Perugia Serse Cosmi

Calcio

Sconosciuti e quasi dilettanti: il mitologico Perugia targato Serse Cosmi

Era l'inizio di febbraio del 2000. E come sempre ci piace giocare al "cos'accadde", giusto per capire la portata dei ricordi.

Ecco: in quello stesso mese viene pubblicata l'ultima striscia dei Peanuts, viene lanciato Windows 2000 da Microsoft, in Italia viene approvata la legge sulla par condicio e il 26 febbraio sì, sono gli Avion Travel a vincere il Festival di Sanremo.

E' un'Italia piuttosto tranquilla, che si affacciava al nuovo Millennio con estrema curiosità. Anche e soprattutto dal punto di vista calcistico.

In Serie A, Lazio e Roma erano semplicemente fortissime. L'Inter aveva Vieri-Ronaldo in attacco. Il Milan era fresco di scudetto, la Juve aveva appena recuperato Del Piero.

E le altre? Provavano a rosicchiare punti, a diventare grandi. Come il Perugia del presidente Luciano Gaucci, allenato da Carlo Mazzone, che navigava tranquillamente a metà classifica.

Tuttavia, negli uffici della Galex, l'azienda di materiale sportivo di proprietà della famiglia Gaucci, si stava tessendo una storia che avrebbe rivoluzionato il calcio italiano.

Alessandro Gaucci, il figlio del presidente, aveva convocato Cosmi, allenatore dell'Arezzo, in segreto. L'intenzione era di pianificare la stagione successiva del Perugia.

Una visione diversa

La visione della società era chiara: abbracciare una filosofia basata sulla scoperta e sviluppo di giovani talenti e stranieri poco conosciuti, da valorizzare e successivamente rivendere.

Storia vista e rivista nel calcio italiano. Cosmi, accettando l'incarico senza chiedere nulla sul mercato, divenne improvvisamente il fulcro di questa ambiziosa strategia.

Il segreto fu mantenuto fino a quando il Perugia iniziò a stupire tutti in Serie A. Non fu facile, non fu immediato. Fu però bellissimo.

La stagione di Cosmi iniziò infatti con una sconfitta in Coppa Intertoto, ma la vera rivoluzione avvenne quando, per la prima volta, il Perugia adottò l'ormai abusato 3-5-2 contro la Lazio.

La squadra, rivitalizzata da nuovi arrivi e giovani talenti, sconvolse con un'intuizione la Serie A. E con un mercato strategico.

Ad esempio: sapete come vennero scoperti Jung Hwan Ahn e Ming Yu Ma? Furono selezionati grazie a sessioni notturne di visione di videocassette VHS con partite provenienti dai campionati più esotici.

La squadra, completamente rivoluzionata durante l'estate, vide l'arrivo di giocatori provenienti dalle serie inferiori e stranieri poco noti. Una sorta di Moneyball anticipata.

Mirko Pieri fu prelevato persino dal Grosseto di Serie D. Il giovane Luca Saudati, Ziziz Vryzas e il ritorno di Zé Maria arricchirono il reparto offensivo. Con un ingaggio di soli 150 milioni di lire annuali, Cosmi stava forgiando una squadra che avrebbe scritto la storia.

La formazione

Cosmi implementò il 3-5-2, una scelta audace in un'epoca dominata dai moduli più tradizionali. Materazzi, Rivalta e Di Loreto componevano la difesa centrale, con esterni come Zé Maria e Mirko Pieri. Il cuore del centrocampo vedeva Liverani come vertice basso, affiancato da Tedesco e Baiocco. In avanti, il duo Vryzas-Saudati: fece faville.

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Il club biancorosso, partendo dal sesto posto, finì l'anno all'undicesimo, collezionando vittorie sorprendenti contro Milan e Fiorentina.

La squadra costruita con giocatori dalle serie inferiori, stranieri sconosciuti e un allenatore esordiente in Serie A, fu una delle storie più affascinanti del calcio italiano.

resto, non arrivò soltanto a scrivere una pagina memorabile della Serie A, ma ha anche introdotto un calcio coraggioso e innovativo. La squadra si distingueva infatti per un gioco verticale, sfidando le convenzioni tattiche dell'epoca.

