Il 2001, dopo lo scudetto della Lazio, vede al centro nuovamente il calcio romano. E un po' romantico: Capello, dopo i grandi fasti di Milan e Real Madrid, raccoglie la sfida giallorossa e una squadra forte, fortissima. Riempita pure da Batistuta. E
cco: il grande colpo si rivelerà una ciliegina, solo poi amara dal punto di vista dei conti.
Però che notte, quella notte. E quella vittoria. E quella festa al Circo Massimo. Oltre vent'anni dopo, racconta uno spaccato del Paese impossibile da dimenticare: all'alba del nuovo millennio, tutto il mondo guardava la Capitale. Un richiamo della storia, non solo di quella del calcio.
Intanto: un ritardo storico.
Il campionato iniziò infatti il 30 settembre 2000 a causa della coincidenza con i Giochi Olimpici, e subito l'atto inaugurale vide una forte opposizione da parte delle cosiddette squadre "provinciali" nei confronti della teorica superiorità delle favorite.
Mentre la squadra campione in carica, la Lazio, ottenne solo un pareggio sofferto a Bergamo, l'Inter subì una sconfitta a Reggio Calabria che portò all'immediato licenziamento dell'allenatore Lippi. La prima in classifica fu la Roma, e velocemente.
Raggiunse la vetta addirittura con punteggio pieno il 22 ottobre. Tuttavia, post inciampo contro l'Inter a San Siro, ci si ritrovò con una sorprendente coppia di squadre sopra tutte le altre: Udinese e Atalanta.
Dopo un inaspettato periodo al comando della classifica da parte dell'Udinese nelle prime giornate, il 12 novembre la Roma tornò in testa, anche grazie al pareggio imposto alla Juventus dal Parma.
Le squadre milanesi e la Fiorentina, invece, ebbero un inizio di stagione più difficile, trovandosi a rischio zona retrocessione insieme ad altre squadre del sud. Dopo aver vinto il derby cittadino il 17 dicembre, la Roma terminò l'anno con 6 punti di vantaggio sui bianconeri, che divennero principali inseguitori. Divario che si mantenne anche dopo lo scontro diretto: 0-0.
Sebbene si fosse allargato a 8 punti nella prima giornata del 2001, il margine si ridusse a soli +3 il 21 gennaio. Tuttavia, il 3 febbraio 2001, la squadra di Ancelotti fu sconfitta dall'Atalanta, annullando i progressi fatti. E la Roma riuscì a ottenere una vittoria il giorno successivo contro il Parma. Ecco: tutto è in bilico. E tutto si decise nella lunga corsa del girone di ritorno.
Nella prima parte, la Roma mantenne il suo vantaggio sulle altre squadre, con un margine di +9 sulla Juventus e +12 sulla Lazio. Tuttavia, tra marzo e aprile, la squadra subì una flessione simile a quella di gennaio. Dopo una sconfitta contro la Fiorentina e un pareggio faticato contro il Perugia, le rivali si avvicinarono, riducendo il divario rispettivamente a +4 e +7.
La Juventus rallentò un po' nei turni successivi, ottenendo solo due pareggi contro Parma e Lecce, portandosi a 6 punti. E la Roma tornò alla vittoria contro l'Udinese e mantenendo il distacco con le rivali grazie a pareggi negli scontri diretti.
Alla vigilia del grande scontro al Delle Alpi, si dimostrò decisivo il repentino cambio di regolamento in corso d'opera riguardante i calciatori extracomunitari, una modifica ampiamente discussa.
La nuova regola consentiva l'utilizzo illimitato di tali giocatori nelle ultime partite del campionato: ebbe un impatto rilevante. A beneficiarne in modo significativo fu soprattutto la Roma, che poté schierare il giapponese Nakata, precedentemente ai margini della rosa a causa delle problematiche regolamentari.
Nel cruciale scontro del 6 maggio a Torino, i capitolini riuscirono a effettuare una rimonta nel finale, nonostante fossero in svantaggio di due gol gran parte della partita, proprio grazie all'energia di Nakata. Che ridusse lo svantaggio e favorì il pareggio finale di Montella.
