinaikos.
I "verdi" però non stanno vivendo un buon momento in questo nuovo millennio, che ha portato appena due scudetti in bacheca, l'ultimo dei quali datato 2010. E tutto proprio mentre i rivali Biancorossi, infilavano strisce vincenti (7 scudetti, poi 5, poi ancora sette fino al 2017).
Leggermente meglio per quanto riguarda la conquista della Coppa di Grecia, dove il Panathinaikos ha trovato il successo nel 2022, portando a 19 i trofei totali, contro però i 28 dell'Olympiakos.
L'unico punto realmente a favore dei verdi, è quella finale di Coppa dei Campioni che raggiunsero nel 1971, e che rappresenta al momento il miglior risultato per una squadra greca nella competizione. Peccato che di fronte avessero il grande Ajax di Cruijff (che vinse 2-0, inaugurando una serie di tre successi di fila negli anni seguenti, come sanno bene Inter e Juventus che l'affrontarono nelle finali successive).
Una storia così ricca e intensa, che ha visto le due compagini affrontarsi in almeno 141 sfide (dagli anni sessanta a oggi), con un bilancio di 53 vittorie per l'Olympiakos contro le 35 del Panathinaikos, oltre a 53 pareggi (conto dei gol 170 a 133 per i bianco rossi).
Tra queste ovviamente, anche diverse finali di Coppa di Grecia e altrettanti scontri decisivi per la conquista del titolo. Il più eclatante, rimane forse quello della stagione 1981/82, dove le due compagini terminarono a pari punti il campionato, portando così a uno spareggio decisivo.
Ad avere la meglio, fu ancora una volta l'Olympiakos, che chiuse con una vittoria per 2-1, con il match riaperto solo nel finale dal gol di Ziakos per i verdi.
Come detto, oltre alla classica rivalità sportiva in campo, il derby tra Panathinaikos e Olympiakos è stata quasi sempre anche una battaglia sugli spalti (e fuori).
Da una parte il bello del tifo, con spettacoli pirotecnici, coreografie da urlo e cori di ogni tipo. Dall'altra però, anche il lato oscuro della medaglia: continui scontri, risse, partite sospese, tafferugli e persino la tragedia di una vittima.
Dai primi scontri negli anni trenta (quando i biancorossi riempirono le tribune con bare ornate di bandiere verdi, trovando non solo una umiliante sconfitta per 8-2 ma anche scatenando una rissa con quelle stesse "armi" di legno all'uscita dello stadio), fino a quella battaglia tra tifosi che nel 1964 decretò l'eliminazione di entrambe le squadre durante la semifinale di Coppa di Grecia (partita interrotta sul 1-1 dei tempi supplementari e poi la squalifica che consegnò il titolo all'AEK senza nemmeno giocare la finale).
Sono gli anni in cui il tifo comincia anche a organizzarsi in maniera metodica: da una parte il Gate 13 del Panathinaikos (dal nome del portone di ingresso riservato), dall'altra il Gate 7 dell'Olympiakos. Ogni tentativo di controllo fu vano al punto che, dal 2004, le trasferte dei rispettivi tifosi furono definitivamente sospese a oltranza.
La cosa non ha però giovato fino in fondo, anzi. Tolto il calcio, le due tifoserie avevano altri campi di battaglia da scegliere.
C'era ovviamente il basket in primo piano, con scontri altrettanto tesi (se non peggiori visto quanto è sentito questo sport da quelle parti), ma fu invece una partita di pallavolo il teatro del dramma: nel 2007, in Paiania (una piccola cittadina vicina ad Atene), si gioca la semifinale di Coppa di Grecia tra Olympiakos e Panathinaikos, ma è fuori dal parquet che un giovane tifoso dei verdi, perderà la vita a seguito delle ferite da coltello in uno scontro tra le tifoserie.
La "madre di tutte le battaglie" purtroppo, non riguarda solo il campo. Ma di certo, questo è davvero un "derby degli eterni nemici".