Poi, chiaro: servivano i giocatori. Quelli veri. Il Perugia compensò i possibili squilibri affidandosi al dinamismo delle mezzali, con particolare enfasi su Fabio Liverani. Posizionato davanti alla difesa, Liverani anticipò l'evoluzione del ruolo di regista, anticipando di anni la mossa simile fatta da Carlo Ancelotti con Andrea Pirlo al Milan. La sua visione e la precisione del suo piede sinistro furono cruciali, fornendo pulizia tecnica a una squadra altrimenti frenetica. Le sue qualità balistiche su calci piazzati contribuirono ai gol da situazioni di palla inattiva, aumentando la versatilità della squadra.

Ai fianchi di Liverani, Baiocco e Tedesco formavano un duo dinamico. Baiocco contribuiva con la sua energia e le sue conduzioni di palla per risalire il campo, contrastando gli avversari.

Tedesco, invece, alto 170 cm, si distingueva per la sua intelligenza tattica. Muovendosi costantemente senza fermarsi un attimo, riusciva a trovare spazi per inserimenti, diventando fondamentale per il sistema di Cosmi. Le sue 8 reti in quella stagione dimostrano la sua importanza anche in fase di finalizzazione.

I risultati

Inutile aggiungerlo, però serve farlo: il percorso del Perugia sotto la guida di Serse Cosmi è stato un viaggio emozionante tra trionfi sorprendenti e momenti difficili.

Dall'innovativo calcio del 3-5-2 alle sfide di una Serie A in costante evoluzione, le stagioni che hanno definito l'era Cosmi sono state degne di montagne russe ripidissime.

Nel 2000-2001, nonostante la partenza di Materazzi e Liverani, la stagione seguente all'esordio di Cosmi si rivelò eccezionale.

Bazzani e l'acquisto di Fabio Grosso si dimostrarono cruciali, portando il Perugia al nono posto. Miccoli, ritornato dal prestito, fu protagonista in Coppa Italia, eliminando addirittura la Juventus nei quarti.

La nuova stagione portò la consacrazione: fu l'inizio del percorso europeo. E probabilmente anche l'inizio della fine.

Nonostante gli importanti cambiamenti nella rosa nell'estate 2003, con le partenze di Miccoli, Caracciolo, Milanese, Rezaei e Sogliano, il Perugia si rinforzò con arrivi strategici. Tra questi, spiccava l'arrivo di Saadi Gheddafi, figlio del dittatore libico Muammar.

Il mercato presentò anche Bothroyd, Do Prado, Alioui e Diamoutene, giocatori che, seppur non esaltanti, contribuirono all'avventura europea. Insomma: si arrivò in finale di Intertoto. Contro il Wolfsburg. E fu l'apice dell'avventura. A casa, il Perugia vinse 2-0, con Bothroyd e Vryzas in rete. La partita di ritorno in Germania vide il Grifo difendersi con successo e segnare il gol decisivo, portando a casa una vittoria storica di 2-0.

Cosmi e i giocatori festeggiarono insieme ai tifosi, mentre Gaucci coronava il suo sogno di riportare il Perugia in Europa dopo 24 anni.

Cosmi, visibilmente emozionato, dichiarò: "Vorrei che tutti provassero quello che sto provando io adesso". Il Perugia, entrato con onore in Coppa UEFA, eliminò Dundee e Aris Salonicco, ma fu sconfitto dal PSV Eindhoven nei sedicesimi di finale.

Dieci mesi più tardi, la tragedia, una difficile prima metà di stagione costrinse a rinforzi a gennaio, ma non fu sufficiente.

Il Perugia terminò quart'ultimo e si giocò lo spareggio salvezza contro la Fiorentina, ma la retrocessione giunse, cancellando in parte l'entusiasmo della vittoria in Intertoto.