In Spagna non c'è partita più sentita e seguita di quella che vede di fronte Real Madrid e Barcellona.
Una sfida storica, tanto da definirla ormai come "El Clasico" del campionato, quasi sempre crocevia fondamentale per la lotta a tutti i principali tornei iberici.
Una rivalità che va al di là della semplice gara sportiva, rappresentando le due compagini, due anime differenti della Spagna: quella Blaugrana nel cuore della Catalogna e quella dei Blancos nella Castiglia. La storia che si incontra (e scontra), dentro e fuori dal campo.
Fondate rispettivamente nel 1899 e nel 1902, Barcellona e Real Madrid si sono date battaglia fin dal primo campionato spagnolo, letteralmente. La prima edizione infatti, quella del 1928-29, fu vinta subito dai Blaugrana, davanti proprio ai Blancos di Madrid.
Da allora, le due compagini si sono alternate al vertice dominando il panorama calcistico iberico fino ai giorni nostri, tanto da fagocitare i successi vincendo, in due, qualcosa come 62 campionati su 92 disputati.
Rivalità accesa fin dal periodo della rivoluzione civile in Spagna, con conseguente salita al potere del regime franchista. Le due compagini infatti, rappresentano due parti contrapposte della nazione: quella Catalana che ha proprio Barcellona come suo centro nevralgico, e quella della Catalogna.
Ironia della sorte, proprio in quel frangente (dal '34 al '54 in particolare), i Blancos non riuscirono ad aggiudicarsi alcun titolo. La svolta arrivò invece, proprio a inizio anni cinquanta, con il Barcellona che stava dominando in campionato, almeno fino all'arrivo di Alfredo di Stefano, capace di cambiare letteralmente gli equilibri della storia di questa sfida.
Il Barcellona stava dominando in quegli anni, ed era pronto a rilanciare la sua supremazia, con l'arrivo in Blaugrana di uno dei giocatori più forti della storia del calcio: Alfredo di Stefano.
Si parla di un acquisto valutato intorno ai 150 milioni di lire (all'italiana), cifra pazzesca per l'epoca. Sembrava tutto fatto, con il passaggio dell'attaccante dal River Plate, ma qua nasce il pasticcio. Nel mentre, anche Santiago Bernabeu (allora presidente del Real Madrid), chiede il giocatore, ma non al River, quanto piuttosto ai Millonarios, ovvero la squadra che deteneva il cartellino secondo i canoni della FIFA.
Inizia così una diatriba fatta più di carte bollate che di pallone, che porterà però al ribaltamento della vendita, con Di Stefano che come sappiamo, finirà al Real Madrid (si dice anche grazie alle pressioni di Armando Munoz Calero, presidente della Federcalcio e braccio destro proprio di Francisco Franco).
Sarà come sarà, ma da quel momento i Blancos tornano a vincere, in patria (quasi sempre ai danni proprio del Barca) così come in Europa.
Per rimettere un minimo di equilibrio a una sfida che era ormai fortemente spostata verso Madrid, c'è bisogno di un altro grande campione, Johan Cruyff. L'olandese ha il merito se non altro, di riportare il Barca allo scudetto (nel 1974) dopo un'astinenza durata ben quattordici anni, oltre a essere determinante anche nel decennio successivo, quando tornò a vestire i colori Blaugrana, questa volta sulla panchina, vincendo quattro campionati di fila (dal 91 al 94).
L'inizio del nuovo secolo, segna anche una definitiva inversione di tendenza, con il Barca sempre più vincente, grazie soprattutto alla consacrazione di un fenomeno come Lionel Messi, che dal 2004 al 2021 prende in carico la squadra, peraltro guidata spesso da alcuni dei migliori allenatori in circolazione.
I sedici titoli con cui aveva chiuso il vecchio secolo, diventano così ventisette in questo ultimo frangente, recuperando terreno proprio sul Real Madrid, arrivato a trentaquattro (grazie a un Cristiano Ronaldo che ha ulteriormente acceso la sfida nella sfida, tra due dei più grandi talenti di questo millennio).
A gettare ulteriormente alcol sul fuoco acceso della rivalità, ci hanno pensato nel corso degli anni, alcuni scambi tra le due squadre che hanno destato molto scalpore.
Su tutti, quello più eclatante di Luis Figo, protagonista sul finire del secolo con la maglia Blaugrana (tanto da aggiudicarsi il pallone d'oro), ma poi incredibilmente passato al Real grazie alla pressione del nuovo presidente eletto, Florentino Perez (e una cifra record per l'epoca, con circa 62 milioni di euro nelle casse del Barcellona).
Il "tradimento" portò a scene poco gratificanti da parte dei tifosi, fuori e dentro gli spalti: eclatante la scena al Camp Nou al suo ritorno, con un'altra maglia, quando venne lanciata addirittura una testa di maiale in campo mentre lo stesso Figo si apprestava a battere un calcio d'angolo.
Anche Michael Laudrup divenne una vera e proprio colonna portante del Barcellona di Cruyff, prima di passare in maglia bianca (è anche l'unico giocatore ad aver giocato in due vittorie per 5-0 tra le squadre, tutte e due le volte con la maglia della vincente, prima nel Barca e poi nel Real).
Forse meno sentiti, ma non per questo dimenticati, i tradimenti di Eto'o (dal Real al Barca), di Luis Enrique (dal Real al Barca) e Ronaldo ("Il Fenomeno"), che però ebbe tra Barcellona e Real Madrid, l'intermezzo all'Inter dove ha speso forse i suoi migliori anni (prima dell'infortunio che ne cambiò la carriera).
Tra le tantissime sfide che hanno visto protagoniste le due compagini in patria, ce ne sono alcune che però forse più di altre sono rimaste nella storia, perchè disputate sul palcoscenico europeo.
Pensiamo per esempio alla semifinale di Champions League del 2011, con l'andata al Bernabeu che ha visto un super Messi sfoderare una doppietta decisiva per la vittoria esterna (0-2 appunto) che grazie al 1-1 del ritorno porta Guardiola in finale (e poi al successo) ai danni di Mourinho (che proprio l'anno prima l'aveva alzata con l'Inter).
Una sorta di "vendetta" per un'altra doppia semifinale di Champions, datata 2002, che aveva visto l'esatto ripetersi dei due punteggi, ma a parti invertite: il Real di Del Bosque vittorioso al Camp Nou con Zidane e McManaman, salvo poi accontentarsi del pareggio al ritorno (e del successo in finale contro il Leverkusen).
Detto tutto questo (e tanto altro ci sarebbe da dire), resta però la domanda: chi è il più forte tra le due?
L'unico motivo di risposta oggettiva, sono i numeri, anche se non dicono in realtà tutto quello che le due compagini hanno portato in termini di novità di gioco, spettacolo e quant'altro.