A cinque giornate dalla conclusione del campionato, la Juventus subì il sorpasso da parte della Lazio, che si posizionò al secondo posto, a cinque punti dalla squadra di Capello.
Dopo tre settimane, i pareggi con le milanesi avvicinarono i giallorossi al titolo. Nel frattempo, la Juventus battendo il Perugia, si riportò al secondo posto a quattro punti dalla vetta.
Nella penultima giornata, fu il Napoli, coinvolto nella lotta per la salvezza, a mantenere aperta la corsa al titolo, fermando la Roma con un pareggio al San Paolo.
Questo permise a Juventus e Lazio di avvicinarsi ai giallorossi, riducendo il distacco rispettivamente a -2 e -3. Come negli anni precedenti, il verdetto del campionato si decise solo nell'ultima domenica.
In quell'occasione, la squadra di Capello sconfisse il Parma, ormai senza obiettivi da raggiungere, con un punteggio di 3-1 all'Olimpico, assicurandosi così il terzo scudetto, diciotto anni dopo il precedente.
Nella stagione 2000-2001, il Brescia affidò le redini della guida tecnica a Carlo Mazzone. Durante la sessione di mercato, sognare fu quasi necessario: il club portò al Rigamonti il Pallone d'oro del 1993, Roberto Baggio, che tornò a brillare dopo anni convulsi.
Ecco: servì un po', un po' di tempo, altrettanta pazienza. L'avvio della stagione non fu positivo, con il Brescia che riuscì a conquistare solo tre punti nelle prime sette giornate.
La prima vittoria arrivò all'ottava giornata contro la Reggina, in trasferta. E la prima vittoria casalinga giunse solo alla quattordicesima giornata contro il Perugia.
Al termine del girone d'andata? Stagione altalenante. Non di certo memorabile: tredicesimo, il Brescia.
Che durante la finestra di mercato di gennaio acquisì nuovi giocatori tra cui il centrocampista Jonathan Bachini, l'attaccante Igli Tare e Andrea Pirlo, nuovamente in prestito dall'Inter. Dal ventiquattresimo turno fino alla fine della stagione, il Brescia registrò una serie di 11 risultati utili consecutivi, con 6 vittorie e 5 pareggi, tra cui una vittoria casalinga contro l'Inter e due pareggi in trasferta contro Juventus e Milan.
Al termine della stagione, la squadra raggiunse l'ottavo posto, ottenendo così il miglior piazzamento di sempre nella massima serie e qualificandosi per la Coppa Intertoto.
Ah, una chicca: il miglior marcatore della stagione fu Dario Hubner con un totale di 24 gol, di cui 17 in campionato.
Una grande stagione per Hubner, ma una meravigliosa annata per il Valdanito Crespo. Nel luglio del 2000, la Lazio prese la decisione di investire 110 miliardi di lire, corrispondenti a circa 55 milioni di euro, per l'acquisto di Hernan Crespo dal Parma. Come parte dell'accordo, i capitolini cedettero al club emiliano i diritti di Sérgio Conceiçao e Matías Almeyda come contropartita tecnica.
Questo trasferimento divenne il più costoso nella storia del calcio mondiale, almeno per qualche giorno. Nello stesso mese, infatti, il portoghese Luís Figo fu acquistato dal Real Madrid per 143 miliardi di lire.
In ambito italiano, questo primato venne superato sedici anni dopo con la cessione di un altro calciatore argentino: fu Gonzalo Higuain, acquistato dalla Juventus per 90 milioni di euro.
Crespo fece il suo esordio vincendo un'altra Supercoppa italiana, ma alla fine della stagione, la Lazio non riuscì a difendere il titolo di campione, nonostante l'argentino avesse vinto la classifica dei marcatori nel campionato 2000-2001, diventando il quinto calciatore nella storia del club a raggiungere tale traguardo. Quanti gol? 26. E appena 2 rigori.